Litigi

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Al rientro a casa,Elena fu subissata dalle domande di Fiamma,come era stata,Leo cosa aveva detto,Leo cosa aveva fatto,insomma,sempre e solo Leo.

Rispose con cortesia,anche se avrebbe voluto mandare tutti al diavolo,soprattutto la matrigna,ma non poteva ,quindi si adattò alla situazione,anche se con una certa freddezza.

"bene, mi fa piacere che siete stati insieme in allegria, a proposito,vorrei parlarti del tuo compleanno,sarebbe bello dare una grande festa ,come aveva proposto Leo e presentare a tutti il tuo fidanzato,insomma, un fidanzamento ufficiale in grande stile,oltre che un doppio compleanno!"

la ragazza di fermò nella posizione in cui era, deglutì,sospirò,poi,alzando la testa e guardando negli occhi Fiamma ,sillabò"Evidentemente non ci siamo capiti,io e Leo non siamo fidanzati e non voglio fidanzarmi con lui!Abbiamo una "storia",un filarino,se preferisci,senza grossi impegni, ci frequentiamo da pochi mesi e ho capito che non è adatto a me!Appena ho l'occasione gliene parlerò e metteremo fine,una volta per tutte,a questa buffonata!"

"sei impazzita? Come osi parlarmi così?Non hai capito tu,cara,la tua scelta l'hai fatta, hai portato in casa quel ragazzo,avete dormito sotto lo stesso tetto,lui è stato in vacanza con noi,la gente ha visto che vi frequentate,tutti sanno!Ci dovevi pensare prima,sapevi come fare! Ormai la tua scelta l'hai fatta,non vorrai certo essere presa per una fraschetta,una banderuola!"

Il volto della donna era livido,gli occhi piccoli, pieni di rabbia,la voce stridula,vicina ad un pianto nervoso.

"sai una cosa,Fiamma?Appena compiuti diciotto anni,me ne andrò di qui e tu non potrai far niente per incatenarmi alle tue volontà,perché di questo si tratta, vuoi incatenarmi ai tuoi principi,ai tuoi desideri,al tuo modo di pensare,ma io sono diversa,sono fatta di un'altra pasta!"

Il conte Giorgio,richiamato dal tono concitato della conversazione, irruppe nella stanza "ma insomma.voi due, che avete di tanto grave da starnazzare come galline?BASTA!"

"Giorgio,tu dici basta,tu dici che starnazziamo come galline, ma se avessi sentito cosa ha detto questa scellerata,capiresti il mio comportamento"

"dovete parlare piano" sibilò " o vi sentiranno tutti",in realtà era lui che aveva urlato di più.

"cosa ha detto Elena?"La Contessa gli riferì brevemente il colloquio, guardando con aria vittoriosa la figliastra.

"tu sei pazza, se vuoi andartene da questa casa fallo, la porta è aperta,ma non tornerai mai più,te lo garantisco e non avrai altro da me se non queste parole.Dove andrai? dal tuo amico ebreo?Vergognati,sei una sciagura per la nostra famiglia sei..sei..." si zittì facendo l'atto di darle uno schiaffo,poi si trattenne ,alla fine la spinse contro il muro.

Elena,abituata a queste reazioni violente del padre e ai discorsi velenosi della matrigna rimase composta,mentre dentro di sé un turbine di idee si rincorrevano. "dove andrò.cosa farò? Maria Cristina mi ospiterà? "

capiva di essersi messa in una situazione difficile.Respirò a fondo,avrebbe voluto chiamare Julian,spiegargli,ma sapeva che non era una buona mossa,doveva chiarire prima la sua situzione con Leo.

"va bene,me ne vado"

detto questo andò in camera sua,prese una valigia ci infilò dentro qualche abito,un pigiama, poi prese una sacca di tela grande e la riempì di libri,ma una volta davanti al portone si trovò la strada sbarrata dalla matrigna"non lo fare, non umiliare tuo padre"

"umiliare mio padre?" si ripetè in silenzio "siamo alla follia"continuò a pensare.

"vai in camera tua,vai a dormire,domani chiederai scusa e la cosa finirà qui".

Elena e JulianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora