L'interrogazione andò bene,con soddisfazione di tutti.
Nel tornare a casa,la ragazza pensò intensamente a quanto accaduto la sera prima.Si sentiva così felice di aver vinto molte delle sue titubanze,anche se non tutte,tanto da avvertire una nota di piacevole leggerezza nei suoi pensieri,anche in quelli più segreti.
Amava Julian,lo desiderava.
Lo desiderava anima e corpo.
Si ritrovò a pensare a quanto provato anni prima per Giulio, una sensazione di puro desiderio fisico allo stato embrionale,ma sempre desiderio,pulsione sessuale.
Poi ripensò all' attrazione fisica e affetto provati per Pinuccio, poi all'effetto calamita procuratole da Andrea e,sopra a tutto,all'Amore che provava per Julian.
L'apoteosi dei sentimenti e del desiderio.
Tutto questo era stato contaminato dalle sue paure,dal senso di vergogna inculcatole dai familiari, dalle regole imposte dalla società in cui si trovava incasrata,senza esservi inserita.
Leri era fuori dal coro.
Lei era la pecora nera.
Lei era se stessa e non doveva tradirsi.Lei era spirito,era carne, era luce ed era ombra,da questo chiaroscuro vitale,doveve trarre origine la sua forza.
Era arrivata,finalmente a comprendere questo.
Nel pomeriggio,i due ragazzi si misero a studiare.
In casa c'era Francesca con i ragazzini e a cena sarebbero rincasati i suoi.Fra la presenza di queste persone e i compiti,non ebbero neppure tempo di pensare a loro stessi,ma quando arrivò l'ora di coricarsi,Julian le propose di dormire insieme.
"Mia madre non dirà niente,non commenterà..te lo assicuro"
"E tuo padre?"chiese Elena con voce lievemente preoccupata.
"Lo stesso.Abbi fiducia..lo sanno che siamo innamorati!ti hanno invitata loro a stare qui"
"si,certo,ma..."
"ma?
" ma non affrettiamo!"Lui sorrise "non preoccuparti,c'è tempo per ogni cosa".
Nonostante le fosse arrivato alla mente il cocnetto che lei e solo lei era responsabile delle sue scelte,Elena aveva sempre dei comportamenti ,delle risposte stereotipate,indotte dai numerosi insegnamenti castranti e sessuofobici a cui era stata sottoposta.
"Ragazzi,non è ora di dormire?" chiese Branka con ferma dolcezza
"si,mamma,senti, Elena dorme con me "
La donna incassò elegantemente quell'affermazione che la colpì.Ne avevano parlato tranquillamente altre volte,ma ora sentirselo dire direttamente,le fece una strana reazione.
"Va bene,è una decisione vostra.Lo sai come la pensiamo io e tuo padre.Non c'è niente di cui preoccuparsi."Poi voltò il viso, presa da una sorta di pudore misto a malinconia, capiva che suo figlio era cresciuto e stava trovando la sua strada e quella giovane ragazza così semplice e complessa nello stesso tempo le faceva tenerezza.
Elena entrò in camera, era vestita con pantaloni neri, ampi e un maglioncino dello stesso colore,con il collo alto.
C'era poca luce nella stanza e a lei piacque quell'atmsofera raccolta ed intima.
Julian la seguì,chiuse la porta alle spalle e si sedette sul letto ammirandola.
Allungò la mano verso il lettore cd e fece partire una musica molto dolce e sensuale, sapeva che Elena amava la musica,conosceva i suoi gusti al riguardo.
Con nonchalance lei si sfilò il lupetto e rimase in canottiera e reggiseno, poi si tolse i pantaloni, aveva un bel corpo, snello e tonico,nonostante avesse smesso danza da qualche mese,ma era intenzionata a riprenderla.
"aspetta"le chiese con voce gentile il ragazzo."non metterti il pigiama,"voglio vederti così,osservarti meglio.
i seni di lei erano tesi sotto la biancheria, ne intravvedeva i capezzoli alti e provò il desiderio impellente di metterli a nudo,le si avvicinò come un felino farebbe con la sua preda,passo felpato ed una luce magica negli occhi, piena di sete di conquista e gioia per l'imminente piacere.
Le sfilò la canottiera ,poi scese con le mani sui glutei, erano coperti dalla stoffa leggera degli slip,gli afferrò con delicatezza, erano sodi e ben fatti.Il desiderio rendeva sempre più forma nel suo corpo e nella sua mente.
Elena lo abbracciò,si baciarono con passione,mentre le mani di lei armeggiavano con la cintura dei pantaloni e poi con il bottone e poi con la cerniera ,mentre il reggiseno ed il resto cadevano a terra.
"non sai quanto ho desiderato questo momento" ansimò lui"non puoi immaginarlo..."
"anche io..nel silenzio delle mie paure ho immaginato,costruito,aspettato..."
"lo so..non è stata cosa da poco essere arrivati fino a qui."
"sei sicura,vero? sicura di volerlo,intendo?"
"si".La consapevolezza delle sue priorità e dei suoi desideri si era rivelata,sovrastando tutto il resto.
Intanto anche lui si era liberato degli abiti ed i loro corpi nudi tendevano l 'uno all'altro.
Erano distesi sul letto, di fianco le gambe intrecciate,le bocche incollate,le lingue che si esploravano con ardore.
"posso?" chiese lui con voce rauca.
"si..."
Con lentezza la girò supina e le fu sopra ,il tempo di giocare un po',il tempo di qualche carezza audace e poi furono una cosa sola.
Lei gemette di piacere e non di dolore,Julian era molto attento e si lasciava guidare dall'istinto,si muovevano all'unisono, ognuno concentrato nel piacere dell'altro e di rimando sul proprio piacere, dare e ricevere era una cosa sola.
"lo capisci quanto ti amo?" le chiedeva lui"questo è Amore.Non ha altro nome.Sei mia.Elena"aggiunse arrivando all'acme del piacere.
"Sei mio" ansimò lei senza più freni.Lo strinse forte quasi a non volerlo più far andar via.
Il dopo fu tenero e dolce,tanta era stata la passione,tanto era il sentimento che sgorgava,l'amore che nasceva dall'amore.
Lui la tenne stretta,cullandola fra le sue braccia.Nessun legame poteva essere più forte di quello che si era stabilito tra loro.
Nessuno poteva dividerli.
Neppure il destino,il loro amore lo avrebbe sfidato,il loro amore era più forte di lui,del fato.
Si addormentarono così,uniti,insieme, felici ,ignari di cosa il futuro avrebbe loro riservato.

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Elena e Julian
Algemene fictieUn amore intenso che nasce fra due liceali di estrazione sociale e religiosa diversa. Lei,Elena di nobile lignaggio ma cresciuta senza l'affetto della madre, in un ambiente arido e poco attento alle sue esigenze, incontra Julian ragazzo ebreo di...