PROLOGO

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<<No!>> Urlo rigirandomi nel letto.
Stringo le ginocchia al petto e mi tappo le orecchie, ma non serve a niente. Le grida nella mia testa sembrano non voler tacere.

È inverno e in orfanotrofio le lenzuola sono leggerissime, ma nonostante ciò sento come se stessi bruciando dentro.

Le fiamme aumentano di più, fino a divorare l' intera camera.

<<Scappa Jessy!>> Urla mia zia carica di apprensione.

Non l' ascolto, forse perché ho sentito quello che ha detto, ma la frase non mi è ancora arrivata al cervello. Sono talmente paralizzata e sconvolta dalla scena, che le mie gambe sembrano non volersi muovere.

<<Jessy...>> Sussurra di nuovo mia zia, prima che tutto il suo corpo venga completamente avvolto dalla fiamme.

<<Zia!>> Urlo come non ho mai fatto in vita mia.

Più l' incendio si espande, più aumenta il dolore che ho nel petto. Un dolore atroce, persistente, che non ho mai provato prima d' ora.

Finalmente le mie gambe decidono di muoversi e senza pensarci nemmeno mezza volta, corro verso il corpo di mia zia.

Appena vedo i suoi occhi spenti, realizzo che ho appena perso la persona più importante della mia vita.

Cado in un pianto isterico e mi paralizzo per la seconda volta. Inizia a mancarmi il respiro, tossisco, inspiro, singhiozzo, tossisco, inspiro, singhiozzo più e più volte.

Sento come se una parte di me fosse morta insieme alla dolce zia che mi accarezzava i capelli mentre mi cantava una ninna nanna per farmi addormentare. Insieme alla dolce zia che mi raccontava storie esilaranti in cambio che io mangiassi le verdure. Insieme alla dolce zia che giocava con me a ogni gioco che le chiedessi di fare, che mi consolava sorridendomi e baciandomi la fronte.

Non esiste, o meglio non esisteva persona più forte di lei. Mi aveva cresciuta facendomi sia da madre che da padre e non aveva mostrato il minimo segno di debolezza. Io, però, ho sempre saputo che soffriva per la morte di mia madre Rose, nonchè sua sorella, e mio padre Thomas.

Continuo a urlare il suo nome, anche se so che non mi sente.

Poi tutto il rosso e l' arancione iniziano a oscillare, fin quando la mia visuale si colora completamente di nero e sento una voce chiamarmi.

<<Jessy! Jessy! Ti prego svegliati! È solo un incubo>> Mi sussurra una voce familiare all' orecchio, mentre muove delicatamente il mio braccio.

<<Serena>> Sussurro e ,appena vedo il suo sguardo preoccupato, mi si stringe il cuore.

È successo ancora, accidenti! Io mi sono agitata e lei ,vedendomi così ,si è preoccupata per me.

Abbraccio immediatamente la mia migliore amica, sperando che in questo modo lei capisca quanto le voglia bene e quanto le sia grata per la sua vicinanza. Senza di lei non sarei mai riuscita a superare la morte di mia zia Denise.

Dopo averla vista a terra senza vita, ricordo solo di essermi trovata in ospedale. Mi aveva salvato un pompiere e subito dopo  aveva chiamato l' ambulanza.

Avevo solo otto anni quando è scoppiato l' incendio e non avendo altri parenti, eccomi qui, in orfanotrofio.

<<Stai bene?>> Mi chiede Serena mentre si stacca lentamente da me.

<<Sì, ci sono abituata ormai>> Forzo un sorriso. Mia zia mi ha sempre detto che non devo mentire, ma non ce la faccio proprio a dire alla mia migliore amica che ogni volta è più doloroso e scandaloso per me.

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