CAPITOLO 24

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RIFUGIO
È appena suonata la campanella dell' ultima ora, suscitando esclamazioni da parte di tutta la classe.

Mentre la professoressa di musica cerca di tenere a bada il silenzio, penso a qualche scusa che potrei usare con Jasmine ed Edward per poter andare a casa di Max senza preoccuparmi.

Velocemente sistemo i libri nello zaino e corro per i corridoi cercando i gemelli Anderson.

Li trovo quasi subito davanti all' entrata della scuola, intenti a giocare con il cellulare.

<<A destra, a sinistra, salta!>> Sta urlando Jasmine, mentre Edward sta modificando la foto della sorella aggiungendole due corna e un paio di baffi.

<<Caspita ,le dona!>> Esclama facendomi ridere.

<<Fammi vedere>> Dice Jasmine e appena vede la foto, tira un ceffone alla nuca del fratello.

<<Cretino!>> Lo rimprovera.

Prendo i cellulari dalle mani di entrambi per far capire loro che devono prestarmi la loro totale attenzione.

<<Oggi...ehm, ho fatto amicizia con una ragazza e abbiamo pensato di fare i compiti a casa sua, poi possiamo fare una passeggiata per comprare il regalo a Josh...>> Improvviso perché, essendo nel panico, ho dimenticato tutte le scuse che avevo inventato. Tipico mio!

<<Come si chiama?>> Chiede Edward con fare protettivo.

<<Oh, non ti sarai messo a fare la parte dell' iperprotettivo?! Preferisco quello stronzo e un po' imbecille a questo punto! Puoi andare da chi vuoi Jessy >>Mi sorride Jasmine.

L' abbraccerei fino a domani mattina solo per questo!

<<Grazie>> Dico velocemente e corro via.

Poi però una qualche forza mi fa fermare e tornare indietro.

Abbraccio i miei due amici e loro all' inizio sono così sorpresi che fanno fatica anche solo a muoversi.

Quando entrambi ricambiano, sono costretta a trattenere le lacrime. Stranamente un loro abbraccio mi ricorda quello di Serena e Manuel, mi danno la stessa forza, lo stesso affetto. E mi sembra sbagliato, tremendamente sbagliato.

Come puo' un loro abbraccio avere lo stesso valore di quello di Manuel e Serena?

Sciolgo l' abbraccio e me ne vado senza aggiungere altro.

Non so perché l' ho fatto, forse volevo solo dimostrare la mia gratitudine per tutto quello che loro hanno fatto per me.

Senza rendermene conto sono già nel parcheggio e appena incontro i due oceani profondi di Max, accelero il passo.

Più il suo sorriso si allarga, più mi sento leggera, come se stessi volando. Come se dopo una tempesta, mi stessi preparando a incontrare il sole. Come se il vento che si è appena alzato stesse portando con sè i brutti pensieri e ricordi del passato. È bello sentirsi così!

<<Ciao>> Saluto Max con il fiatone. Appoggio le mani sulla ginocchia e inspiro pesantemente.

Si sente una risata nell' aria e sembra quasi che il vento sia cessato per farmela udire meglio.

<<Quando ti ricomponi partiamo>> Sorride Max, mentre guarda la moto e
l' accarezza come se fosse un dolce cucciolo di cane.

<<Devo salire anch' io? Sì!>> Esclamo urlando come una pazza.

Un secondo dopo sono già salita in moto e sto gridando a Max di fare altrettanto.

Lui mi guarda come se fossi da rinchiudere in manicomio, ma a me non frega nulla. Sono elettrizzata all' idea di andare in moto!

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