In mezzo a quella strada che portava a casa c' eravamo solo io e Simone e forse per lui ero una delusione. "Quanto ci rimarrai?" Mi domandò tenendo le mani strette al volante e il suo viso fisso sulla strada ferma. "Penso due settimane" Ammisi e quella mia domanda fece premere l' acceleratore a Simone. Quella notte dormimmo insieme, ma i nostri corpi proprio come le nostre menti erano lontane e per niente a contatto. L' indomani mattina senza salutare nè Paul, nè Alvaro e nemmeno colui che mi fece prendere questa decisione, Simone mi accompagnò all' aeroporto. "Prenditi cura di te" Mi sussurrò mentre ero tra le sue braccia. "Si, fallo anche tu" Ammisi alzando lo sguardo verso il suo per poi far unire le nostre labbra in un bacio, non di addio. Salii su quell' aereo e la confusione dei miei pensieri e la confusione dei miei sentimenti cessò, calmandosi. Arrivai in Spagna dove alloggiai al solito albergo e dopo essermi fatta una doccia raggiunsi il gruppo. Il capo gruppo ci spiegò che saremmo stati una settimana in Spagna e un altra in un altro posto che al momento non hanno rivelato. Ero giunta in Spagna a metà settimana quindi sarei stata solo 2 giorni in Spagna. Questo corso consisteva solo di girare la Spagna e divertirsi, come un gruppo di viaggio, quel gruppo che mesi fa mi tenne compagnia e mi fece sentire a mio agio nonostante la scelta di mio padre di mandarmi a studiare. Non volevo passare il tempo in Spagna andando a letto con persone che nemmeno conoscevo e non volevo nemmeno bere. Simone mi ama molto e non penso che mi tradirà. I due giorni in Spagna volarono e mi ritrovai per l' ennesima volta in aereo. In quei due giorni non pensai nè a Simone nè a Paulo, pensai solo a divertirmi e stavo bene. "por favor guarde el cinturón abrochado,estamos aterrizando en Argentina" Sorrisi. Dell' Argentina ho un brutto ricordo, quando Paulo si è scontrato con gli occhi di Antonella. Scesi dall' aereo con il vento che mi scompigliò i capelli. Arrivata in albergo i ragazzi mi chiesero se volevo uscire con loro, ma mi rifiutai e mi misi nel letto ad ascoltare un pò di musica. Chiusi gli occhi sentendo la musica nelle mie orecchie sentendo bene le parole.
"Io con te sarò sincero, resterò quel che sono. Disonesta io non sono, ma se tradisci io non perdono"
Tolsi la musica e uscii dalla camera sbattendo la porta con rabbia. Rabbia perchè quelle parole mi ricordavano Paulo, perchè il posto in cui io ero mi ricordava Paulo. Forse la cosa giusta da fare sia quella di accettare che Paulo si stia creando la sua vita insieme ad Antonella. Scesi e camminai per un pò, l' aria dell' Argentina mi rilassava tantissimo. Decisi di andare in un bar e mi sedetti bevendo il mio thè. "Ciao tesoro, ti ricordi di me?" Disse una voce. Sobbalzai alzandomi al contatto con quella mano e mi ritrovai davanti la mamma di Paulo. "Si, certo" Ammisi afferrandole la mani. "Posso?" Domandò dopo avermi abbracciata. Mi girai con la paura che ci fosse anche Paulo, ma scontrai il mio sguardo con quello dei suoi fratelli che salutai con un sorriso. "Mio figlio come sta?" Domandò. Ecco, il dolore si impossessò di nuovo di me. "Bene, dovrebbero essere tornati a casa con Antonella" Ammisi fingendo un sorriso. La sua mano strinse la mia, ricordandomi tanto mia madre. "Quanto starai qui?" Domandò. "Ancora per qualche giorno" Ammisi. "Io dovrei andare" Ammisi. "Certo" Disse alzandosi e abbracciandomi. Salutai un ultima volta i fratelli di Paulo e mi diressi verso l' albergo.
PAULO
Tornammo a casa dove trovammo solo Simone seduto sul divano. "Ciao" Dissi salutandolo, ma lui non mi degnò di uno sguardo. Presi le valigie di Antonella e le mie e le portai in camera. Vidi la camera di Ara aperta ed entrai, ma lei non c' era. Scesi giù in salotto e mi misi nel divano insieme ad Alvaro e Paul, mentre Antonella si mise sopra le mie gambe. "Vi siete litigati?" Domandò Alvaro all' amico notevolmente giù di morale. "Non ne voglio parlare" Sbottò. "Che è successo?"Domandò Paul "E' partita, se ne è andata" Sbottò urlando e si fermò a guardarmi. "Come se ne è andata?" Chiesi. Sentii Antonella irrigidirsi, ma la tenni stretta a me. "Domani noi torniamo a casa" Sbottò Antonella, ricordandomi del ritorno in Argentina. "E' vero, scusate se non ve l' ho detto prima. L' ho dimenticato". Ammisi. Mangiammo e poi andammo a dormire. Simone aveva qualcosa, era successo qualcosa con Ara. Mi misi nel letto con Antonella che incominciò a toccarmi il membro. "Amore sono stanco" Mentii " Amore dai" Insistette lei. "Dai amore" Ammisi io. Lei si voltò dall' altra parte addormentandosi. Io non riuscivo a prendere sonno in nessun modo, in testa avevo solo lei e non capivo molte cose. Avevo paura che si fosse risentita con Matt, che la stesse maltrattando o facendole del male, ma le mie paure svanirono quando sentii un rumore della porta. Mi alzai e uscii dalla stanza affacciandomi dalle scale e non potevo credere a ciò che stava accadendo sotto i miei occhi. Entrai subito in camera prendendo il cellulare e incominciai a riprendere tutto. Simone si stava baciando con una ragazza e man mano che si stavano avvicinando al divano incominciarono a privarsi dei vestiti. "Stronzo" Sussurrai per poi stoppare il video e ritornare a letto. L' avrei aspettata. Avrei aspettato che lei tornasse per farle vedere tutto e dopo? Dopo che avrei fatto? Stavo con Antonella, com' era uno stronzo Simone lo ero anche io e se lui non si fosse litigato con Ara, ma si fossero lasciati? Con i pensieri che passavano per la mia testa mi addormentai.
L' indomani mi svegliai, mentre Antonella si incominciò a preparare. Presi una coperta e la lanciai addosso a Simone che quando mi vide sgranò gli occhi guardando la ragazza nuda al di sopra del suo corpo. "Io non potevo renderla felice, ma mi aspettavo che almeno tu" Venni interrotto da Antonella che scese le scale. Dopo quelle ultime parole mi diressi fuori dalla casa con rabbia senza nemmeno salutare i ragazzi. Dopo alcune ore arrivammo a casa, Antonella andò a casa sua ed io alla mia. "Mamma" Ammisi entrando in casa e buttandomi tra le sue braccia. "Amore" Disse mia mamma abbracciandomi più forte che poteva. "Ci sono i tuoi fratelli in salotto" Ammise. Entrai andando a salutare i miei fratelli. "Paulo" Ammisero salutandomi. Mi misi nel divano a guardare con loro qualche programma che non seguii a causa dei miei pensieri, ma furono interrotti da Mariano. "Abbiamo incontrato la tua amica che è venuta pure a casa" Ammise Mariano. "Quella con il nome strano" Continuò.
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•La mi joya•
RandomMio padre è il responsabile dell' area medica della Juve. Inutile dire che ho l' accesso ovunque, grazie alla grande amicizia di mio padre con Massimiliano Allegri, allenatore della Juve. Con tutti i giocatori della Juventus ho un buonissimo rapport...