Ventiseiesimo

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"Che avete tanto da dirvi di privato?" Chiese Paulo. "Vi alzate dal tavolo e venite qui fuori a parlare e quando mi giro ti ritrovo a 1 cm dalle sue labbra" Disse Paulo alzando la voce. "Paulo calmati"Disse Alvaro. "Siamo amici"Ammisi " Non so che tipo di amicizia hai con lui" Disse sbattendo la porta ed entrando in casa . Guardai Alvaro ed entrai in casa "Paulo" Urlai, ma lui salì le scale e sentii la porta della sua camera chiudersi. Guardai Alvaro e sorrisi per poi salire da lui. Non bussai aprii la porta senza chiedere il permesso e lo trovai sdraiato nel letto con la musica. Lui mi rivolse uno sguardo, ma poi riprese a guardare il soffitto.Mi sdraiai accanto a lui e mi misi nel suo petto. Sentii la sua mano appoggiarsi nella mia schiena e inclinai la mia testa per guardarlo, gli spostai le cuffie e gli sussurrai "Ti amo" Sorrise. Mi misi sopra di lui. "Ho paura di perderti" Disse togliendosi le cuffie "Non mi perderai" Ammisi "Sicura di non provare nulla per Alvaro?" Domandò "Si, sicura" Ammisi "Non ti mettere più sopra di lui quando siete seduti, pur sempre un maschio è" Risi e ribaltò la situazione si mise sopra di me e mi lasciò un bacio nel collo. Ansimai. Lui si alzò con un sorriso soddisfatto "Scendiamo" Mi alzai lamentandomi e scendemmo. Vidi Paulo dare una pacca sulla spalla di Alvaro, entrambi si rivolsero uno sguardo e sorrisero. Andai da loro e li abbracciai. "Arrivo anche da voi" Dissi ridendo. Andai dagli altri e li abbracciai. Mio padre a 00:00 passò a prendermi. "Ciao amore mio" Disse Paulo "Ci vediamo tra 4 giorni?" Ammise l' argentino, annuii sorridente e uscii. "Ciao" Mi limitai a dire salendo nella macchina di mio padre. "Come va?" Chiese. "Quando mi lasci libera bene " Ammisi con aria di sfida. "Papà ti posso dire una cosa?" Dissi stufa della situazione "Si" Ammise lui guidando. "Io ti voglio bene e penso che tu voglia la mia felicità ed io a Roma non lo sarò. Domani parto per l' argentina all' insaputa di Paulo e prima che tu mi sgridi e mi chiudi in camera voglio che sappi una cosa" Ammisi "Sei il papà migliore del modo, ma lo saresti ancora di più se mi lasceresti libera. Non ho scelto io il professore privato. " Ammisi. "Ti lascio libera solo se accetti di finire l' ultimo anno in una scuola normale a Torino" Ammise lui. "A fare fatto, però mi lasci comprare una casa da sola?" Ammisi sorridendo "Vuoi convivere con Dybala?" Chiese mio padre a quella sua domanda non feci a meno che sgranare gli occhi. "Cosa? Papà sempre 18 anni ho. Non voglio accelerare nulla. " Ammisi "Sei vergine?" Mi chiese. Mi imbarazzai "Papà" Dissi come per richiamarlo "Lui mi guardò e sorrise. Arrivammo a casa e preparai la valigia. L' indomani venni svegliata dalle labbra di qualcuno che si poggiarono sulla mia guancia. Cinsi il collo di Alvaro e lo spinsi nel letto con me. "Ti devi alzare hai l' aereo" Disse ridendo. Mi alzai stampandogli un bacio sulla guancia e mi alzai. Dopo questione di minuti uscii dal bagno. Salutai mio padre e mi diressi in macchina con Alvaro in aeroporto. "Fai attenzione" Disse Alvaro "Tranquillo, devo scappare sennò mi vede" Dissi ridendo. "Per qualsiasi cosa chiamami" Annuii e lo abbracciai. Mi girai l' ultima volta per salutarlo prima di salire sull' aereo. Procedetti normalmente, salita sull' aereo misi il bagagli sopra e mi sedetti. aspettando che il posto accanto al mio si occupasse da Paulo. "Scusa è lib" "Sorpresa" Urlai abbracciandolo. "Che ci fai qui?" Disse guardandomi con mezzo sorriso. "Che c'è non sei felice?" Chiesi sedendomi. "Si, certo" Disse dandomi un bacio. L' aereo partì e strinsi la sua mano. " A settembre non vado più a Roma" Dissi guardandolo. "Sono felice" Disse sorridendomi. L' aereo atterrò e prendemmo i bagagli. Uscimmo e vidi sua madre, con suo fratello e una ragazza corse verso di noi cingendogli il collo baciandolo.

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