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Il francese diede dei colpi all' amico nella schiena. "Stai bene?" Domandai. "Vaffanculo" Sbottò lui alzandosi. Alzai lo sguardo verso Simone che a momenti stava per dire qualcosa. "Congratulazioni" Ammise lo spagnolo abbracciando Simone ed una volta che si trovò davanti a me pensò che io ricambiassi. "Grazie" Ammisi sedendomi. "Auguri" Mi disse Paul facendomi alzare lo sguardo con lui, accennai un sorriso "Grazie tante Paul" Mi limitai a dire ringraziandolo con più affetto. "Io è meglio che vado da" "Si" Lo interruppi prima che potesse pronunciare il suo nome. "Io non capisco è fidanzato e si preoccupa " Disse Simone avvicinandosi la sedia al tavolo e continuando a mangiare. "Simò" venne richiamato con un sorriso dall' amico ed io mi esclusi completamente alzandomi e salendo in camera mia. Salii quelle scale con tanta sofferenza e dolore, perchè non era questa la vita che mi aspettavo, meglio dire non so come sarà la mia vita con Simone. Passai dalla camera di Paulo e lo vidi ai piedi del letto con le mani tra i capelli e i gomiti sulle ginocchia. "Dovresti andarci a parlare" Mi incitò Paul. Lo guardai sorridendogli ed entrai in quella camera che mi ricordò tante cose. Con Paulo non avrò passato tanti bei momenti, ma tutto quello che ho passato con lui, l' ho vissuto al 100% con sentimenti ed emozioni vere. "E' inutile che ti chieda se posso" Ammisi assicurandomi che la porta fosse ben chiusa. "Che vuoi?" Sbottò Paulo alzando lo sguardo verso di me. "Mi dispiace" Mi limitai a dire. "Se sei felice non hai che dispiacerti di me" Ammise guardandomi e ridendo ironicamente. "Tu non sei felice con lui" Ammise alzandosi e venendo verso di me. "Io domani mi sveglio e dovrò rassegnarmi al non vederti la mattina e al non mangiare la colazione preparata da te" Sbottò con occhi lucidi venendo verso di me. " E lui non dovrà rinunciare a nulla, perchè tu la mattina ti sveglierai prima di lui e gli preparerai la colazione". Ogni passo che faceva diminuiva la distanza tra me e lui. "E ogni sera lui ti avrà tra le sue braccia con cui sfiorerà e toccherà ogni parte del tuo corpo, ma tu penserai a me perchè non lo ami" Ammise per poi unire le sue labbra alle mie. Unii la mia fronte alla sua facendo calmare il mio respiro preso dall' eccitazione e i crampi allo stomaco e sciogliendo il bacio. "Paulo" Sussurrai guardandolo negli occhi. La porta si aprì spingendo il mio corpo verso Paulo che mi afferrò per i fianchi. "Ara" Disse Simone vedendo le mani dell' argentino sui miei fianchi. "Io non riesco a capire perchè non vai da Antonella" Sbottò Simone arrabbiato scagliandosi contro Paulo che era anche lui nelle stesse condizioni. "Hai qualche problema?" Rispose ironico Paulo. "Il mio problema sei tu" Ammise Simone avvicinandosi verso Paulo. Le mie mani incominciarono a premere sul petto di Simone. "Andiamo Simò" Sbottai spingendolo ancora, ma non ottenendo un buon risultato. I suoi occhi si posarono sui miei e in quel momento capii che i suoi non erano quelli di Paulo. "Andiamo a dormire" Dissi supplicandolo. Simone rivolse un ultimo sguardo a Paulo per poi andare in camera sua. "Vattene" Sbottò Paulo. "Che ti importa di me?" Domandai arrabbiata. "Prima tu mi avevi, eravamo fidanzati e mi hai tradita sei volte se non più. Ora cosa diavolo vuoi?" Domandai urlando. "Ti ho tradita perchè non ti amavo, come hai detto tu" Ammise Paulo facendo che dai miei occhi incominciarono a scendere lacrime. Quella volta mi voltai non guardandolo un ultima volta. Non andai da Simone, ma in camera mia dove una volta chiusa la porta incominciai a piangere più forte. Il rumore della porta che si aprì cessò il mio pianto e continuai a coprire il mio viso con il cuscino. Una mano mi accarezzò la schiena e non fu difficile riconoscere quel tocco. Simone. Paulo era troppo orgoglioso per venire da me. "La smetti di piangere non ti fa bene" Ammise. Mi girai a pancia in su e lo vidi. "Simò sono un disastro" Ammisi continuando a piangere. "Non sei un disastro" Ribattè prendendomi tra le sue braccia e dopo alcuni istanti mi addormentai così cullata da lui.

Mi svegliai osservando il bellissimo giardino in cui tra 9 mesi vedrò mio figlio o mia figlia correre. Ero di buon umore anche se il mio primo pensiero andò a lui, a Paulo. Non lo vidi da quando lui mi disse che non aveva mai provato nulla per me, mandando in frantumi tutti i mesi passati insieme. Mi voltai e venni travolta dalle braccia di Simone che mi spinsero verso il suo corpo. Mi lasciò un bacio sulle labbra. "Voglio svegliarmi per tutto il resto della mia vita così" Ammise facendomi sorridere. Amavo letteralmente questa parte di Simone dolce, stavo ricominciando la mia vita con lui. Il mio cellulare vibrò e allungai la mano afferrandolo.

Paulo ha postato una foto.

"Chi è?" Domandò Simone "Non ho ancora tolto le notifiche di Paulo" Ammisi maneggiando con il cellulare e andando sul suo profilo per levare l' avviso, ma mi bloccai quando vidi la foto che postò.

Ritraeva lui insieme ad Antonella sotto le coperte, deglutii e chiusi il cellulare

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Ritraeva lui insieme ad Antonella sotto le coperte, deglutii e chiusi il cellulare. "Che ha postato?" Domandò Simone ancora con gli occhi chiusi. "Niente" Mi limitai a dire. "Vado a prepararti la colazione" Dissi alzandomi e dirigendomi in cucina. Non mancava nulla in quella casa, era immensa e perfetta. Attaccai il cellulare allo stereo che incominciò a suonare una canzone. Tagliai la frutta muovendo il bacino a ritmo di musica. Delle mani cinsero il mio bacino e mi accarezzarono la pancia. "Oggi andiamo a comprare le cose per la stanza del bambino" Disse Simone dietro di me. "O bambina" Ammisi io girandomi. Le sue labbra si avvicinarono alle mie e incominciammo a baciarci approfondendo il bacio. Le sue mani toccarono il mio sedere per poi salire sui miei fianchi e sollevarmi dal pavimento permettendomi di cingergli la vita con le gambe. Incominciai a ridere e presi un pezzo di fragola che accompagnai alla sua bocca. "Preferisco il tuo sapore" Ammise Simone andando verso la camera. "Simò sono le 9 non pensi sia presto?" Domandai ridendo. "Facciamo colazione e scendiamo" Disse ridendo e alzandosi. Si diresse in cucina dove incominciammo mangiare entrambi e dopo esserci vestiti, ci dirigemmo al centro commerciale davanti casa. Avevamo un carrello strapieno di lampade, adesivi, pupazzi, culla, cassettiera, fasciatoio, seggiolone. "Simò sono al primo mese" Ammisi accorgendomi dei tre carrelli che occupavano la fila della cassa. "Dobbiamo essere preparati" Ammise girando per i corridoi e cercando la vernice. "Secondo me dovremmo prenderla blu" Ammise. "Secondo me un colore neutro" Ammisi osservando i colori pastello su una tavolozza. "E' maschio ne sono sicuro" Ammise Simone. "E se poi nasce femmina?" Domandai incrociando le braccia al petto. "E' maschio e giocherà a calcio" Ammise prendendo la vernice blu e mettendola nel carrello. "E' femmina" Ammisi prendendo la vernice rosa. "Ti dico che è maschio" Insistette. " Se poi è femmina la rivernici tu la stanza" Ammisi ridendo. "Tanto è maschio" Disse spingendo il carrello alla cassa. Simone pagò e portammo tutto a casa. Una volti entrati in casa portammo tutto in camera e incominciammo a pitturare a ritmo di musica. "Come lo chiamerai?" Domandò "Non lo so, tu che dici?" Domandai fermandomi di pitturare. "Vorrei dargli un nome argentino" Ammisi facendo sgranare gli occhi a Simone. "Stai scherzando?" Domandò. "No simò, è sempre lui il padre anche se non lo sa e mai lo saprà" Sbottai, Simone sbuffò e dopo mi avvicinò al suo corpo e mi sporcò il naso di vernice blu pastello provocando la mia risata. "Dai" Dissi cercando di toglierla, ma non ti riuscii e così feci lo stesso con la sua guancia. Afferrò la mia mano e la immerse nella vernice, per poi posizionarla nel muro e con un pennello sottile ci scrisse sopra Mamma. "Dovresti farlo anche tu" Ammisi immergendo la sua mano. " Non sono suo padre" Sbottò quasi offeso. "Simò, lo crescerai tu e per lui lo sarai" Ammisi a malo cuore provocandogli un sorriso. Afferrai la sua mano e la immersi nella vernice per poi poggiare la sua mano sopra la mia, che risultò più grande. "Ti proteggerò da tutto" Sussurrò. "Vi proteggerò" Si corresse poggiando la sua mano sopra la mia pancia.

Con lui potevo essere felice e potevo crearmi una famiglia solida ed quello di cui aveva bisogno mio figlio o mia figlia.

FINE

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