CAPITOLO 2

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            BRUTTO PRESENTIMENTO

5 ANNI DOPO...

Una goccia di pioggia scivola sulla mia pelle scoperta, bagnadomi e facendomi rabbrividire un po'.

Forse dovrei chiudere la finestra, ma proprio non riesco a staccare gli occhi da quell' albero, dall' albero che è cresciuto insieme a me, che mi ha accompagnato durante la mia infanzia.

Sento che in un qualche modo siamo legati, simili.

Lui per vivere si aggrappa alle sue radici, proprio come io mi aggrappo a Serena e a Manuel, i miei due migliori amici.

Lui, in questo momento, sta combattendo contro il vento per cercare di non farsi abbattere, proprio come io cerco di non farmi abbattere dai miei demoni interiori.

"Sono andata avanti" Penso mentre stringo forte il mio ciondolo.

Ed è vero :sono andata avanti! Questi anni mi hanno aiutato a vedere i lati belli della vita e a sorridere nonostante il passato.

Gli incubi mi hanno abbandonato da tempo ormai, esattamente da quella sera in cui ho indossato il ciondolo di mia zia e mi sono ripromessa di non pensarla più.

In questo periodo, però, ho un brutto presentimento, come se dovesse succedere qualcosa di terribile.

Non so spiegarlo bene, ma è cominciato tutto nel bel mezzo della notte...

Ho sognato una stanzetta completamente bianca, con solo un lettino al centro e un rumore strano. Solo più tardi ho capito che era il rumore di un macchinario che controllava il battito cardiaco di qualcuno. Il problema era che non riuscivo a individuare quel qualcuno, l' unica cosa che vedevo era una macchia sfocata.

<<Buongiorno Jessy>> Mi saluta Serena con la voce impastata dal sonno.

Mi giro e la vedo sbadigliare e stiracchiarsi. Oggi, però, ha qualcosa di strano, sembra faccia quasi fatica ad alzarsi dal letto.

<<Vado a farmi una doccia>> Dice ed esce dalla stanza.

Controllo l' orario : 7: 15.

Tra un' ora c'è lezione e io - essendomi svegliata quasi quattro ore fa, in preda agli spasmi- ho la capacità comprendonia di un mulo.

Mi stropiccio gli occhi e chiudo la finestra, lasciandomi avvolgere subito da un' aria decisamente meno fredda.

Vado verso la specchiera e mi piastro i capelli, mentre osservo la mia immagine allo specchio.

Non sono più una bambina, eppure continuo ad avere le guance sempre arrossate che mi danno un' aria infantile. Gli occhi color cioccolato e i capelli castani e lisci, fanno di me il ritratto di mia madre e mia zia ( erano gemelle).

Abbasso lo sguardo sulla specchiera e sbuffo quando mi accorgo che è tutto sottosopra. Odio il disordine!

Rimetto tutto a posto, ma nel farlo faccio cadere per terra il beauty case di Serena.

Mi rimprovero mentalmente per essere sempre così sbadata e mi accovaccio per prendere quel che mi è accaduto.

<<Che cosa hai fatto?!>> Sento urlare dietro di me.

Mi giro e vedo Manuel con una faccia terrorizzata e le mani nei capelli e Serena che gli da una gomitata.

<<Come hai potuto far cadere il mio beauty?!>>Esclama di nuovo Manuel mettendosi una mano sul cuore.

Solo ora mi rendo conto che sta scimmiottando Serena e scoppio in una risata insieme al mio amico.

Riccioli d' oro, invece, abbassa il viso e si dondola sui talloni imbarazzata.

<<Io non faccio così!>> Dice e rialza il viso per linciarci.

<<Invece sì>> Rispondo, mentre Manuel si avvicina salutandomi con un bacio sulla guancia.

Sorrido perché è un gesto molto affettuoso e si sa che alcuni gesti valgono più di mille parole!

<<Andiamo?>> Mi chiede il mio migliore amico prendendomi a braccetto.

Rido per il suo gesto e insieme usciamo dalla stanza, seguiti da Serena che chiude a chiave la porta.

Percorrendo i corridoi , incontro visi familiari che ormai considero parte della mia famiglia.

In orfanotrofio sono tutti sempre gentili e simpatici; da quando Sam è stato adottato, i suoi amici non mi hanno più dato fastidio e io mi trovo in perfetta sintonia con tutti.

Ebbene si! Qualche psicopatico ha adottato Sam l' idiota... Io non avrei avuto il coraggio di portarlo a vivere con me nemmeno sotto torture!

Io e i miei amici ci avviciniamo ai nostri armadietti , prendiamo quel che ci serve per le due ore di italiano ed entriamo nella classe della professoressa Smith.

Da quando ho consegnato a quest' ultima il mio diario, la prof mi ha consiglitao di sedermi vicino a lei e di darmi qualche lezione privata.

È rimasta piacevolmente sorpresa per il mio compito e ha detto che, continuando in questo modo, posso arrivare a raggiungere orizzonti lontani, addirittura potrei diventare una scrittrice. Personalmente lo desidero da morire, diventare una scrittrice è diventato il mio obiettivo e il mio più grande sogno.

Ancora oggi continua a ripetermelo e, ogni volta che lo dice ,il mio cuore si riempie di gioia.

<<Buongiorno ragazzi>> Ci saluta la professoressa.

Noi rispondiamo al suo saluto e ci sediamo ai nostri soliti posti.

********
5 ore dopo...

<<Io odio geografia!>> Esclama Manuel mentre io, lui e Serena ci sediamo a un tavolo della mensa.

<<Tu odi ogni materia esistente sulla faccia della Terra!>>Rispondo ovvia.

<<Ah, parole sante!>> Afferma battendomi un cinque.

Io e il mio amico incominciamo a mangiare, invece, Serena sembra essere su un altro pianeta.

Non tocca cibo e non parla con nessuno, ci guarda con uno sguardo da cane bastonato.

Più lei impallidisce, più io inizio a preoccuparmi.

<<Hey, tutto bene?>> Chiedo.
Che domanda intelligente! È ovvio che non sta bene!

<<Mi sento solo un po' debole>> Mi dice sforzandosi di sorridere.

<<Vuoi che ti accompagni in infermeria?>> Si intromette Manuel e lei annuisce.

Io mi alzo di scatto per accompagnarli , ma Ricioli d' oro mi ferma con un gesto della mano.

<<Lasciate stare, ci vado da sola. Non preoccupatevi, al massimo avrò la febbre...>> Senza darci il tempo di controbbattere se ne va.

<<Che strano! È da stamattina  che sembra stare male>> Mormora Manuel risiedendosi.

Manuel non ha esattamente ragione, in  questi giorni non è la prima volta che Serena sta in questo stato e che non mangia ,  anche se è la prima volta che sembra così stanca, esausta, quasi affaticata.

Spero tanto che sia solo la mia immaginazione e che il brutto presentimento che sento non sia legato alla mia migliore amica. Non sopporterei se le accadesse qualcosa!

   

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