Si fece sera ed indossai una gonna cortissima e un top e per completare tacchi e rossetto rosso.
Scesi le scale, ma mi dovetti bloccare a causa di Paulo davanti all' ultimo gradino con le mani attaccate al passamano. "Fammi passare" Sbottai "Prego" Disse levando una mano dal passamano e scendendo l' ultimo gradino. Lo guardai stranita e passai avanti, ma dovevo aspettarmi che Paulo non mi avrebbe lasciata andare. Mi prese per le gambe mettendomi sopra la sua spalla, incominciai a scalciare ma colpii solo il mio sedere. "Belle mutandine" Sbottò Paul che si beccò una fulminata da Paulo. "Che c'è quella gonna e come se non se la fosse messa" Ammise il francese. Paulo salì le scale e mi chiuse in camera, con lui. "Se hai bisogno di soldi per pagare quella cazzata falli bene" Sbottò. "Che intendi?" Domandai "Vai a lavorare, ma non fare la puttana" Ammise lui incrociando le braccia al petto. "Paulo faccio tardi e poi fare la puttana è un lavoro" Ammisi io "Un lavoro sporco e tu non sei così" Ammise lui. "Ti ringrazio per le belle parole, ma lavoriamo forse quanto voi calciatori" Ammisi io "E chissà perchè, forse perchè voi stessi ci chiamate" Sbottai arrabbiata ricordandomi del suo tradimento. Non mi voleva far uscire per nessuna ragione, ma sapevo che ricordargli determinate cose lo avrebbe paralizzato. "Ti devo ricordare che l' ho quasi fatto con Simone e che mi è piaciuto?" Dissi con un sorriso malizioso per provocarlo. In un batter d' occhio mi ritrovai con la schiena che premeva sulla porta e le sue mani che facevano pressione sui miei polsi. "Sei geloso?" Domandai "Non sono geloso" Ammise lui. Le sue labbra e la sua lingua premettero violentemente sulla mia bocca e approfondii il bacio più di quanto già non lo fosse. La sua mano salii lungo la mia coscia, ribaltai la situazione e aprii la porta per poi uscire di corsa da casa con Simone che cercava di raggiungere il mio passo. Mi infilai in macchina e Matt partì. Arrivammo al locale dove incominciai a ballare. Guadagnai 500 euro, non abbastanza per saldare il debito. A metà serata lanciai i soldi in aria e uscii dal locale afferrando il mio capotto. Incominciai a correre verso casa, ero stanca di sentirmi dire che ciò che guadagnavo non era abbastanza per saldare il debito. E se non l' avessi fatto che cosa mi sarebbe successo? Mi avrebbe uccisa? Bene non aspettavo altro. Corsi fino a quando non vidi le luci di casa accese. Arrivai e bussai. Simone mi aprì non rivolgendomi la parola. Entrai e vidi Paulo sul divano con Antonella. Mi bloccai osservando l' argentino ridere insieme alla presunta vecchia fiamma. Salii le scale e mi andai a cambiare per poi scendere e raggiungere i ragazzi al piano di sotto. Aprii la porta e scesi due gradini, ma un mano mi afferrò per il polso. "Siamo tutti in camera da me" Mi sussurrò Simone "Non posso scendere?" Domandai irritata "No Ara" Disse. Salii quei due gradini che scesi e mi infilai in camera di Simone. "Che è successo?" Domandai "Forse dovremmo esserlo noi a chiedertelo a te" Sbottò Alvaro dietro di me. "Ho chiuso" Mi limitai a dire. "Che è successo a quei due laggiù?" Domandai "Hanno fatto pace" Disse Simone. "Come?" Domandai scioccata. "Stanno insieme Ara" Ammise Alvaro. "Con chi mi ha tradito?" Chiesi pensando che fosse lei. "Non è con lei che ti ha tradita" Ammise Simone. "Quella mattina tu ti eri svegliata ed io sono venuto a casa da Paulo ed ho trovato una ragazza. Ti posso assicurare che neanche Paulo la conosceva" Ammise " Io non potrei sopportare altro male" Ammisi osservando Alvaro e Simone davanti ai miei occhi. In quel momento uscì Paul dal bagno con le cuffie che canticchiava. "Hai visto chi c' è sotto?" Mi domandò con il suo accento francese. Annuii " Ho anche visto che quando vai in bagno per fare i tuoi bisogni ci vai a ritmo di musica" Dissi facendo ridere anche i due ragazzi che presero posto accanto a me. Accendemmo la televisione e ci mettemmo tutti e quattro nel letto a guardare un film, ma la mia mente era talmente piena di pensieri che non riuscì a capire nulla del film e tra un pensiero e l' altro mi chiusi gli occhi.
Mi svegliai e vidi Alvaro che dormiva al mio fianco e dall' altra parte Paul, mi sedetti e vidi Simone che abbracciava la mia gamba e sorrisi per poi metterlo al mio posto. Mi alzai e andai in bagno, ma al passare vidi i vestiti di Paulo a terra e la porta socchiusa. Mi avvicinai e vidi Paulo che dormiva abbracciando la schiena nuda di Antonella. Delle lacrime rigarono il mio viso, ma in fondo tutto ciò me lo meritavo. Andai in camera mia abbracciando il mio cuscino. Piansi tantissimo e un dolore atroce al petto non fece altro che provocarmi altro dolore. Una mano mi accarezzò la schiena e mi vennero i brividi. Di quei brividi ne era capace solo Paulo "Vattene" Dissi tra un singhiozzo e l' altro. "Non me ne andrò" Ammise. Quella voce, dolce, ma allo stesso tempo dura era di Simone. Mi girai sconvolta, ero sicura che quella fosse la mano di Paulo. "Che ci fai qui?" Domandai asciugandomi le guance bagnate "Ti aspettavo e non ti ho vista arrivare" Ammise Simone. "Hai visto Paulo?" Domandò ed io annuii. Si sedette e mi prese in braccio. "Voglio che tu stia bene" Ammise. "Mi è impossibile " Ammisi guardandolo "Niente è impossibile" Ammise "Dovrei farmi un tatuaggio" Ammisi ridendo. "Io mi offro per accompagnarti e Alvaro si offre per la macchina" Ammise e mi fece ridere. "Vedi, sei molto più bella così" Disse passandomi un pollice sulla guancia destra. Lo abbracciai e ci mettemmo nel mio letto. "Mi aiuterai?" Domandai guardandolo. Le sue braccia possenti afferrarono il mio bacino avvicinandomi a sè. "Ti aiuterò" Ammise guardandomi e mi addormentai avvolta tra le sue braccia. Sicura che niente e nessuno potrà farmi del male.
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•La mi joya•
عشوائيMio padre è il responsabile dell' area medica della Juve. Inutile dire che ho l' accesso ovunque, grazie alla grande amicizia di mio padre con Massimiliano Allegri, allenatore della Juve. Con tutti i giocatori della Juventus ho un buonissimo rapport...