CAPITOLO 52

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    NON CI ACCONTENTIAMO MAI

<<Non siamo nemmeno partiti e già mi sto congelando le chiappe!>> Piagnucola Edward sul sedile davanti a me e Jasmine.

<<Vedrai quando ti riempirò le mutande di neve, avrai mooolto più freddo>> Ride la sorella, dandomi una gomitata.

Faccio finta di aver sentito quello che ha appena detto e mi unisco alla sua risata.

Quando qualcuno mi tira un calcio, non posso far a meno di trasformare la mia risata in un urlo.

<<Che volete?>> Mi giro verso i due fidanzatini psicopatici.

<<Perché Linda è vicina a Max? Dovresti starci tu al suo posto>> Sussurra Dafne cercando di non farsi sentire.

<<Non lo so e non mi interessa!>> Mento e mi rigiro avanti.

Dopo circa dieci minuti, l' autobus parte, suscitando urla di gioia da parte di tutti.

Tranne di Max ovviamente.

<<Se facciamo l' incidente muore solo il conducente!>> Canticchia Edward e subito dopo Charly gli tira l' orecchio sinistro.

<<Ti ricordo che ci sono anch' io e terrò d' occhio te e tua sorella>> Avverte il figlio con il suo solito tono professionale.

<<Max, non ti alzare mentre il pullman è in movimento, rischi di cadere>> Si rivolge a Max che si è appena alzato per sedersi a due posti di distanza da Linda.

<<Meglio una caduta che sopportare quella pazza isterica per altri cinque secondi>> Indica la faccia da schiaffi seduta indietro e lancia a Charly
un' occhiata fredda come il ghiaccio.

In effetti ha una bella faccia tosta a rivolgersi a Max come se una settimana prima non fosse successo niente.

<<Se facciamo l' incidente ,muore solo il conducente!>>

<<Josh, non ti ci mettete pure tu!>>

<<Se facciamo l' incidente, muore solo il conducente!>>

E questa volta sono tutti i ragazzi del pullman a cantare.

                          ****
Uno strato di neve nasconde il rosso acceso del tetto, mascherandolo con un manto bianco.

L' hotel sembra così piccolo e insignificante tra le braccia del vento gelido e il cullare dei fiocchi bianchi che scendono lentamente.

Al minimo spostamento d' aria, cambiano triettoria, ricominciando la loro discesa silenziosa.

I pini decorati di palline bianche e cristalli ghiacciati, circondano la montagna. Gli uni appoggiati agli altri creano un gioco di ombre che danno una dose di mistero al paesaggio.

Viene voglia di immergersi in quel fitto bosco per scoprire quale altra magia ha fatto questo bianco dono della natura.

Non posso fare a meno di abbassarmi per raccoglierne un po'. La accarezzo accorgendomi di quanto sia morbida e fredda, come un cuscino d' estate.

È la prima volta che vedo la neve; dove vivevo con zia Denise  faceva sempre caldo. Per me relax voleva dire tuffarsi tra le onde del mare, rinfrescandosi e bagnandosi i capelli, osservare come le gocce d' acqua sulla mia pelle evaporavano al calore del sole.

Ora, invece, guardando questa distesa innevata e i ragazzi della mia età scendere da essa con lo slittino, il mare mi sembra un ricordo sfumato del passato. Mi sembra niente paragonato alla neve.

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