DICHIARAZIONE
È passata una settimana e continuo a sentirmi sbagliata continuando a stare in questo posto.
La professoressa Smith ha detto di essere costretta ad accelerare i tempi. Così ,il giorno stesso in cui me l' ha detto ,ho già dovuto consegnare il tema.
La mia mente era altrove e il tempo era poco, perciò non credo di aver fatto granché. Ma ce l' ho messa tutta, questo lo posso assicurare a chiunque.
Manuel ogni volta che mi vedeva sembrava non essere così tanto arrabbiato, anzi sembrava essere dispiaciuto. Ma non si avvicinava e se provavo a farlo io, lui si allontava. Mi evita come la peste.
Cosa ho sbagliato? Che gli ho fatto? Ho provato a chiederglielo per tutta la settimana inutilmente.
Ma ora mi sono stufata di rincorrerlo! È lui a sbagliare e non mi scuserò per un qualcosa che non ho fatto. Quando si deciderà a parlarmi lo ascolterò e dovrà avere una buona scusa per farsi perdonare.
Il dolore si è tramutato in rabbia, perciò da adesso in poi inizierò a ignorarlo anch' io.
<<Andiamo! Accenditi!>> Urlo come una pazza, ma il mio telefono continua a non funzionare, non vuole saperne di accendersi.
Alcune persone mi passano affianco e mi guardano come se fossi un extraterrestre. Io farei lo stesso, dato che sto urlando da mezz' ora a un aggeggio tecnologico rotto ,nel bel mezzo del corridoio.
<<Ancora non ci hai rinunciato, tappetta?>> Mi dice Cassandra sbucando da dietro il mio armadietto. Da quando io e Manuel non ci parliamo, lei sembra raggiante e sta ancora molto di più insieme a lui.
<<È tutta colpa tua!>> Le sbraito in faccia, prima di chiudere l' armadietto e di andarmene senza nemmeno preoccuparmi della scusa che avrebbe usato questa volta.
Arrivo nell' aula di storia e mi posiziono al mio solito posto, sotto gli sguardi indagatori di tutti.
Ormai tutti si sono accorti che ho cambiato carattere e che il mio umore è sempre sotto i piedi. Ma nessuno ha fatto niente, il che non mi interessa. Quello che veramente mi fa arrabbiare è che l' unica cosa di cui si preoccupano è di capire quello che è successo per poter spettegolare. In poco tempo sono diventata la loro conversazione preferita, sono sempre al centro dei loro discorsi e a me non piace essere al centro dell' attenzione.
È incredibile come la gente riesce a trovare interessante le disgrazie altrui!
La professoressa di storia entra nell' aula traballando sui tacchi e ci saluta.
Io guardo fuori dalla finestra : il cielo è completamente grigio, proprio come il mio umore.
*****
All' ora di pranzo...Mi siedo al mio solito tavolo posando il vassoio con solo una mela dentro.
Il tempo di darle un solo morso, che sento qualcuno chiamarmi.
<<Jessy!>> Squittisce la professoressa Smith comparendomi davanti con una bottiglia di vino in mano e con un sorriso a trentadue denti.
<< E quella a cosa è dovuto?>> Chiedo indicando la bottiglia che ha tra le mani.
<<Dobbiamo festeggiare!>> Esclama sedendosi e tirando fuori dalla borsa un cavatappi.
<<Perché? C'è finalmente un motivo per festeggiare?>>
<<Indovina un po' chi ha vinto il concorso?>>Mi chiede mentre strappa il tappo della bottiglia.
<<Oh, mio Dio!>> Esclamo finalmente entusiasta. Era da prima del litigio con Manuel che non sorridevo così.

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UNCONDITIONAL LOVE
RomanceJessy è una bambina di soli 8 anni che non ha mai conosciuto i suoi genitori. Vive con sua zia Denise, non sentendosi diversa per la mancanza di una figura materna e una paterna. È felice, spensierata e piena di vita. Il suo problema è, però, quello...