Un amore intenso che nasce fra due liceali di estrazione sociale e religiosa diversa.
Lei,Elena di nobile lignaggio ma cresciuta senza l'affetto della madre, in un ambiente arido e poco attento alle sue esigenze, incontra Julian ragazzo ebreo di...
Julian Fiz era nato nel ghetto ebraico di Roma da padre romano e madre macedone,entrambi di origine ebraica.
Era un ragazzo dotato di una notevole introspezione e nonostante la giovanissima età possedeva una maturità non indifferente, tanto che i suoi genitori tenevano in altissima considerazione le opinioni che lui esprimeva,venendo considerato il "saggio" di casa.
Non si divertiva in questo ruolo,anzi,a volte gli andava stretto,avrebbe voluto sentirsi più leggero e più libero,ma aveva questo modo di essere impresso nel dna,retaggio ancestrale delle sue radici ebraiche e l'essere nato in una grande città,in un momento in cui le persecuzioni razziali non esistevano più,aveva contribuito poco a sollevarlo dal peso del passato, si sentiva molto ancorato alle sue origini e diverso dai ragazzi della sua età.
Tutto questo lo portava a vivere per conto suo, in un mondo spesso rigido, fatto di regole interiori,che non lasciavano spazio alla "frivolezza" propria dell'infanzia prima e dell'adolescenza poi, lui sentiva di avere una responsabilità nei confronti dei suoi nonni in primis e dei suoi genitori che di riflesso avevano sofferto,sentiva che doveva riscattarli in qualche modo e l'unico modo cui conosceva al momento era essere un figlio e nipote irreprensibile,ligio al dovere e preoccupato di non oltrepassare i confini che la buona e sana educazione ricevuta gli indicavano.
Era studioso, gentile e disponibile con gli altri senza mai essere invadente, molto rispettoso peccava,forse di mancanza di cordialità ,non che non lo fosse, lo era solo con i pochi intimi che facevano parte della cerchia delle sue frequentazioni,anche se da un po' di tempo era molto attratto dall'altro sesso,dalle ragazze che gli ronzavano intorno numerose.
Era bellissimo e quel suo comportamento un po' misterioso e un po' distaccato contribuivano ad aumentare il fascino innato.
Al momento,però aveva un unico vero desiderio,quello di diventare medico,curare le persone, prendersi cura della sofferenza altrui, lenire,per quanto possibile i dolori che la malattia infligge a chi ne è la vittima.
Suo padre e sua madre avrebbero fatto di tutto per accontentarlo,ma avendo altri due figli piccoli,Sarah ed Emanuele ,non erano sicuri di poter far fronte a tutte le spese che si sarebbero presentate per lungo tempo,per cui,Julian stava vivendo un momento delicato,preso dallo studio ma a tratti amareggiato dall'incertezza del futuro.Non disperava,però, era forte e fiducioso nonostante si rendesse conto che trovarsi un lavoretto era difficile,l'impegno della scuola era un peso schiacciante,come avrebbe potuto conciliare lo studio con un'attività lavorativa, seppur minima?
"L'unica cosa è sperare" si ripeteva spesso"sperare e studiare".Trovava molto conforto nello studio dei classici e soprattutto della filosofia, si addentrava in ragionamenti apparentemente contorti che lo portavao a scoprire meandri della psiche umana altrimenti inesplorabili, scendendo nel profondo dei ragionamenti riusciva ad estraniarsi dai pensieri negativi, era una cura anche quella, uno sfogo, un rimedio per i dubbi e le incertezze che potevano minare la sua serenità e la voglia di aprirsi al futuro.
Elia,il padre era un uomo molto buono e molto
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equilibrato, non si lasciava mai trasportare dall'ira,faceva il ristoratore,pur essendo laureato in filosofia (ecco da chi aveva ereditato la sua passione,Julian!) aveva preferito un piccolo ma sicuro guadagno rispetto alla vita di eterno precario che gli si era prospettata dopo aver conseguito la laurea. I suoi zii avevano una trattoria nel cuore della Capitale e lui si era unito a loro nella gestione, adattandosi a fare un po'di tutto, dal preparare qualche piatto, aservire ai tavoli a stare dietro alla contabilità, purtroppo non aveva potuto avere l'appoggio dei genitori i quali vivevano nel sud della Francia da tempo immemorabile, erano emigrati là,affidando Elia ai parenti rimasti a Roma quando lui era molto piccolo.
Branka proveniva dalla macedonia, nata in una
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famiglia piuttosto agiata si era trasferita a Roma per frequentare lingue,qui aveva conosciuto Elia, si erano innamorati e sposati ancor amolto giovani, Julian era nato dopo un anno di matrimonio, gli altri due figli a distanza di anni,presa dalla vita familaire si era accontentata di un lavoro che poteva gestire anche da casa, traduceva testi e traduceva testi per una piccola casa editrice, dava qualche ripetizione e se le rimaneva del tempo aiutava in trattoria;i Fiz vivevano bene,senza troppi lussi ma molto dignitosamente.
Una sera di fine Aprile,durante la cena il capofamiglia richiamò l'attenzione dei suoi su di sé. "Vi devo dire una cosa importante."Esordì con voce velata da una insolita emozione
"una cosa che probabilmente cambierà la nostra vita,ma prima di decidere vorrei parlarne con voi".
"Abbiamo la possibilità di trasferirci a Siena ,sempre che anche voi siate d'accordo,mio cugino Aaron mi ha proposto di lavorare con lui."Tacque,scrutando le facce dei familiari che erano rimasti di sasso,Sarah con la bocca aperta e la forchetta a mezz'aria,Emanuele con un'espressione indecifrabile dipinta sul volto,sua moglie con gli occhi accesi dalla sorpresa e Julian con aria interrogativa,nessuno parlò per qualche momento.
Elia sembrava,ora ,impassibile,ma dentro fremeva,ci teneva tanto a trasfersi,soprattutto perché Siena era una città a misura d'uomo,dove i suoi figli avrebbero potuto crescere sereni, senza la vita frenetica della grande città,inoltre la nuova situazione lavorativa che si sarebbe creata avrebbe ,molto probabilmente aumentato le entrate e così i suoi tre figli avrebbero potuto studiare senza problemi, primo fra tutti Julian.
Aaron era una bravissima persona,a cui lo legavano numerosi ricordi piacevoli della propria infanzia,tra loro c'era sempre stato affetto e armonia; ora,il cugino aveva rilevato il bar trattoria che aveva in gestione,programmando di ampliarlo;sua moglie Francesca,senese,aveva avuto in eredità una casa colonica con del terreno annesso, la stavano ristrutturando e avevano molti progetti al riguardo, tra cui un agriturismo o qualcosa di simile,ma per far questo aveva bisogno di persone fidate che lo aiutassero.Elia gli era sembrato perfetto.
"mi sembra una bellissima notizia,caro"aveva rotto il silenzio Branka,anche se ci pone di fronte a una scelta impegnativa,ma spiegaci meglio" lo aveva esortato.
Elia non si era lasciato pregare,spiegando, più o meno nei dettagli,ciò che Aaron gli aveva proposto.
Julian, se ne stava in silenzio,con gli occhi grandi,dolci e nello stesso tempo severi,fissi sul padre,come se avesse voluto carpire ogni minima informazione,il viso leggermente proteso in avanti aspettò una pausa nel lungo discorso del capofamiglia,poi disse:"che bella cosa,papà,credo che nonostante il cambiamento repentino e radicale,ci troveremo bene"
Erano queste le parole che Elia si aspettava,una sorta di benedizione da parte di chi ,forse,era il più saggio di tutta la famiglia,nonostante l'età così giovane.
Si abbracciarono tutti e cinque,poi continuarono la cena,felici e sereni,la decisione era stata presa.