Mi manchi

8 1 0
                                    

"Elena, ti vogliono al telefono"

Il padre era comparso improvvisamente sulla porta di camera sua e lei non se ne era accorta.

Non aveva neppure sentito suonare il telefono,sprofondata com'era nell'inferno della sua mente agitata.

Seguì il padre fino al corridoio,dve era l'apaprecchio telefono e lui le lanciò un'occhiata severa,di quelle che bucano l'anima.

"pronto?"

"ciao,Elena,volevo sentirti prima di andare a dormire.Ho fatto male?"

"no,Julian, tu non puoi capire il piacere che mi hai fatto! volevo chiamarti io,ma temevo di disturbare..."

"ma sei dura!ti ho detto che tu non disturbi mai,non devi scusarti mai con me,lo vuoi capire!"

"si,scusa"

"ecco,ancora a scusarti..vabbè,dai non importa,lo so che sei così e mi piaci da morire."

"era questo quello che avevo bisogno di sentirmi dire"

"ti ho letto nel pensiero,allora.E tu non hai niente da dirmi?"

"quello che hai detto tu"

"dimmelo.Puoi dirmelo? o devi parlare in codice?"

"posso,parlare,certo,i miei sono in una stanza lontana da qui,hanno ospiti"

"allora?" Avrebbe voluto dirgli "ti amo" ma si trattenne,

"mi manchi"

"sono qui"

"mi manchi anche quando ci sei"

"perché?"

"perché vorrei averti tutto per me" era riuscita ad esprimere un concetto importante,che le stava a cuore,che fino ad allora non le era riuscito fare, forse era la chiave di volta per trovare la serenità.

"Elena,io sono tutto per te...non mi dividi con nessuno"

"si,Julian,forse non riesco a farmi capire, io ..io...non so.."

"ascoltami,ora vai a riposare, domani mattina ti sveglierai più serena ,perché non hai motivo per non esserlo ,ci vedremo e parleremo tutto il tempo che vorrai.Promesso."

"si,Julian"

"c'è qualcos'altro che non va?" la sua voce era dolcissima,piena di tenerezza e di premura.

"no,tutto bene"

"sicura?"

"si,sicura,cioè...abbi pazienza con me,ma..ma dimmi qualcosa di bello prima di chiudere"

"tu sei bella...tutto di te è bello,cosa posso aggiungere di più bello?"

"una cosa,si"

"Elena, ti amo,era questo che volevi sentirti dire?"

"si, grazie di avermi compreso fino in fondo...anche io ti amo"

"avrei preferito dirtelo in faccia e non al telefono,ma posso rimediare..te lo dirò tutte le volte che vorrai.."

"grazie, Julian"

"ora andiamo a dormire.."

"buonanotte"

"buonanotte amore".

Julian chiuse la comunicazione confuso,felice e al settimo cielo.

Andò in cucina a prepararsi una camomilla, tanto si sentiva su di giri, anche se,se ne rendeva conto,ciò che provava per Elena era immenso,inspiegabile a parole e con un forte "peso" nella sua vita.

La sua vita era sconvolta.

Si,questa era la verità,ma facendo affidamento sul suo carattere così profondo,così forte, sicuramente avrebbe saputo come fare,l'amore che i suoi genitori gli dimostravano tutti i giorni,in ogni occasione,era stato un grande maestro di vita, un elemento essenziale per la sua crescita interiore.

Sospirò e dopo aver bevuto il liquido dorato si sistemò sotto le coperte,sereno.Chiuse gli occhi e si lasciò andare ad un sonno ristoratore.

Margherita e Lucilla si erano messe in un angolo a chiacchierare,prima dell'arrivo del professore in classe.

Lanciavano occhiate furtive alla porta, per intercettare subito l'ingresso di Elena,quella che consideravano un oggetto su cui sparlare,dopo che l'avevano vista in atteggiamento molto confidenziale con Julian.

In loro era salita una rabbia impotente,non si capacitavano come quella ragazzina "tutta per benino" si stesse confondendo con quel ragazzo,nei loro pettegolezzi le attribuivano gesti e cose mai fatte,ma che servivano per demolirla ancora di più ai loro occhi, nel tentativo di scaricare tutta la loro invidia e sporcizia mentale su di lei.

Aveva troppo,secondo loro, era ricca, era nobile,aveva case magnifiche, autista,cuoca,servitù,era di aspetto gradevole (ma,insomma...non è che ci tenesse poi così tanto,malignavano),era fidanzata con quel gran bel ragazzo di Leo e ora si perdeva dietro quell'altro,quel compagno di classe di oscura provenienza,per di più ebreo (a dire il vero di una bellezza inquietante,ma non lo avrebbero ammesso neppure sotto tortura).

Era una gatta morta,una smorfiosa una...meglio starle alla larga,che se ne stesse con le sue compagnie,però qualche dispettuccio potevano anche farglielo,senza invischiarsi troppo e l'occasione non tardò ad arrivare.

"allora,ragazzi, oggi vorrei proporvi qualcosa-sa di nuovo",Esordì la professoressa di geografia astronomica."mi piacerebbe,che voi faceste-ste dei lavori in gruppo e iniziaste a pensare che alla maturità può uscire anche geografia astronomica-ca, quindi non sottovalutatela-la!

Potreste iniziare,appunto con un lavoro-ro di gruppo e poi,da lì,costruire una tesina-na per l'eventualità che tale materia sia materia d'esame-me".

I ragazzi la guardano un po' perplessi, non essendo molto abituati a lavorare insieme,però non osarono aprir bocca.

"ho già fatto io i gruppi" li prevenne prima che qualcuno proponesse qualche accoppiata" gli scriverò alla lavagna,così non ci saranno dubbi.Continuò la donna più spedita nel linguaggio,ora che si era un poì addentrata nel discorso riusciva ad essere più fluida.

Elena guardò Julian ,sperando di capitare con lui,ma subito le sue speranze vennero meno, lei era capitata con Lucilla e Saverio Vanni,mentre a Julian toccò Margherita e Marybel.

"non fa niente,a noi cosa ci importa?" le sussurrò lui avendo intuito il disappunto della ragazza,lei ricambiò il sorriso,ma dentro sé era arrabbiata con la sorte, non vedeva proprio di buon occhio che Marybel avesse possibilità di interagire con Julian.


Elena e JulianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora