Filosofia a parte...

10 2 0
                                    

"ora direi che basta con questo Kant!" esclamòcon aria scherzosa Leo,ma dando ad intendere che veramente voleva terminare quella che per lui era una tiritera senza senso.

Elena chiuse il libro e disse "va bene"aspettando che lui aggiungesse  altro, proponesse qualcosa, avrebbe voluto invitarlo a cena per prolungare la sua compagnia,ma non osava.

Era comunque ancora presto per pensare a cenare,ma Leo sembrò leggerle nel pensiero:
"di tutto quel bendidio che mi hai fatto vedere,cosa ne facciamo?"

"ma..se vuoi ti vado a prendere qualcosa.."era incerta su come rispondere,non voleva essere invadente,ma desiderava con tutta se stessa che lui restasse con lei il più possibile.

"non vorrei disturbarti, però una tartina e un dolcetto li prenderei volentieri".

Fece per alzarsi,quando Berenice venne loro incontro:"Elena, tua madre ha chiesto se il signorino Leo gradirebbe restare a cena".
A Leo venne da ridere,sentirsi chiamare "signorino"gli procurò un attacco di ilarità che soffocò a mala pena, ma gli piacque l'idea, chissà se i signori Conti hanno anche champagne o cose del genere,pensò,oltre alle solite bibite per ragazzini..i suoi non bevevano alcolici,al massimo compravano lo spumante per le feste comandate e qualche evento particolare,ma lui aveva altri gusti, uno dei suoi desideri era pasteggiare a champagne, ostriche,caviale e salmone.Gli piacevano il lusso,la comodità,era esigente,non amava le mezze misure.

Guardando la compagna così compassata, con quell'aria da brava ragazza, temette che per cena ci fosse del brodino insipido,magari accompagnato da pollo lesso e purè,però c'era l'alternativa..il vassoio di delizie..non che fosse roba particolarmente raffinata,ma poteva andare,a casa sua,la sera,soprattutto d'estate c'era un piatto freddo, salumi comprati al supermercato, ancora incellofanati,insalata di riso con sottoli di marca sconosciuta o un piatto di minestrone surgelato;quando andava bene,sua madre si sprecava nel fare la panzanella,piatto povero senese,con ingredienti,spesso di recupero,ma se ben fatto,rappresentava una valida pietanza,se non altro gustosa,ma spesso,ahimè,basilico,pomodori e il resto non erano di provenienza del contadino,ma presi dal banco frigo di un discount, con il risultato che il sapore lasciava molto a desiderare.

Il professor Minelli era un uomo di gusti molto frugali, mangiare rappresentava per lui un'esigenza,non un piacere,sua madre se ne approfittava e non si dava da fare ai fornelli,era golosa, ma si accontentva di cibi preconfezionati.

"un piatto di pasta all'olio e un pugno di fagioli sono sufficienti per sopravvivere"amava dire il padre, se aggiungi un po' di frutta e qualche volta la carne ti alimenti più che a sufficienza,ma capisco sei giovane e qualche sgarro lo puoi fare.."

rispondeva alle rimostranze di Leo,il quale, imperterrito continuava:"ma non siamo certo tutti uguali, ogni tanto un piatto ricco ci vuole!"

Lui lo guardava senza rispondere,ma con gli occhi diceva"ho già detto tutto.Discorso chiuso".

"dai,Leo,rimani!" trovò il coraggio di dire Elena.

"volentieri"poi rivolto alla governante."ringrazi la contessa,accetto volentieri,"

"va bene,allora mi affretto a preparare".

Mentre la donna si allontanava,Leo guardò la ragazza con occhi apparentemente ridenti,ma freddi, non sentiva niente per lei,eppure stava volentieri in sua compagnia,probabilmente la sua voglia di arrivare a godere di tutto ciò che lei possedeva,passava oltre ogni cosa,il fatto che fosse di aspetto gradevole rendeva più facile il suo progetto,ma non era fondamentale.

Lei arrossì appena e gli sorrise con dolcezza,la mano di lui salì fino a scostarle un ricciolo che le ballava intorno al viso, lo prese fra le dita e lo stese piano piano,con delicatezza,poi lo lasciò e lui,ribelle,tornò ad arricciolarsi,le dita del ragazzo continaurono questo movimento scherzoso,ma significativo, poi si avvicinò al viso di Elena e le sfiorò la tempia con un bacio:"grazie" le disse.

Elena e JulianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora