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Aprii i miei occhi osservando tutto intorno a me sfocato, le mie forze diminuivano e il dolore alla caviglia mi provocava solo altro dolore.

PAULO

Ara se ne andò lasciandomi solo con Antonella. "Dov'è andata?" Mi domandò Antonella. "Dagli altri" Ammisi sedendomi accanto a lei. "Provi ancora qualcosa per lei?" Mi domandò "Ti ho già detto di no Amore" Dissi avvicinandola al mio petto. "La otra noche cuando hicimos el amor, dijiste su numbre Paulo" Urlò alzandosi -L' altra notte quando abbiamo fatto l' amore, hai detto il suo nome Paulo-

"Anto venir aqui, Yo te amo que usted me cree o no. Discupalme por otra noche yo tenia otra cosa en mente" Ammisi. -Anto vieni qui, io ti amo che tu mi credi o no. Scusa per l' altra notte, avevo altre cose in mente- "Si, ella" Disse allontanandosi - Si, lei-

Riuscii a fermarla ed unii le mie labbra alle sue. Sciolsi il bacio dopo alcuni istanti e l' avvicinai al mio petto. "Te amo" Le sussurrai. Ci rimettemmo in tenda aspettando il ritorno degli altri. Erano le 21 quando i ragazzi arrivarono. "Siamo tornati" Urlò Paul. Uscii dalla tenda non so perchè, ma sperando di incrociare i miei occhi con quelli di Ara. "Ara?" Domandò Simone. Il mio cuore perse un battito a quelle parole, non era con loro. "Ha detto che veniva da voi" Ammisi. Simone mi osservò per qualche secondo per poi correre nella direzione in cui era venuto, mentre io corsi dritto, nella stessa direzione in cui questo pomeriggio la vidi andare. "Ara" Urlai, ma non ottenni nessuna risposta. Corsi e urlai fino a quando non mi fermai alla visione di lei adagiata sul terreno. Corsi verso di lei accorgendomi della sua caviglia. La scossi più volte fino a quando non aprii i suoi occhi. "Paulo" Sussurrò. "Tranquilla" Dissi stringendola a me. "La caviglia" Continuò. "Cerco di liberarti, tu rimani sveglia. " Le dissi. L' appoggiai nuovamente al terreno e lei si sedette facendo forza con le sue mani, cercai di aprire la trappola, ma era quasi impossibile. Mi girai fino a quando non vidi due rami spessi che cercai di infilarli per fare presa per aprire la trappola e ci riuscii. "Esci il piede" Urlai e lei pur essendo debole ci riuscì, buttandosi da un lato e piangendo dal dolore. Lasciai che la trappola si richiudesse e andai verso di lei.

ARA

Paulo mi liberò, ma il dolore aumentava. Si sfilò la maglietta rimanendo a petto nudo e la strinse lungo la mia caviglia per fermare il sangue. "Amore" Sentii una voce maschile alle mie spalle. "Simo" Dissi vedendolo venire verso di me preoccupato. Mi sentii sollevata da terra e riportai il mio sguardo a Paulo che mi prese a mo dì sposa. "Lasciala" Sbottò Simone. "La porto io, tu fai attenzione a non incastrarti i piedi in nessuna trappola" Ammise e sorrisi ritrovandomi tra le sue braccia.

Simone era colui che mi difendeva sempre, che mi proteggeva e che mi faceva sentire al sicuro e allo stesso tempo mi faceva divertire. Simone sembra un ragazzo duro, ma con me sa essere anche dolce, mentre Paulo. Su Paulo c'è poco da dire. Paulo è colui che mi ha fatto perdere la testa, colui che non ostante tutto il male che mi ha provocato lo amo ancora. Paulo mi ha dato forza, mentre sentii dire per la seconda volta che un componente della mia famiglia era deceduto e che mi sarei trovata nuovamente sola ad affrontare la mia vita. Paulo è colui che nel bel mezzo della disperazione per aver perso mio figlio, mi ha incoraggiata ad andare avanti. Con Paulo mi stavo creando una famiglia fino a quando dei coltelli non si conficcarono nel mio cuore facendo distruggere tutto quello costruito.

Mi addormentai tra le braccia di Paulo che continuava a ripetermi di stare sveglia. Aprii gli occhi osservando bene dove mi trovassi ed ero in tenda e quando mi girai al lato trovai Paulo. "Simone?" Domandai "E' fuori vado a chiamartelo" Ammise alzandosi, ma afferrai la sua mano prima che uscisse dalla tenda "Grazie Paulo" Ammisi "E di cosa?" Mi domandò lui "Di avermi salvata un altra volta, se non fosse stato per te sarei ancora lì" Ammisi "E se non fosse stato per me non saresti andata lì" Disse per poi uscire. Entro Simone che aveva uno sguardo freddo. "Simo" Sussurrai. "Che hai?" Domandai "Hai ripetuto quattro volte il suo nome Ara" Ammise ed io rimasi scioccata, non era da me parlare nel sonno. "Scusa, sarà stato per il senso di colpa per non averlo ringraziato" Ammisi io mettendomi seduta. Lui si sedette accanto a me. "Non mi credi?" Domandai. Lui si limitò ad annuire. "Simo forse penso che sia meglio per me tornare a casa" Ammisi. Lui non disse nulla e prese le borse mettendosele in spalle e mi prese in braccio per poi uscire dalla tenda. Mi nascosi tra il suo collo e la sua spalla per non incrociare di nuovo i suoi occhi. "Ve ne andate?" Disse la voce sottile di Antonella " Si, è meglio" Disse Simone dirigendosi verso la macchina. Addio vacanza.
Durante il tragitto non disse nulla e nemmeno io dissi nulla, sembrava assolto dai suoi pensieri come lo ero io. L' unica differenza e che i miei pensieri si chiamavano "Paulo" e i suoi si chiamavo "Ara".

"E' meglio che parta per la Spagna. Devo stare sola" Sbottai mentre Simone frenò con la macchina.

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