"Ragazzi, ho chiamato mia zia" Ammisi "Partirò per 9 mesi in Spagna a studiare lì e poi ho bisogno di staccare la spina da Torino" Dissi come tutto programmato. "ma tua zia non stava a Roma?" Chiese Simone alzandosi "Zia materna" Ammise Gigi salvandomi. "Cosa sarà di noi?" Chiese Paulo avvicinandosi a me. "Paulo" Dissi ricominciando a piangere. "Cosa ne sarà di noi?" Ripetè "Io ti amo, ho bisogno di te ora più che mai" ammisi piangendo. "È meglio che tu al momento ti faccia la tua vita, io cercherò di farmi forza in qualche modo" Continuai mettendo istintivamente la mano sulla mia pancia, come se la briciolina che era all'interno di me, nel mio grembo potesse darmi forza. Persi i sensi, ma li riacquistai subito. "Sto bene" Dissi cercando un appoggio pe alzarmi. "Siediti" Disse Gigi. "È un momento difficile per me" dissi abbassando lo sguardo. Le mani di Gigi si posarono nelle mie spalle, mentre le mani di Paulo nelle mie gambe le quali afferrai. "Sei forte" Disse guardandomi. "Ti amo" Gli dissi in lacrime. " Stacca la tua spina, va a divertirti in Spagna e quando tornerai decideremo" Ammise. Non volevo restare più di un minuti in questa casa, stavo troppo male. Mi alzai toccandomi la schiena, i dolori incominciano a sentirsi, e salii le scale. Andai in camera mia e presi la valigia. "Ti aiuto" Disse una voce dietro di me. "Puoi mettere quei vestiti dentro la valigia, ora torno" Dissi lasciando Paulo in camera mia. Scesi. "Claudio" Dissi richiamando la sua attenzione. Lui si avvicinò staccandosi dagli altri ragazzi. " puoi prendere le chiavi della casa di fronte?" Chiesi. Lui annuì e mi abbracciò. Alzai lo sguardo e vidi gli altri ragazzi osservarci."Dopo cena andiamo" mi sussurrò. Annuii e raggiunsi Paulo. Chiusi la porta alle mie spalle e mi fiondai sulle sue labbra. "Vuoi?" Mi domandò. "Si" Dissi sicura. Incominciammo a spogliarci e fino a ritrovarci nudi sopra il mio letto. Le sue labbra scesero su tutto il mio corpo povocandomi dei brividi lungo tutta la mia schiena, ma ancora di più mi vennero quando diede ingenuamente un bacio sulla mia pancia. Avrei voluto dirgli che ero incinta, che aspettavo un bambino, che presto sarei diventata madre, ma il 99% non era lui il padre. Mi svegliai con il suo braccio attorno ai miei fianchi. Notai le due strisce nel suo braccio e mi sentivo a casa. Mi svegliai notando che erano le 4. Mi alzai e scesi vedendo Paul,Gigi e Claudio svegli che guardavano un film. "Non mi avete svegliata" Ammisi scendendo gli ultimi gradini. Mi sedetti su una sedia e presi carta e penna. "Non volevamo svegliarvi" Ammise Gigi. "Grazie" Dissi alzando lo sguardo e giocando con la penna "Per tutto "continuai guardando sia Gigi che Claudio. Incominciai a scrivere.
Amore, sono partita. Tra qualche ora sarò in Spagna. Continuerò a seguire le vostre partite da lì e vincete credo in voi soprattutto in te. Ti amo. Ci sentiremo su Facetime.
