CAPITOLO 76

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                   CASO RIAPERTO

<<Allora?>>

<<Beh... Marta e Charly non sono poi tanto male>>

Sorrido soddisfatta : un problema in meno.

<<Scusami per ieri>> Sospiro mentre lui si siede al mio fianco.

Chiudo il libro per concentrarmi sulla conversazione che sicuramente Max aprirà, ma mi rendo conto che non sono ancora  disposta a  dirgli la verità.

Non voglio farlo preoccupare proprio ora che la nostra relazione va a gonfie vele e che la morte del padre sembra essere più distante e meno dolorosa rispetto a solo poco tempo fa.

Lui non ha più nominato Bill e Trevor. Io non ho più nominato zia Denise e Manuel.

Stiamo molto meglio così.

<<A volte mi arrabbio con te perché ti tieni molte cose dentro e non me ne parli, non ti sfoghi. È più forte di me. Ogni parola non detta è uno spiraglio di fiducia in meno. Poi mi rendo conto di quante cose non ti ho detto sulla mia vita...>>

<<...e che io non ho insistito per farmele raccontare>> Concludo al posto suo.

<<Già...>> Si gratta la nuca.

<<E sono molte?>> Incrocio le gambe sul divano.

<<Cosa?>>

<<Le cose che non mi hai detto>>

<<No...solo una>>

Ma di fondamentale importanza.
Lui sa cos'è successo quella notte, è qualcosa di talmente brutto che non vuole dirmi. Si sente colpevole di una morte provocata da un altro, ma
l' istinto e il suo comportamento mi suggeriscono che non è l' unico motivo che lo fa sentire responsabile del suo più grande dolore.

<<Perciò non ti costringerò
nemmeno io>>

Mi ero quasi dimenticata che la conversazione era incentrata su di me e non su di lui.

<<Te ne sono grata>> Sorrido.

Dei passi dietro di noi rovinano
l' atmosfera silenziosa.

Sento il tonfo dei salti avvicinarsi sempre di più al divano.

<<Clarissa sai camminare da persona normale?>> Alzo gli occhi al cielo.

<<Ma come avete fatto a sentirmi? Io volevo spaventarvi!>> Piagnucola lei.

<<Era impossibile non sentirti>> Marta compare dal nulla con in mano un cellulare che sono sicura non sia il suo.

<<Hai lasciato il tuo cellulare in cucina. Ha squillato un paio di volte>> Porge l' oggetto al mio ragazzo che guarda le chiamate perse aggrottando la fronte.

<<È mia madre. Sarà meglio andare>> Spiega e mi da un bacio sulla fronte prima di uscire di casa.

Marta non riesce a reprimere un sorriso appena segue il mio sguardo puntato verso la porta che viene chiusa dall' esterno.

<<Che c'è?>> Chiedo.

<<State bene insieme>> È l' unica cosa che dice. Ma ,al contrario del suo sorriso, la sua voce non è confortante.  Sembra fragile come il vetro. Un ombra di amarezza si cela in essa.

<<Non mi sembra che lo pensi davvero>> Non posso fare a meno di dirlo.

<<E invece sì>> Si accomoda al mio fianco e, appena Clarissa le si avvicina, la prende in braccio e le solletica il nasino.

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