I Conti verso Chamonix

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In casa D'Alauri i preparativi per l'imminente partenza avevano sfiancato la servitù,il Conte sembrava un leone in gabbia, non trovava pace,mentre la consorte era tesa come una corda di violino,ma tentava di dissimulare il tutto per non alimentare il nervosismo del marito.

Sarebbero partiti dopo un rapido spuntino,mentre Leo con il suo amico li avrebbe raggiunti il 30 sera,ormai era stato deciso così e così sarebbe stato.

Girolamo era già pronto da un bel po' quando il Conte decise che era arrivato il momento di mettersi in strada,aveva atteso che la figlia si decidesse a farsi viva ,ma invano.Lo aveva deluso ancora una volta.Come sempre.

La immaginava a casa di quegli ebrei,come lui chiamava i Fiz in senso dispregiativo,fra usi e costumi che immaginava molto diversi a quelli in cui la figlia era cresciuta,con il terrore che amici e consocenti venissero a sapere di questo fatto che per lui rappresentava un'onta.

Immaginava che la Siena bene ,saputa la cosa ridesse alle sue spalle e questo lo mandava in bestia,ma non poteva sfogare la sua rabbia con la diretta interessata,quindi tentava di trovare una via di fuga ai propri sentimenti,prima di prendersela con qualcun altro,ma i suoi sentimenti di rabbia erano lì ,dentro di lui e si allargavano fino a lambire anche la moglie,ì.Giorgio provava rabbia per quella moglie che si ritrovava,tanto sicura di sè in apparenza,quanto fragile,inerme di fronte ad Elena,nonostante dichiarasse di mettere a ferro e fuoco il mondo pur di condurla alla ragione,risultava perdente,le sue azioni erano inconsistenti,poca cosa di fronte a quello che avrebbe dovuto ottenere.

Aveva peggiorato la situazione,permettendo a quello smidollato di Leo di andare da loro in montagna,la gente ci avrebbe chiacchierato sopra per mesi.

Si vedeva deriso dagli amici,sua figlia,la sua famiglia  sarebbero diventate oggetto di pubblico ludibrio,avrebbe preferito che Elena stesse male sul serio,che fosse giudicata incapace di intendere e di volere,per poter tornare a respirare,a guardare in faccia gli altri senza doversi vergognare.

Con la prima moglie era riuscito a tenere le chiacchiere sotto controllo,nessuno in realtà sapeva equesto gli aveva permesso di risollevarsi dalla polvere in cui era caduto con quel matrimonio disgraziato.Aveva sperato che Elena fosse perfetta,educata,bella,ubbidiente e che soprattutto non lo esponesse alla gogna.

Aveva a lungo sperato che fosse una ragazza brillante,in grado di sostenere conversazioni di ogni tipo, aggraziata,elegante,al di sopra di ogni sospetto,un po' distaccata ed altera come si conveniva alle persone del loro rango,malleabile,che soddisfacesse le sue richieste.

Invece si era trovato quella strana ragazza,dall'aspetto indefinibile,che amava riempirsi la testa di fantasie e di concetti strampalati e che si era messa a freequentare dei comuni mortali e per di più ebrei,trasgredendo a tutte le regole dell'alta società.

Pensò addirittura di cambiare città,di trasferirsi a Firenze,dove aveva alcuni possedimenti di famiglia,di ricominciare da capo e forse anche di avere un erede da Fiamma,Elena per lui era diventata un peso enorme da nascondere.

Il viaggio verso Chamonix durò buona parte della notte, arrivarono a destinazione verso le sei del mattino,dopo una sosta corroborante per tutti,soprattutto per GIrolamo.

L'idea di fare il viaggio di notte era venuta in testa a lui,il Conte,quasi che partire con le tenebre lo rendesse meno attaccabile dal giudizio altrui,voleva scappare,fuggire dalla propria realtà.

L'aria di montagna lo rinvigorì anche nello spirito.appena mise piede in casa,nella sua splendida villa si sentì un altro.

Tornò sereno,quasi disponibile anche nei confrotni della moglie che,invece si sentiva stanca e depressa al pensiero dell'arrivo di Leo e degli altri ospiti,aveva un brutto presentimento che le cose si sarebbero complicate.

Non la rinfrancò neppure il tepore della casa,il caminetto acceso,il soffice letto rivestito da coperte preziose,la colazione abbondante che il personale di servizio aveva preparato,il pensiero di poter fare un bagno rilassante nella stupenda piscina interna;erano cose lontane dai suoi pensieri si sentiva ,delusa dal comportamento di Giorgio,innervosita da quello di Elena,timorosa del domani.

"Fiamma,allora?io ti porto quassù,in questa meraviglia e tu fai la faccia della martire,ma ti rendi conto?sei un'ingrata" la redarguì lui.

"se sei stanca vatti a riposare,ma cerca di essere pronta per le nove,ho voglia di sciare"concluse  con voce indefinibile l'uomo.

"ma non puoi andare tu da solo?"

"io da solo? no e no.Cosa diranno i marchesi Dal Colle? e i Della Robbia?" lo sai quanto sono pettegoli,come minimo penseranno che abbiamo litigato.

Al pensiero di vedersela con quelle persone,Fiamma ebbe un moto di disperazione, ma cercò di rimediare,non voleva far inquietare Giorgio.

"va bene,scusa ,il viaggio mi ha stancato.ora vado un po' sul letto,a dopo".

Giorgio si guardò intorno,era felice di vedere quanto fosse ricco,di constatare ancora una volta di più la bellezza e la ricchezza di ciò che possedeva.

Si diresse nel salone rivestito di legno pregiato e guardò le Alpi che si stagliavano davanti ai suoi occhi,fuori era freddissimo,lui se ne stava al caldo,avrebbe fatto colazione con le cose migliori che la vita poteva offrirgli,poi avrebbe sgranchito le sue membra nell'acqua calda della piscina,dopo si sarebbe dilettato sulla neve.

Si sentiva un dio,onnipotente,il pensiero di sua figlia era scomparso,almeno per il momento,annegato nei piaceri  e nel lusso che si stava concedendo.


Elena e JulianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora