I giorni che seguirono all'incontro con la bella sconosciuta,furono per Julian giorni di passione.
La notte dormiva poco e male,durante il giorno si sentiva stanco,apatico, si comportava come un automa, cercando di portare a termine i compiti che i suoi genitori,via via gli assegnavano.
Aiutarli era stato per lui sempre fonte di gioia,ora,purtroppo,avvertiva solo il peso.
"Julian,non posso vederti così"le parole di suo padre ebbero lo stesso effetto di una doccia gelata.
Solitamente Elia non era estremamente diretto,lanciava,magari,un'esca a cui l'interlocutore poteva appigliarsi per tirar fuori ciò che aveva dentro,difficilmente andava dritto al problema.
"dimmi cos'è che ti fa star male"."continuò serio.
Il ragazzo non abbassò lo sguardo,mentre gli occhi di suo padre cercavano di scavargli dentro ,rimase in silenzio per qualche secondo, non sapeva da dove iniziare a parlare,temeva che suo padre non capisse.Si ammiravano tanto l'un l'altro,ma non potevano definirsi "amici",Julian avvertiva una certa distanza fra lui e il genitore,forse più che distanza avvertiva una sorta di gerarchia da rispettare.Trovò,tuttavia, le parole adatte,ripetendosi che di fronte ad una difficoltà bisogna sempre partire dalla cosa più semplice che viene in mente,un po' come fanno i bambini,che semplificano tutto.
"Sono rimasto colpito dagli occhi di una sconosciuta e questo mi ha mandato in crisi,sia per il fatto in sè,sia perchè vorrei rivederla e non so come fare."
Il volto di Elia si addolcì,rilassato dalla dichiarazione del figlio,sorrise,frenando un moto di ilarità che gli stava salendo dal profondo,ma non voleva ridicolizzare quanto detto da Julian.
"capisco perfettamente,ho avuto la tua età anche io,so di cosa parli,di quella frenesia che ti prende quando vorresti saper tutto di una ragazza e vorresti rivederla il prima possibile..però,Juli,credimi,dai tempo al tempo,il tempo è uno straordinario rimedio ed un maestro.Non sono frasi fatte è la verità.Ora ti senti sopraffatto dalle emozioni,frustrato nei tuoi desideri,impotente di fronte alla realtà oggettiva,ma tutto si sistemerà.Abbi fede."
"si,ti credo,papà.però non mi riconosco più,non sono mai stato così!"
"crescere significa anche questo, lasciare una parte di noi al passato e andare verso il fututo cambiati,il cambiamento richiede una certa sofferenza..ma ora cerca di rilassarti, di affidarti alla vita"
"hai ragione,cercherò di farlo"
"io e tua madre siamo sempre disponibili,siamo con te,lo sai"
Julian si sentì confortato dalle parole del padre,non gli aveva detto niente di nuovo,ma in quel momento,quelle frasi erano state un toccasana,decise di riposarsi un po',al fresco della sua stanza e poi sarebbe uscito,senza una meta precisa,senza idee precise,una volta tanto voleva concedersi il lusso di non far programmi,che cavolo,aveva solo diciassette anni e si comportava come un vecchio,era arrivato il momento di svegliarsi !..i suoi cugini lo avevano invitato ad andare nella casa di campagna, ma non ne aveva molta voglia..si buttò sul letto,pigramente,assaporando l'odore buono delle lenzuola fresche di bucato, si guardò intorno,nella penombra,gli piaceva tanto la sua nuova casa,era grande, con mobili pressochè nuovi, aveva molte comodità che non c'erano nella casa di Roma,suo padre ea sempre molto oculato nelle spese,ma questa volta si era lasciato andare,avvertiva di essere arrivato ad un punto cruciale della sua vita,quello in cui si iniziano a raccogliere i frutti dei sacrifici,era giovane,Elia,aveva quarantatrè anni,ma fino ad allora aveva vissuto semplicemente,anche al di sotto delle proprie possibilità, ai ragazzi ed alla moglie non aveva fatto mai mancare niente,però aveva accumulato come una formichina ,ora,con questa nuovo lavoro,questa nuova vita,si stava concedendo di più e ne era felice, si sentiva orgoglioso e questo era avvertito dai figli,in particolare da Julian.
Il ragazzo si addormentò inaspettatamente,vinto dalla fatica di portare dentro di sè tante emozioni.
Al risveglio si sentì meglio,più sereno,in casa regnava uno strano silenzio, evidentemente erano usciti tutti e per non svegliarlo,sua madre,gli aveva lasciato un biglietto sul tavolo della cucina."siamo da Aabram e Francesca,se vuoi venire ti aspettiamo lì.Baci,mamma".
si stropicciò gli occhi,bevve il thè freddo che Branka gli aveva amorevolmente lasciato in frigorifero,spiluccò un po' di frutta,poi decise che avrebbe raggiunto i familiari,tanto gli zii abitavano lì vicino.
Aprì l'armadio,era mezzo vuoto,non aveva molti capi di abbigliamento,un po' perchè non amava dedicarsi alla moda, un po' perchè cercava di spendere il meno possibile,dette un occhiata veloce ai vestiti, scelse un paio di jeans,una polo verde militare,calzò scarpe da ginnastica,osservandosi nello specchio convenne che non era male, ma che avrebbe dovuto comprarsi qualcosa di nuovo,con quei vestiti anonimi si sentiva quasi squallido, poi si stupì di formulare tali pensieri,non gli era mai successo,l'incontro con la bella sconosciuta lo stava cambiando,probabilmente perchè aveva dato l'innesco ad un processo di maturazione,stava tirando fuori qualità e desideri che neppure credeva di avere.
Da qualche giorno si era lasciato crescere un accenno di barba,come suo padre, gli stava bene. aveva un'aria più "vissuta",che ben si armonizzava con il resto del viso,gli occhi grandi e dolci, il profilo deciso, l'espressione intensa,tutte caratteristiche che contribuivano a renderlo veramente bello,oltre la bellezza dei lineamenti,però, era bello perchè sul suo volto traspariva la bellezza interiore.
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Elena e Julian
Ficción GeneralUn amore intenso che nasce fra due liceali di estrazione sociale e religiosa diversa. Lei,Elena di nobile lignaggio ma cresciuta senza l'affetto della madre, in un ambiente arido e poco attento alle sue esigenze, incontra Julian ragazzo ebreo di...