Nono

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" No, lui è Nicolas. Il ragazzo che ho conosciuto in Spagna" Ammisi " Nicolas?" Disse Paulo guardando Alvaro "Ma che cazzo dici!" Sbottò Alvaro "Lui è Gennaro Sardo, giocatore del Chievo" Disse Paulo guardandomi.Osservai per qualche momento Alvaro e Paulo. Non potevo credere che quello che io credevo Nicolas un normale ragazzo, in realtà era un giocatore del Chievo. La cosa più terribile era che con quel ragazzo avevo fatto delle cose. Dio mio, quanto sono stupida. Dopo averli guardati scioccata,mi diressi verso di lui. "Dove stai andando?" Mi chiese Paulo urlando " A parlare con lui" Dissi "Tu non vai da nessuna parte " Disse Paulo prendendomi dal braccio. "Andiamo da Paul" Disse Alvaro fulminandomi con lo sguardo. "Vado a prendere da bere" Dissi andando verso il bancone. Quando arrivai mi sedetti nello sgabello " Una birra" Dissi al barman. Aprì la birra e la posò sul bancone. Allungai la mia mano verso la bottiglia di vetro, ma un altra mano la prese. "Che fai era mia?"Dissi guardando il ragazzo che l' afferrò. "Paulo dai" Dissi sbuffando. Mi alzai e uscii da quella confusione. Musica a tutto volume e con quei due non potevo neanche parlare con quel pezzo di merda o con qualsiasi altra persona che fosse un ragazzo. Andai in spiaggia e mi sedetti sulla sabbia osservando le onde del mare. "Scusami" Disse qualcuno alle mie spalle. Mi voltai e vidi Paulo, si sedette al mio fianco. "Perchè non vi divertite e lasciate che mi diverta anche io" domandai osservando il mare. " Volevo solo scherzare, tieni è tua" disse porgendomi una seconda bottiglia di birra che aveva in mano. Sorrisi e la presi. "Fai piano però" Disse ridendo l' argentino. " Se ti dico che voglio parlare con quel ragazzo, me lo lasci fare?" Chiesi. "Perchè ti importa tanto?" Domandò lui "Perchè con lui ho fatto delle cose e ci terrei a mettere le cose in chiaro" ammisi "hai perso la verginità?" Chiese guardandomi " No, ma quasi. Mi sono fermata" Ammisi. "Ti piace?" Chiese lui "No, l' ho fatto perchè ne avevo bisogno" dissi balbettando imbarazzata. Sentimmo dei rumori, come se si fossero rotti dei vetri. Quel rumore mi fece alzare e corsi immediatamente verso tutta la gente, quando mi accorsi che si trattava di Alvaro. "Rischia a toccarla di nuovo e giuro su mia madre che sei morto" Disse cercando di liberarsi dalla presa di Paul. Con un gesto si liberò delle mani possenti di Paul e venne verso di me. "Che è successo?" Chiesi senza avere nessuna risposta. Fummo costretti a rientrare in albergo, per via del nervosismo di Alvaro. Entrammo tutti in camera di Paul. "Ma che ti succede" dissi urlando con un nodo alla gola " Ci sei andata a letto senza nemmeno conoscerlo" rispose urlando Alvaro. "Non ci sono andata a letto" Ammisi " Dissi arrabbiata, i miei occhi incominciarono a bruciare e mi voltai uscendo dalla sua camera. Entrai nella stanza accanto. Incominciai a singhiozzare e sentii una mano accarezzarmi la schiena. Quel profumo, era il profumo di Paulo. Non ci pensai due volte e lo abbracciai, senza assicurarmi se fosse realmente lui, ma dal tatto, dalle sue mani e dalle braccia ne ero sicura. "Stai tranquilla" Disse abbracciandomi " Per quale motivo fa così" chiesi a Paulo. " Scusami" Disse attraverso la porta Alvaro. Mi alzai con l' aiuto di Paulo e andai ad aprire. "Scusami" ripetè Alvaro " Mi sono innervosito e non ti ho ascoltata, perdonami" Disse. Lo abbracciai era pur sempre Alvaro. "Usciamo?" Supplicò Paul spuntando da dietro ad Alvaro. "Ho bisogno di una ragazza" Ammise il francese facendo scoppiare tutti in una risata e dopo un abbraccio tutti insieme decidemmo di scendere, ma cambiando locale.
La serata procedette abbastanza bene, Alvaro si stava divertendo insieme a Paul in pista, mentre io mi ero fermata due minuti per riacquistare fiato e stessa cosa fece Paulo. "Una birra" chiesi al barman " due" si intromise Paulo. Alzai gli occhi al cielo ridendo. " Mi sono liberata di uno ora devo pensare all' altro" dissi ridendo e guardando Alvaro e poi lui. Mi voltai per prendere la mia birra, quando Paulo si avvicinò al mio orecchio di spalle " Non ti libererai facilmente di me" mi sussurò. Quelle parole pronunciate lentamente vicino al collo mi provocarono dei brividi lungo la schiena. Mi girai di scatto e lo vidi sorridermi alzando la bottiglia come per fare 'cin cin'. L' alzai anche io e ne bevvi un sorso. E se io non volessi liberarmi di lui?.

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