CAPITOLO 63

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              COME AI VECCHI TEMPI

<<Dobbiamo parlare Max Harrison e tu mi ascolterai, altrimenti l' unico a scavarsi la fossa con le sue stesse mani sarai tu>>

Incrocio le mani sotto il seno e lo guardo dritto negli occhi, dimostrandomi più autoritaria e coraggiosa di quanto in realtà sia.

<<Cosa ci fai qui?>>

<<Sono venuta a soffiare il naso di quella donna>> Indico l' anziana signora che sta ancora parlando, convinta che qualcuno la stia ascoltando.

In risposta Max mi porge un fazzoletto che io prendo e strappo, buttandogli i pezzetti di carta addosso.

<<Adesso fai anche l' arrabbiata?!>> Urla.

<<Giovanotto è normale che sia arrabbiata! Il marito di mia figlia voleva farmi andare in un ospedale con un gatto!>>

Max si gira verso la donna e la guarda esasperato, mentre io mi vergogno della voglia pazzesca che ho di infilarle in bocca i suoi stupidi tovagliolini pieni di muco.

<<Possiamo parlare in un altro
luogo?>> Picchietto il piede per terra.

<<Io e te non abbiamo proprio niente di cui parlare!>>

<<Giovanotto, quindi ti sto annoiando con i miei discorsi?>>

<<Adesso basta! Signora non stiamo...>> Max -vedendo il modo sgarbato con cui mi sono rivolta alla donna- mi tappa la bocca e, continuando ad avere la mano appoggiata sulle mie labbra, mi trascina nel salone principale.

L' espressione confusa di Sabrina è
l' ultima cosa che vedo prima che Max chiuda alle nostre spalle la porta del locale.

<<Si può sapere cosa ti costa ascoltarmi, eh? Io ti giuro...>>

<<...che non hai baciato nessuno di tua spontanea volontà. Jessy, so che mi avresti detto questo, ma io vi ho visti>> Non mi guarda.

Max mi aveva fatto una promessa. E io gli avevo creduto.

<<Ho cercato di divincolarmi! Io non provo niente per Manuel!>>

<<Manuel!>> Sobbalza nell' udire quel nome.

<<Il tuo migliore amico
all' orfanotrofio? Quello con cui Jasmine voleva farmi ingelosire alla gita sulla neve?>>

<<Sì...l' hai appena  detto! Il mio migliore amico, niente di più. Tu sai chi...chi mi piace...>> Vedo i suoi occhi addolcirsi, perciò mi avvicino a lui, facendo finta di niente.

<<E oggi allora? I vostri nasi si sfioravano...>> Ritorna come prima e si allontana da me come se la mia vicinanza potesse fulminarlo.

<<Io vorrei crederti, ma davvero non ci riesco! Non riesco a togliermi dalla testa quell' immagine! Non sopporto che qualcun altro ti si avvicini, è più forte di me. Poi il modo in cui sorridevi quando hai letto il suo messaggio...Non ce la faccio. Non ti credo>>

<<Sai, potrei chiederti cosa io debba fare per farmi credere, ma non lo farò. Un qualsiasi rapporto si basa sulla fiducia e se questa non c'è crolla tutto. Noi compresi>>

Ignoro le fitte al cuore e per una volta anch' io riesco a rimanere impassibile.

<<Io ho avuto fiducia in te quando ti hanno accusato di omicidio e quando Marta e Charly hanno fatto di tutto per farti odiare. Sempre e comunque, nonostante tutto. E anche se ti tradissi per davvero, mi meriterei il tuo perdono. Lo meriterei per tutto il male che mi hai fatto con la tua freddezza e il tuo distacco e per tutte le volte che mi hai urlato di andarmene, ma io mi sono fatta forza e sono rimasta. Perché avevo fiducia in un tuo cambiamento... e anche perché avevo fiducia nella mia tendenza a continuare fin quando non avresti capito i tuoi errori e avresti cercato di rimediare. Ma erano solo supposizioni, aspettative che non si avvereranno mai>>

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