E così feci o non proprio. Mi trasferì nella casa difronte e la sera quando me ne andai entrai dal retro e Gigi e Claudio mi aiutarono a mettere alcune cose a posto. I giorni passarono e le prime settimane le passai nel letto a guardare film deprimenti. Una sera chiamai Gigi perchè avevo voglia di gelato. Mi sarebbe piaciuto se al mio fianco ci fosse stato Paulo, sarebbe stato tutto diverso. Passarono tre mesi e la pancia cresceva. Mi mancava uscire il weekend andare in discoteca e bere. Mi mancava il mio Paulo, che non vedevo da un sacco e la sua assenza la sentivo particolarmente. Se avessi confessato tutto, sarei rimasta con Paulo, si sarebbe preso lui cura di me e del bambino e sono sicura che pur non essendo suo se ne sarebbe preso cura lo stesso. Incominciai a piangere dal nulla e feci il numero di Paulo. "Pronto?" Disse. La sua voce mi mancava tantissimo. "Amore" dissi "come stai?" Mi domandò "mi mancate tutti" ammisi "è successo qualcosa?" Mi domandò. Salii le scale che portavano alla mia camera di letto e attraverso le tende vidi il salotto dei ragazzi. C'era Paulo che guardava un film. "No, ti amo" ammisi per poi chiudere la chiamata. La sera decisi di uscire, ero stanca di stare chiusa in camera. Mi truccai leggermente, sciolsi i capelli e indossai dei jeans e una maglietta non molto aderente. Uscii di casa chiudendo la porta a chiave e quando mi girai vidi la macchina di Alvaro passarmi accanto e rallentare per poi scontrarmi con lo sguardo di Simone attraverso il finestrino. Camminai lentamente facendo l' indifferente. Arrivai al locale dove presi una birra.
Mi misi nel tavolino da sola e bevvi molto lentamente la birra che molto probabilmente avrei rimesso. Mi stavo complicando la vita, ma ammetto che la voglia di tornare a casa Juve era tanta e forse ci sarei tornata presto. Erano miei amici, non mi avrebbero giudicata. Non potevo stare senza loro. "Non dovresti berla tutta" Ammise un ragazzo sedendosi difronte a me. Guardai il suo sorriso, aveva dei denti bianchissimi, ma quando alzai lo sguardo scoppiai a ridere notando che Cristiano Ronaldo stava parlando con me. "Ciao Ronaldo" Dissi sorridendo e portandomi la bottiglia vicino alle labbra "E perchè non dovrei" Domandai "Sei incinta" Ammisi ridendo. "Si nota tanto?" Domandai "Si nota solo la tua bellezza e quando una donna è incinta lo diventa ancora di più" Disse togliendomi la birra dalle mani e bevendone un sorso lui. "Non ti dispiace vero?" Disse continuando a bere. Sorrisi e mi portai una ciocca di capelli dietro l' orecchio. "Ho saputo di tuo padre, mi dispiace" Ammise "Non voglio che ti rattristisci" Continuò "Tranquillo, l' ho passato. Ormai vivo per lui" Dissi toccandomi la pancia e sorridendo. "Il padre?" Chiese continuando a bere la bottiglia. "Non lo sa" Ammisi. "Quindi sei sigle, perfetto" Disse prendendo la mia mano e portandola vicino alla sua bocca per poi lasciarci un bacio. Cavolo pensai e arrossii. "Perfetto?" Domandai "Si, perchè ora accetterai di ballare con me e quando ti accompagnerò a casa e ti chiederò di uscire con me tu non mi dirai di no" Sorrisi Accettando di ballare con lui. "Hai bevuto?" Domandai. "No" Ammise ed era vero non aveva bevuto. "Sei davvero bella" Mi sussurrò all' orecchio. Ballammo un pò e dopo parlammo. "Ti fai accompagnare a casa?" Chiese lui, annuii accettando l' invito. Mi aprì lo sportello della macchina facendomi salire. Arrivammo davanti casa. "Domani ci vediamo?" Domandò. "Vedremo" Dissi inarcando un sopracciglio e aprendo casa. Mi fece l' occhiolino ed entrai in casa. Salii in camera mia e mi sedetti nel letto osservando i ragazzi parlare. Una figura richiamò la mia attenzione. Paulo e Antonella.
STAI LEGGENDO
•La mi joya•
RandomMio padre è il responsabile dell' area medica della Juve. Inutile dire che ho l' accesso ovunque, grazie alla grande amicizia di mio padre con Massimiliano Allegri, allenatore della Juve. Con tutti i giocatori della Juventus ho un buonissimo rapport...