Trentottesimo

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"Mi devi dire qualcosa?" Chiese unendo le braccia al suo petto. "Si" Ammisi per poi deglutire. "penso di avere il cancro" Ammisi. Il mio sguardo cadde su una figura davanti la porta. Mio padre era fermo, non disse nulla ed io non sapevo nè cosa dire e nè cosa fare. La figura si fece avanti con passi lenti e capii che si trattava di Alvaro. "Che stai dicendo?" Disse con gli occhi lucidi. "Andiamo in ospedale" Disse mio padre afferrandomi per il braccio e facendomi scendere dal lettino, mi liberai della presa. "Morata" Urlò qualcuno. La porta si aprì "Morata devi sostituire Dybala" Disse Allegri arrabbiato per l' assenza in panchina. "Andiamo" Continuò mio padre. "Papà facciamo finire la partita e andiamo in ospedale, tanto non peggiora e nemmeno migliora se ci andiamo subito o rimandiamo per qualche minuto" Ammisi. Mio padre annuì e ci dirigemmo tutti in panchina. Alvaro non distolse lo sguardo da me. Incominciò a correre lentamente sul posto continuando a guardarmi fino a quando non annunciarono il suo entro in campo. " Morata numero 9 sostituisce il numero 21 Dybala" Annunciarono al microfono. Mi alzai e lo presi dal braccio. "Pensa a farci vincere, io sto bene" Lui mi annuì non tanto convinto e quando si strinse la mano con Paulo entrò in campo. "Stai bene?" Mi chiese dirigendoci nelle panchine. "Si" Ammisi "Non ti ho visto in panchina quando ho segnato" Ammise lui "Sono svenuta" Ammisi continuando a camminare. Sentii il rumore dei suoi passi fermarsi. Mi sedetti e lo aspettai. Mi raggiunse subito e si sedette accanto a me. "Dopo vado in ospedale a fare dei controlli" Continuai "Vengo con te" Ammise "No, tu stai qui con i ragazzi. Dopo ritorno a casa" Dissi sorridendo. "Ti amo" Disse unendo la sua mano alla mia. Partita terminata. Abbiamo vinto 1 a 0. Paulo si alzò dalla panchina stampandomi un bacio sulle labbra e raggiunse gli altri ragazzi per il saluto finale. I ragazzi tornarono negli spogliatoi e dopo qualche secondo li raggiunsi. "Posso?" Chiesi sorridendo. "Si" Urlarono. "Siete stati bravissimi" Ammisi abbracciando Paulo. "Io vado ci vediamo stasera" Dissi sorridendo. Mi avvicinai ad Alvaro "Tranquillo" Dissi abbracciandolo "Fammi sapere" Disse lui con un nodo alla gola. Annuii ed uscii dallo spogliatoio. Salii in macchina con mio padre. Durante il tragitto non dissi nulla e nemmeno lui. "Avresti dovuto dirmelo" Disse mio padre con lo sguardo puntato sulla strada. "Lo so" Ammisi. Arrivammo in ospedale, dove i medici conobbero subito mio padre e non persero tempo a farmi esami del sangue. "Dagli esami non risulta nessun tumore" Ammise la dottoressa dando i risultati a mio padre. "Vieni accomodati nel lettino, levati la maglietta" Disse la dottoressa. Mi sedetti nel lettino levandomi la maglietta e mi sdraiai. "Anche il reggiseno" Disse. Annuii e me lo levai. "Vuoi che esco?" Chiese mio padre. Scossi la testa e la dottoressa mise una specie di tenda davanti a noi. "Così tuo padre non curiosa" Scherzò ridendo, credo per smorzare la tensione che si creò. Mise del gel sopra al mio seno e con un accessorio incominciò a vedere nello schermo il mio seno. Ripetè il procedimento anche nell' altro seno. "Quanti anni hai?" Mi chiese sorridendo "18" Ammisi preoccupata. Avevo ansia. Volevo solo sapere se avevo il cancro o no. "Tieni asciugati" Disse dandomi dei fazzoletti che passai in entrambi i miei seni unti di quel gel. "Allora nel seno non hai nessun tumore" Ammise sorridendo. Mi sedetti, ma mi mise una mano nel petto. "Distenditi, non abbiamo finito" Disse sorridendo. Mi distesi buttando un sospiro. "Stampo le ecografie aspetta" Disse andando allo schermo. "Mi dici i sintomi che hai avuto? Mi sono arrivate gli altri esami al computer" Ammise girando lo sguardo verso mio padre. "Ho vomitato più volte ciò che mangiavo, mi sono cadute ciocche di capelli e sono svenuta un paio di volte. Ho preso delle pillole per regolare la respirazione che mi prescrisse un medico una volta se avessi mai avuto attacchi di panico" Ammisi. "Allora devi mangiare regolarmente, quelle pillole evita di prenderle ora te ne prescrivo altre più leggere." Ammise "I capelli ti saranno caduti sicuramente per lo stress e il fatto che perdi più spesso coscienza e perchè hai bisogno di riposo e di mangiare" Disse calcando l' ultima parola. Diede i fogli che finì di stampare a mio padre e tornò da me. "Ti faccio un ecografia al pancreas per sicurezza anche se gli esami dicono che non c'è nessun tumore" Ammise. Rimise di nuovo quel gel freddo e appiccicoso sopra la mia pancia e ci passò sopra con l' accessorio. Si bloccò, ammaccò un tasto del computer che fece sentire il mio battito cardiaco. Sentii il rumore della sedia spostarsi e poi vidi mio padre spuntare oltre la tenda tenendo lo sguardo fisso sullo sguardo. "Mi scusi io sono agitata quel battito è troppo lento" Dissi sedendomi. La mano di mio padre si poggiò sopra la mia clavicola obbligandomi a sdraiarmi completamente. "Tesoro è il battito del tuo bambino" Disse girandosi e sorridendomi. "Sei incinta". Rivolsi uno sguardo a mio padre che era quasi in lacrime.

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