CAPITOLO 26

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                           FESTA (1)
<<Bugiarda!>>

<<Come scusa?>> Chiedo confusa.

Edward mi sventola il mio cellulare in faccia e ,appena vedo la foto che stava guardando, capisco tutto.

<<Dovevo immaginarmi che saresti stata con Harrison!>> Sputa acido.

<<Max, si chiama Max>> Accidenti alla mia lingua! Invece di trovare una scusa, mi metto a discutere con lui su come lo deve chiamare!

Edward non risponde, si limita a guardarmi in cagnesco, facendomi stare male. È arrabbiato questo lo so, ma non mi odia. Nei suoi occhi leggo tutt' altro, leggo qualcosa che non si avvicina minimamente a un sentimento così grande e brutto come l' odio.

È uno sguardo che conosco, che ha tormentato la mia infanzia, ma anche
l' ultima cosa che ho visto negli occhi di zia Denise. Rimpiango da anni il desiderio di scacciare quel sentimento dalla sua anima, la voglia di ricordarmela sorridende e felice, con occhi sprezzanti di felicità. E invece no. Me la ricordo mentre mi guardava triste e sofferente e in lei si accendeva quel sentimento. La paura.

<<Edward>> Sussurro avvicinandomi e lui  mi porge il telefono sospirando.

<<Dobbiamo parlare>> Dice sedendosi sul mio letto. Appoggia i gomiti sulle ginocchia guardando il pavimento e pensando - forse- a come iniziare il suo discorso.

<<Allora...>> Si inumidisce le labbra e incrocia i miei occhi, pronto a intraprendere un discorso serio.

Ma forse quella che non è pronta sono io. Ho il ritmo del cuore accelerato da quando lui ha iniziato a guardarmi in quel modo.

Di cosa ha paura? Di me ? Di Max?

<<Sì,di Max>> Dice.

Non mi ero resa conto di averlo detto ad alta voce. Vorrei non averlo fatto, ma soprattutto vorrei che lui non mi avesse dato quella risposta.

<<Per quale motivo?>> Mi costringo a chiedere sedendomi al suo fianco.

Indecisa ,mi mordo il labbro. Forse dovrei vivere nella menzogna, nell' ingenuità, fare finta che vada tutto bene per non scottarmi ancora una volta. Ma si può vivere così? Si può vivere circondati da pareti di carta che possono crollare da un momento all' altro? Perché è questo che succederebbe. Le bugie hanno le gambe corte, la verità verrà sempre a galla,  facendo crollare le falsità di cui ci siamo circondati. Perciò è meglio sapere tutto prima, quando farà meno male.

<<Dimmi tutto >> Sussurro.

<<Tre anni fa, Bill, il padre di Max, era appena tornato da  ...>>

<<La cena è pronta!>> Jasmine entra in stanza interrompendoci.

<<Che succede? Avete dei musi lunghi! >> Chiede abbassando  il tono della voce. I miei timpani la ringraziano!

<<Jessy, in realtà non è...>>

<<...affamata! Non ho fame, mi fa male la pancia>> Interrompo Edward prima che possa alludere al mio pomeriggio insieme a Max.

Lo guardo sorridendo e facendogli
un occhiolino per fargli capire di assecondarmi, ma- con la fortuna che ho- scommetto di aver fatto una smorfia orrenda e che lui non abbia capito un tubo.

<<Ehm...>> Balbetta ricambiato la mia occhiata.

Scommetto che non sa che fare, preferirebbe sicuramente dire la verità alla sorella, ma d' altra parte non vorrebbe farla dispiacere a causa mia.

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