"Devo vederlo, devo capire cosa le ha fatto" Ammisi serrando i pugni. La porta si aprì e spuntò proprio lui con un sorriso stampato in faccia. Matt. Mi alzai e andai verso di lui. Sapevo che Alvaro era arrabbiato quanto me e non mi avrebbe fermato. Arrivai davanti a lui che mostrava un sorriso soddisfatto. Gli sorrisi e gli diedi un pugno sulla mascella. "Chi cazzo ti senti?" Dissi spingendolo. Gigi si alzò venendo verso di me, ma Alvaro lo fermò. Matt si mise a ridere ed io gli diedi un pugno nel naso facendoglielo sanguinare. "Già sei all' ospedale, così non ti affatichi" Dissi. Si toccò il naso e poi sputò a terra. "In effetti sono stanco, mi sono scopato la tua ragazza" Disse. Ero accecato dalla rabbia, ero capace di tutto in quel momento. "Continuerai a dirlo pure quando mostrerò il video alla polizia" Ammise Alvaro. "È questo il punto, carissimo Alvaro Morata, se voi mostrerete il video alla polizia non avrete nemmeno il tempo di salutare la vostra bellissima amichetta" Disse ridendo. "A me nessuno mi minaccia" Dissi avvicinandomi a lui. La porta alle mie spalle si aprì e mi girai. Vidi il dottore pronto a comunicarci le sue condizioni, ma quando mi girai Matt era sparito. Mi avvicinai al dottore insieme a Gigi e Alvaro. "Posso parlare con?" Chiese il dottore "Può parlare con tutti e tre" ammise calmo Gigi. "La signorina Chiara Tencone" Disse guardando la cartella medica " Alla testa ha solo un graffio, niente di grave. La ferita al fianco l' abbiamo chiusa con sei punti, che potrete venire a togliere tra un mese. Inoltre c'è stato un abuso sulla signorina, è stato fatto un taglio sull' intimità della signorina" Rabrividii " all' altezza dell' imene, quindi avrà delle difficoltà per urinare e soprattutto molta cautela durante un rapporto sessuale. Abbiamo attaccato alla signorina un catetere e vi ho prescritto degli antidolorifici. Ora potete entrare se volete." Disse il dottore "Grazie" balbettai, per poi entrare nella stanza di Chiara. Bussai ed entrai. La vidi su quel letto e provai un immensa rabbia. Il suo sguardo fissava fuori dalla finestra. "Amore mio" Dissi.
Chiara's point of view
Mi svegliai con un apparecchio attaccato al dito, un ago nell' altro braccio. Ero in ospedale. Sentii del dolore nella mia intimità e capii che abusò di me. Non scordai nulla, era tutto ancora nella mia mente ed avevo paura. Pensai a Paulo e mi sentii terribilmente in colpa. Era tutta colpa mia se ero qui, perchè non dissi nulla a nessuno dei ragazzi, che lui sarebbe arrivato nel pomeriggio e che mi aveva minacciata. Mi sedetti nel lettino dell' ospedale e non distolsi lo sguardo dalla finestra. Sentii bussare. "Amore mio" riconobbi quella voce, era la sua. Mi venne un nodo alla gola, ma non volevo piangere, non volevo fargli pena. Si sedette e mi prese la mano. "Sono stato uno stupido a lasciarti sola" Disse lui. Le sue parole, la sua voce, le sue mani, lui. Si dava la colpa dell' accaduto, ma la colpa era solamente la mia. "La stupida sono stata io, non darti la colpa. Tu non centri niente" Dissi con un nodo alla gola continuando a guardare fuori. Mi abbracciò. E le mie narici ispirarono il suo profumo. Incominciai a piangere. "Non piangere non riesco a vederti così" Disse lui. "Rimando la partenza" Disse "così posso prendermi cura di te" ammise accarezzandomi la testa. "Non c'è bisogno" dissi continuando a piangere " Hai una famiglia, è giusto che tu vada da tua madre" Ammisi io. "Alvaro?" Chiesi "E' di là vuoi che te lo chiamo?" Disse guardandomi con quei suoi bellissimi occhi verdi. Mi asciugai le lacrime che bagnarono le mie guance e vidi Paulo allontanarsi. Ripresi a guardare fuori dalla finestra e lo vidi lì, fuori che mi osservava. Il mio cuore perse un battito, mi alzai e uscii da quella camera correndo. Mi scontrai con Alvaro. "Ei che succede?" Mi domandò afferrandomi. Guardai dietro di lui e vidi Paulo che venne verso di noi. "Che è successo amore?" Disse preoccupato "Me ne voglio andare" Dissi piangendo "Per favore" Dissi supplicandoli "C'è Matt" Dissi guardandoli. "Stai tranquilla, io vado a parlare con il dottore" Disse Alvaro "Arrivo subito" continuò. Guardai Paulo, che mi tirò verso di lui con delicatezza e mi abbracciò. "Amore mio" Disse dolcemente. "Non ho il cambio" Dissi guardandolo, i suoi pollici mi asciugarono le guance bagnate. Si levò la maglietta e me la diede. "Vuoi che esco?" Chiese "No, non voglio rimanere da sola" Ammisi. Si girò, ma vidi il suo sguardo attraverso lo specchio. Mi spogliai e mi misi la sua maglietta che mi veniva a mo dì vestitino. "Possiamo andare" Disse Alvaro entrando. "Scusami" Disse "Andiamo" Dissi sistemandomi. Sentii la mano di Paulo stringere la mia e uscimmo.Arrivammo a casa e salii in camera mia. Mi guardai attorno e sembrava tutto tranquillo. Bussarono alla porta. "Avanti" Dissi "Amore" Disse entrando Paulo. "Tieni il tuo cellulare, magari vuoi sentire tuo padre" Ammise porgendomi il mio cellulare. Feci il numero e chiamai mio padre.
"Come stai?" Chiese "meglio" Ammisi. "Chi è stato?" Domandò lui. "Il professore privato che mi hai preso" sbottai e lui non fiatò. "Vengo a prenderti e verrai con me a Verona" Disse "No papà, lascia che io parta con Paulo. Sono al sicuro con lui" "Ti sei innamorata di lui?"
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•La mi joya•
RandomMio padre è il responsabile dell' area medica della Juve. Inutile dire che ho l' accesso ovunque, grazie alla grande amicizia di mio padre con Massimiliano Allegri, allenatore della Juve. Con tutti i giocatori della Juventus ho un buonissimo rapport...