SOLA
Entro in camera mia singhiozzando.La prima cosa che mi viene in mente di fare è chiamare Serena per sfogarmi con lei. Ma subito dopo che lo penso, mi sento terribilmente egoista. Riccioli d' oro è lontana e sola in un ospedale con i suoi problemi, non posso aggiungerne altri.
Comunque sia, il solo suono della sua voce riuscirebbe a tirarmi sù il morale, perciò penso di chiamarla senza accennargli niente di quello che è successo.
Tolgo il cellulare da caricare e mi butto sul letto cercando di accenderlo.
Dopo vari tentativi, perdo la pazienza e lo lancio sul materasso. Sfortunatamente rimbalza e va a finire per terra, creando una piccola pioggia di vetro.
Velocemente lo riprendo e mi accorgo che è solo la pellicola di vetro a essersi rotta. Lo schermo non è rotto, il cellulare ha solo qualche ammaccatura ai lati.
Subito il mio pensiero va a Cassandra. È stata lei l' ultima a usare il mio amato compagno di vita. Scommetto che l' ha fatto apposta! Deve averlo rotto per farmi innervosire! E ci è riuscita...
A quest' ora sarei già andata da lei se non fossi ancora scossa per il litigio con Manuel.
Sono stanca, esausta, mi sento schiacciata dalle troppe emozioni insieme e senza rendermene conto mi addormento.
*******
Il vento mi scombina i capelli, mi penetra le ossa, ma non mi dispiace nemmeno un po'. Mi dà un senso di libertà che non provavo da troppo tempo.Mi sento più leggera, felice, era dalla morte di zia Denise che non mi sentivo così . È come se mi fossi tolta il macigno che avevo sul cuore, come se stessi respirando per la prima volta.
Vedo case, auto, piazze e alberi rimpicciolirsi sempre di più, fin quando diventano piccoli puntini indistinti.
<<Atterraggio previsto a Oxford>> Annuncia una voce robotica.
Chiudo il finestrino e sparisce la visuale della città, proprio come sparisce tutto il resto. Sono circondata dal buio completo.
È un sogno. Per la prima volta dopo anni ho sognato qualcosa che non mi ha terrorizzato.
È stato strano, non capisco perchè ho sognato una cosa del genere. Dev' essere perché ormai non ho più niente che mi lega a questo posto e la mia voglia di andarmene è immensa.
Ho paura ad aprire gli occhi, per una volta voglio staccare la spina e immeggermi in un mondo diverso, che non mi faccia pensare a tutto quello che sta succedendo. Voglio sostituire i brutti pensieri con i belli, gli incubi con i sogni. È chiedere tanto?
<<Ma bene, bene. Sta diventando un' abitudine saltare le lezioni?>>
È chiedere tanto far scomparire Cassandra dalla faccia della terra?
<<Il professore di biologia ha chiesto di te>> Continua a rompere lei.
<<E tu che cosa hai detto?>> Chiedo senza aprire gli occhi.
<<Che ronfavi beatamente sotto le coperte e ci ho azzeccato in pieno a quanto pare>>
<<Che cosa?! Potevi inventarti una scusa!>> Apro gli occhi e mi siedo di scatto quasi urlandole in faccia.
<<Per parare il culo a te? Puoi benissimamente scordartelo! Non avrai mai nemmeno un favore da me!>> Dice alzando la voce alla
parola" mai".Si siede sul suo letto e prende il suo cellulare.
A proposito di cellulare...
<<Mi spieghi che fine hai fatto fare al mio telefono? Perché non si accende?>>Chiedo irritata.
<<Cosa vuoi che ne sappia io! Non è colpa mia se quel cazzinbocchio ha tirato le cuoia!>>
<<Uff...come ti pare. Non ho voglia di litigare anche con te>> Rispondo risdraiandomi nel letto con fare esausto.
<<Che vuoi dire con " anche">> Cassandra alza la testa dal suo cellulare e si concentra su di me.
Per una volta sembra interessata a una conversazione che intraprende con me, ma io non ho intenzione di dargliela vinta.
<<Ho litigato con una che viene nel mio corso di aritmetica>> Rispondo e mi giro dall' altra parte del letto per non guardarla . Perfino un ' idiota come lei capirebbe che sto mentendo se mi guardasse in faccia.
<<Ah non credo, deve essere un litigio di qualcuno a cui tieni molto per farti stare in questo modo>>
Ma da quando ha un cervello?
<<Che intendi dire con " in questo modo"?>>
<<Ormai ti conosco tappetta>> È
l' unica cosa che dice.Sento il rumore della tastiera del suo telefono, segno che sta messaggiando con non so chi e che vuole chiudere questa conversazione.
Non gli dirò che il litigio è con il mio migliore amico. Già me la immagino a sorridere vittoriosa e ad aggrapparsi al braccio di Manuel guardandomi con superiorità e con odio, una soddisfazione che non voglio darle.
Eppure se ha detto che dev' essere
qualcuno a cui tengo davvero, vuol dire che già ha capito. Purtroppo ha ragione, lei mi conosce bene ormai. Sa che con Serena in ospedale, Manuel è l' unica persona in orfanotrofio che mi tira sù il morale e a cui voglio bene come un fratello maggiore.Mi alzo dal letto e vado a scrivere il tema da consegnare alla professoressa Smith, in questo modo almeno mi distrarrò.
Ma anche adesso mi sbagliavo. Per la prima volta non riesco a scrivere niente, nella mia mente si ripete sempre la stessa frase:
"Non tornare a essere quella di un tempo, non lasciarti trasportare dal dolore come già hai fatto. Se tutto andrà bene, noi tre ritorneremo a essere un gruppo. Ora, però, l' importante è essere uniti più che mai perché la nostra amicizia è sempre stata l' unica cosa che ci ha salvati dalle perdite che abbiamo avuto. Io e te staremo insieme per sempre. Non dimenticarlo. Mai" Come ha potuto Manuel arrabbiarsi così, dopo avermi detto quelle parole?!
Ho assaporato il loro significato giorno per giorno e mi sono aggrappata a loro per andare avanti, proprio come avevo promesso a Manuel. Il problema è che ora è lui a trascinarmi giù. Proprio come una nave, se affonda l' ancora, affonda anch' essa.
"Se tutto andrà bene, noi tre ritorneremo a essere un gruppo" Ma niente sta andando bene, siamo passati dall' essere i tre moschettieri ai tre sconosciuti.
Il gruppo si è sciolto e non tornerà più insieme, me lo sento, ne sono sicura. Ma vorrei tanto sbagliarmi.
È ripensando ai giorni che abbiamo passato insieme io, Serena e Manuel che mi vengono le lacrime agli occhi e che capisco quanto io sia caduta in basso.
Mi ritrovo a poggiare la testa sulla scrivania e a singhiozzare, senza preoccuparmi che mi veda Cassandra.
Qualche secondo dopo, sento sbattere la porta.
Cassandra è andata via.
Sono sola.
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UNCONDITIONAL LOVE
Roman d'amourJessy è una bambina di soli 8 anni che non ha mai conosciuto i suoi genitori. Vive con sua zia Denise, non sentendosi diversa per la mancanza di una figura materna e una paterna. È felice, spensierata e piena di vita. Il suo problema è, però, quello...