CAPITOLO 12

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CASA ANDERSON

<<Atterraggio previsto a Oxford>> Afferma la voce metallica.

È esattamente tutto uguale al mio sogno, perfino le emozioni sono le stesse.

Mi sento libera, sollevata.

Ho sofferto e soffro ancora per zia Denise, Serena e Manuel, ma sento dal profondo del cuore che cambiando aria riuscirò a superare tutto questo con più facilità.

È come ricominciare da zero, come vivere per la prima volta. Fa male voltare le spalle al passato, ma alcune volte scappare è la cosa migliore.

Ho chiuso un capitolo della mia vita per aprirne un altro e farò tutto il possibile pur di finirlo con un lieto fine.

*****
<<Jessy, siamo arrivati>> Sento una voce che mi chiama in lontananza.

Piano, piano, apro gli occhi e davanti a me si focalizza il viso di Charly.

<<Siamo già arrivati?>> Chiedo con la voce impastata dal sonno.

Charly annuisce e mi fa segno di seguirlo, cosa che faccio solo dopo essermi stiracchiata per bene.

Appena mi alzo dal sedile, il bambino che mi ha tirato calci per tutto il tragitto mi spinge e inizia a correre verso l' uscita mentre i suoi genitori gli corrono dietro e lo pregano di fermarsi.

Mi incammino per l' aereo e dopo qualche altro spintone,mi intrufolo nella folla ed esco.

Nel giro di pochi minuti ho preso le valigie e sono uscita dall' aereoporto, fortunatamente tutta intera.

Il mio accompagnatore ferma un taxi con un cenno della mano e il taxista ci invita a salire.

<<Non manca molto, Jessy>> Mi rassicura Charly.

Esattamente venti minuti dopo, siamo arrivati a casa Anderson. Dico "esattamente" perché ero talmente nervosa che ogni dieci secondi controllavo l' orario.

Io e Charly scendiamo dal taxi e io prendo la mia valigia. Appena mi giro, non posso fare a meno di sgranare gli occhi per lo stupore.

La casa che mi si para dinanzi è gigante e completamente bianca. Ci sono tantissime finestre, ognuna di esse abbellita da tende con decorazioni dorate.

Dopo l' enorme cancello, si estende un meraviglioso giardino, pieno di aiuole e alberelli di fiori. Al centro c'è una piccola fontanella con due delfini l' uno di fronte all' altro in posizioni diverse. L' acqua che esce dalle loro code è limpida e cristallina.

Non posso credere che il giorno prima mi trovavo nell' orfanotrofio in una squallida e vecchia stanzetta e ora in questo posto. Soprattutto, non riesco a credere che ieri ero sola, oggi invece ho delle persone che sono disposte a ospitarmi a casa loro e a diventare la mia famiglia. Non so se sarà facile adattarmi a loro e considerarli tale, ma devo almeno provarci.

Ricordo ancora a memoria il giardino di zia Denise, per me non esiteva un posto migliore di quello. Ma nonostante la grande passione che aveva mia zia e il grande impegno che ci metteva nel giardinaggio, non c'è il minimo confronto tra il suo giardino e quello del signor Charly.

Solo ora mi accorgo di essere rimasta ferma davanti a quella fontana, mentre Charly si sbraccia da vicino alla porta d' ingresso per farsi vedere.

Imbarazzata, corro verso di lui.

<<Mi fa piacere che ti piaccia>> Mi dice mentre suona il campanello.

Quando la porta viene aperta, una signora con i capelli neri e ricci ,legati in una coda di cavallo, mi sorride dolcemente.

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