Compleanni

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"babbo, ti devo parlare" il Conte distolse con malavoglia lo sguardo dal quotidiano che stava leggendo e lo rivolse alla figlia.

"babbo, volevo dirti che vorrei festeggiare il mio compleanno come piace a me."

"e come vorresti festeggiarlo?"

"in pizzeria,con pochi amici"

"pizzeria? pochi amici?"Giorgio aggrottò la fronte cercando di ricavare da quei pochi indizi il problema che sicuramente c'era,poi capì.

"c'entra quel ragazzo ebreo?"

"si, c'entra lui,si chiama Julian".

"a me non importa come si chiama.Hai deciso di trascorrere il tuo compleanno in pizzeria,con lui, se non ho capito male."

"si,compiamo gli anni lo stesso giorno e mi ha invitata al suo compleanno,il mio lo festeggeremo qui,a casa,la domenica successiva, noi familiari."

"vedo che hai già programmato tutto e la mamma cosa dice?"

"non gliel'ho ancora detto"

"Elena",Giorgio sembrava padrone di se stesso e delle sue emozioni,anzi,sembrava calmissimo,quasi paterno "Elena" proseguì "ti rendi conto? La mamma ha fatto di tutto per renderti questo giorno felice,aveva opensato di dare una festa in grande stile,poi la cosa è sfumata per cause di forza maggiore,ma non darle un altro dispiacere,lei ci tiene a farti fare bella figura e a darti il meglio... altro che pizzeria o trattoria!Però se per lei va bene,questa volta va bene anche per me,basta che non si crei scompiglio e soprattutto testa attaccata al collo" l'ammonì riferendosi al suo rapporto con Julian.

"va bene,glielo dirò" detto questo ,la ragazza si diresse verso il salottino della matrigna.

"cosa c'è?" le chiese subito,appena varcò la soglia.

Stava ricamando ,questa era una passione che si portava dietro da bambina.

"vedi,ti sto ricamando una camicetta...e poi ti lamenti sempre che non ti vogliamo bene" le disse con finto rimprovero,cercando un'atmosfera di pace che tanto piaceva al marito.

Elena buttò uno sguardo su quell'indumento che le abili mani della donna stavano abbellendo con fiori e rose dai colori delicati,che però non lo rendevano adeguato ai gusti della giovane,sembrava uscito dal baule della nonna,non adatto ad una ragazzina.

"grazie,ma vorrei dirti..."

"su,dimmi,altrimenti mi deconcentro e verrà fuori qualcosa di brutto" la invitò con un sorriso

"ho parlato con il babbo...per il diciannove,il mio compleanno,sono stata invitata da Julian,è anche il suo compleanno e lo festeggerà alla trattoria,il mio lo festeggeremo la domenica successiva,solo noi di casa..."

Fiamma alzò un sopracciglio,stringendo le labbra,mentre la mano destra tendeva il filo di seta preziosa.

"fa' come vuoi, se a tuo padre va bene così...però,ricordati,che non vogliamo storie,amici va bene,ma niente particolarità,eh..." riferendosi al giovane Fiz.

In quel periodo Leo si era nuovamente eclissato,ma era,come dire,giustificato,anche se una telefonata poteva farla,ogni tanto;però era lontano,la gente dimentica in fretta e probabilmente ai loro conoscenti non saltava agli occhi questa nuova latitanza,i Minelli,poi,non si erano fatti vivi,neppure per un saluto,"che gente",pensò Fiamma,almeno una telefonata di cortesia, invece da quando il loro pupillo era partito,sembrava si fossero dimenticati di loro.

Per dirla tutta, ai MInelli,dei D'Alauri,importava ben poco.

La madre di Leo non aveva accettato di buon grado Elena,gli sembrava troppo scialba per il figlio, e il fatto che fosse nobile e ricca non la rendeva migliore ai suoi occhi,anzi...voleva che Leo diventasse un pilota dell''esercito,come era stato suo padre,che facesse una bella carriera,che fosse felice, a lei dei Conti ,Contesse e via dicendo non importava niente,anzi,a frequentarli si sentiva sminuita,si sentiva a disagio,meglio starsene nel proprio cantuccio,nella propria sicurezza e anche il padre di Leo,in fondo,la pensava così.

Elena e JulianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora