Trentacinquesimo

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"Che cazzo fai?" Disse spingendolo Alvaro. "Non la devi toccare" Disse invece Paulo prendendolo dal collo. "Immagino sia stata a letto con te" Disse ridendo Gennaro. "Si e mi farei una bella domanda su questo" Disse Paulo. Con uno strattone Gennaro si liberò dalla presa di Paulo. "Morata preparati,il prossimo ad andare a letto con la puttana sarai tu" Alvaro gli diede un pugno nel naso che venne immediatamente ricambiato con un pugno sul labbro. La mano di Alvaro si sporcò leggermente di sangue quando prese contatto con il suo labbro. Mi misi in mezzo vedendo Paulo che stava perdendo il senno insieme ad Alvaro. Misi una mano nel petto di Gennaro e una su quella di Alvaro, mentre Paulo lo richiamai più volte essendo che io avevo due mani per fermare quelli più vicini e perchè Paulo era un pò più lontano di Alvaro. Simone mi scansò mettendosi lui in mezzo. "Paulo guardami" Dissi richiamandolo, i suoi occhi pieni di rabbia si spostarono sui miei e riuscii a richiamare la sua attenzione. "Basta, lascialo stare" Ammisi io supplicando che mi ascoltasse. "Vattene "Disse Paulo indicandogli le scale. Paul prese per la nuca Gennaro amichevolmente facendolo allontanare da Alvaro, mentre Simone mise entrambe le sue mani sulle spalle di Alvaro cercando di farlo ragionare. "Devo parlare con la puttana" Sbottò Gennaro. Paulo si avvicinò a Gennaro con aria minacciosa "Chiamala un altra volta così e sei morto" Disse spingendolo. Gennaro mi vide con la coda dell' occhio e mi diede una gomitata facendomi perdere l' equilibrio e facendomi cadere dalle scale. Chiusi gli occhi continuando a sbattere un fianco e l' altro tra le scale fino a quando non arrivai a terra, dove alzai lo sguardo toccandomi il fianco destro. I ragazzi si stavano quasi ammazzando per soccorrermi. Alzai lo sguardo afferrando la mano di Paulo, mentre Simone mi prese da fianchi facendomi gemere dal dolore. Gennaro scese le scale e Paulo si mise davanti a me. Aprì la porta di casa "Non finisce puttana" Urlò per poi chiudersi la porta alle spalle. Gemetti dal dolore toccandomi il fianco destro. Mi guardai la mano e la vidi sporca di sangue. "Paulo" Dissi "Che cazzo" Disse girandosi e abbassandosi, mi alzò la maglietta e vide due punti saltati. "Dobbiamo andare in ospedale?" Chiese Paul "No, faccio io" Disse Paulo guardando la ferita. "Vai sopra" Mi ordinò. Circondai il collo di Simone mentre la sua mano sinistra cinse con forza il mio fianco sinistro aiutandomi a salire le scale. "Non ce la faccio" Soffocai quasi le parole dal dolore. Non perse tempo e mi prese in braccio. Mi poggiò nel mio letto ed io mi levai la maglietta senza avvisarlo. "Potevi avvisarmi" Ammise sorridendo lui "Come se ti dispiace" Ammisi io "Potevi aspettare che se ne andasse" Disse Paulo entrando e notandomi in reggiseno. Simone se ne andò chiudendo la porta. "Non c' è niente di male"Ammisi io "Stai sanguinando, smettila di ribattermi" Disse Paulo ridendo. Si sedette ed io mi misi d' un fianco, dandogli la possibilità di facilitargli il lavoro. "Non è meglio andare in ospedale?" Chiesi strizzando gli occhi dal dolore " Secondo me è meglio che tu faccia silenzio e ti fidi di me" Ammise l' argentino zittendomi per qualche minuto. Una pezza fredda mi fece raddrizzare la schiena dal bruciore. "Mi devo fidare di una persona che mentre stava con me" Respirai "Stava con un altra?" Dissi urlando dal dolore. Lui non rispose, sentii il filo trapassare la mia pelle. Incominciai ad urlare dal dolore soffocandoli a causa del cuscino che incominciai a mordere. "Ho finito" Disse mettendomi una mano sulla spalle. Poggiai entrambe le mie spalle nel letto e respirai riacquistando fiato. "Vado a posare le cose e torno" Disse Paulo prendendo le cose e alzandosi. "Vedi come sta Alvaro" Dissi. Aprì la porta e sentii "E' in reggiseno non puoi entrare" mi girai vedendo Alvaro. "Alva"Urlai "Come stai?" Chiesi vedendolo avvicinarsi. "Come sto io? come stai tu" Disse ridendo. "Io me la cavo" Dissi sorridendo "Tu?" Chiesi "Me la cavo" Disse ridendo "Io vado da Simo e Paul" Annuii e lo vidi uscire. Sentii la porta aprirsi e mi girai sapevo chi già fosse. "Come ti senti?" Mi domandò Paulo. "Posso chiederti un favore?" Chiesi dolcemente quasi sussurrandoglielo "Certo" Disse sedendosi accanto a me e accarezzandomi il braccio."Domani non svegliatemi, andate tranquillamente a Vinovo. " "Non esiste, tu non rimani da sola" Sbottò Paulo. "Per favore" Dissi supplicandolo. "Domani mattina esco, vado da mio padre e poi torno qui" "Va bene" Cedette. Mi sedetti incominciando a tossire. "Vuoi un bicchiere d' acqua?" Mi chiese Paulo. Mi alzai chiudendomi in bagno e rimettendo tutto ciò che mangiai. "Apri" Disse Paulo, ma io aprii solo quando ero sicura di aver finito. Mi misi nel letto e lui senza chiedere si mise sotto le coperte con me ed io lo lasciai fare e mi addormentai tra le sue braccia con il suo dolce tocco che era capace di far tranquillizzare chiunque.

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