Pomeriggio insieme

5 1 0
                                    

Julian era determinato ad incontrare Elena,anche se una buona dose di perplessità riguardo l'appuntamento a casa della ragazza l'aveva,ma non si lasciava intimorire da questo, era deciso ad andare avanti ed affrontare tutto quello che si fosse presentato, fossero il Conte  e la Contessa non gli importava, la cosa fondamentale era rimanere con la sua ragazza.

"Già,la mia ragazza" pensò sentendosi invaso da un senso di felicità incontenibile.

Elena ,la ragazza che lo aveva scosso nel profondo,che lo  aveva librato in aria verso sentimenti mai vissuti prima, era diventa sua, lo corrispondeva e questo era il senso della vita per lui.

Si sentiva come un cavaliere della Tavola Rotonda,uno novello Lancillotto che lotta per la sua Ginevra,anche se la situazione  oggettiva era ben diversa, ma lo spirito identico.

Julian avrebbe fatto di tutto per Elena, il suo concetto di amore era una sublimazione dei sentimeni, trasportava negli anni '90 concetti sviluppatisi nel XIIIesimo secolo, era una cosa innata in lui, non costruita ,non influenzata da letture o eventi.

Quando aveva studiato il Dolce Stil Novo e l'Amor Cortese, aveva sentito che gli appartenevano, erano facce della sua anima,Elena era l'incarnazione della donna che realmente faceva scaturire con estrema spontaneità questi sentimenti.

Camminando per le vie acciottolate di Siena,il ragazzo pensava a tutto questo,ma arrivato di fronte all'austero portone di Palazzo D'Alauri si fermò,indeciso sul da farsi,aspettare che Elena si facesse viva o suonare?Avrebbe nettamente preferito la prima opzione.

Fino al portone del palazzo c'era già stato altre volte, ma ora, in quel momento di attesa, lo stava osservando con più attenzione,anche per prendere tempo.

Era un bellissimo palazzo in stile gotico senese, con vari ordini di trifore che si aprivano sulla facciata imponente, si stava per chiedere quante stanze ci fossero e come fossero, quando la vide, vide lei, il suo amato bene.

Era meravigliosa, un'aura di pace e di serenità l'avvolgeva,nonostante l'espressione del suo viso denotasse una certa tensione,lui le si avvicinò per darle un timido bacio sulla guancia.,lei sorrise  e lo abbracciò respirando l'aroma lieve della sua pelle.

"ciao,Julian, scusami ma c'è un piccolo cambiamento di programma, andremo a casa dei miei zii, non abitano molto lontano"

Lui guardò a terra e respirò a fondo,aveva capito che in casa D'Alauri c'era stata maretta e si sentì un po' in colpa pensando che la causa potesse essere lui.

In quel momento vide due ombre alle spalle della ragazza e si allontanò un po',poi due volti sorridenti ,con lo sguardo amichevole lo scrutarono.

"Ecco i miei zii"fece con voce allegra Elena.

Julian aspettò che fossero loro a tendere per primi la mano, come vuole il galateo,poi ricambiò la stretta calorosa e il saluto cordiale che gli vennero rivolti.

"Ragazzi,noi siamo vecchi" scherzò la zia " vogliamo andare a casa in auto, se vorrete venire con noi sarete i benvenuti,altrimenti vi aspetteremo là".

Elena guardò il ragazzo aspettando che fosse lui a parlare,ma tacque,allora rispose per tutti e due:"Grazie, vi raggiungeremo dopo",aveva voglia di stare da sola con Julian, di camminare e di respirare l'aria fresca,per riossigenarsi un po' dopo il litigio con il padre.

Lui le strinse la vita,dolcemente,in un gesto pieno di affetto e anche di possesso, come a dire"lei sta con me".

Elena gli si abbandonò impercettibilmente contro,ma lui avvertì questo segnale di intesa.

Appena la coppia più anziana si fu allontanata dalla loro vista,  i due più giovani si dettero un bacio sulle labbra, leggero e delicato ,ma portatore di promesse, poi si incamminarono lungo via di Città,dirigendosi per il Corso e poi da lì avrebbero proseguito per via Montanini,dove si trovava la residenza di Maria Cristina e Marsilio.

"un giorno mi racconterai la storia di Siena? Mi piacerebbe conoscere la storia del Palio,delle Contrade..." esitò un po' " la tua" concluse in un soffio.

Elena si fermò costringendo anche lui a fare altrettanto,lo guardò dritto negli occhi "ti racconterò tutto ciò che so,sia di Siena che di me stessa...ma anche di me non so tutto,di mia madre soprattutto.

I suoi occhi verdi erano sinceri e anche speranzosi di essere compresa.

A lui tornò in mente la foto che aveva notato al Liceo,che la ritraeva con gli occhiali da sole e una collanina con ciondolo al collo,ricordò che nella foto non si distingueva bene che ciondolo fosse, forse uno dei delfini che componevano il braccialetto,chissà...la cosa lo incuriosiva ,anche se poteva sembrare insignificante, esercitava su di lui un certo richiamo.

"ho visto la foto di classe appesa nel corridoio" buttò là quasi con noncuranza "avevi gli occhiali da sole e una collanina..." lasciò in sospeso per vedere che effetto avrebbe fatto su di lei questa affermazione.

"si, a volte indosso quegli occhiali, soffro di emicranie terribili, succedeva anche a mia madre e a volte si accompagnavano a stati ansiosi ed alterazione della percezione del reale...spero che non succeda anche a me." disse tutto d'un fiato,poi riprendendo il filo del discorso:" al collo avevo il delfino..uno dei delfini del braccialetto, ogni tanto lo portavo così..." poi cambiando tono e riprendeno un po' di vigore:"mia madre aveva anche una collana identica al braccialetto, ma l'ha presa Fiamma, mio padre non ha detto niente e io non ho avuto voce in capitolo,anche se sarebbe piaciuto tenermela per me...non so il motivo,ma mia madre era affezionatissima a quella parure e pensare che in confronto a tutti i gioielli di cui poteva disporre era quello meno importante...ho sempre pensato che  vi si celasse un valore intrinseco,ma non ho avuto modo di approfondire,purtroppo".

La sua voce era tornata più bassa,quasi un sussuro.

Julian la strinse a sè:"scusa se ti ho fatto pensare a cose che forse volevi tenere nascoste"

"ma che dici!" è stato bello poter condividere questi piccoli ricordi.

ora sembrava più serena.

Il palazzo di via Montanini era improvvisamente apparso alla loro vista, pronta lei allungò la mano verso il campanello dalla foggia antica,di ottone dorato e lo suonò,attendendo compita che  il portone si aprisse.

Un bel cortile interno con tanto di pozzo si offrì agli occhi dei due e ancora una volta Julian rimase colpito e sorpreso .

Marsilio li stava attendendo sull'uscio di casa.


Elena e JulianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora