CAPITOLO 30

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                      GIORNALE(1)

Prendo un forte respiro e lancio un urlo di frustazione, pieno di rabbia.

Perché nessuno vuole dirmi cos'è successo tra Max e i fratelli Anderson?!

Afferro un sasso e lo butto nel fiume, creando un cerchio che ne produce uno più grande e poi uno ancora più grande e così via.

Ciò mi fa riflettere sulla mia situazione...

Proprio come quando ho buttato il sasso e i cerchi si sono sparsi
nell' acqua, così si può espandere la voce se troppe persone sanno la verità.

È questo il problema quindi? Non si fidano  di me nonostante le promesse di sigillarmi le labbra? No, non può essere questo... Max crede che io possa farmi un' idea sbagliata di lui, Edward ha paura di quello che potrebbe fare... Sono due ragionamenti opposti che mi stanno portando in alto mare.

Per tutta la mattinata  ho cercato di darmi una spiegazione logica, ma
l' unico risultato è stato quello di confondermi ancora di più le idee, sempre se è possibile essere più confusi di così.

Non ho più parlato con Max da quando mi ha pregato di smettere di cercarlo e lui non ha più incontrato il mio sguardo nemmeno per caso.  Però sapeva che io lo fissavo, lo capivo perché ogni volta che restavo a guardarlo per un tempo leggermente più lungo, lui cambiava postazione in modo da non essere più visibile ai miei occhi.

Nemmeno nell' ora di arte mi ha degnata di uno sguardo, ha preferito che io mentissi al  prof Winchester dicendo che ho fatto il disegno da sola, piuttosto di far sapere a qualcuno che mi ha dato una mano.

Per quanto riguarda Dafne e Simon ,si sono fatti vedere molto presto. A quanto pare non avevano litigato, anzi, mi sembravano più affiatati del solito.

Dopo scuola , Jas ed Ed sono tornati a casa, mentre io con la scusa di una passeggiatina sono venuta qui, in questo rifiugio dove si può pensare senza essere disturbati; talmente solitario e silenzioso che sembra estraniato dal resto del mondo.

Capisco perfettamente perché a Max piaccia tanto! Ma qualcosa mi dice che ci sia un motivo più grande della tranquillità che si trova in esso, come se questo posto fosse pieno di ricordi importanti per lui. Proprio come io ho il ciondolo di zia Denise che mi riporta a mente frammenti della mia vita passata a ogni occhiata, Max ha questo posto.

Ma nonostante ciò, non è stando qui che troverò una soluzione e tantomeno la troverò lanciando sassi in un fiume.

Almeno questo pomeriggio potrò distrarmi un po' grazie al compito scritto che ci ha assegnato la professoressa! Non solo mi distrarrò, ma uscirò da questo mondo per entare in  un altro, per circondarmi di fantasie inesistenti. È questo il mio vero rifugio!

Al pensiero delle giornate passate così, a leggere e a scrivere, con l' unica preoccupazione di essere interrotta e ritornare con i piedi per terra da un momento all' altro, mi viene da sorridere.

Mi metto lo zaino in spalla e subito dopo sento una voce dire il mio nome con tono sorpreso.

<<Che ci fai  qui?>> È Max.

Ha una voce stanchissima e sembra vacillare.

<<Stai bene?>> Chiedo.

Vedo che ha dei fiori in mano, ma appena si accorge che li sto guardando li butta nel fiume.

<<Come tutti i giorni...>>Mormora e si appoggia all' albero.

Noto che con me è diverso rispetto a come si comporta con gli altri. Quando sta con qualcuno che non sia io, o sorride e scherza, o è freddo e prepotente, mai così...debole.

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