Leo a Chamonix

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Leo e Giacomo arrivarono a Chamonix il 29 sera.

Erano partiti da Siena nella tarda mattinata,con l'auto del padre di Giacomo,che gliela aveva ceduto con il cuore gonfio di apprensione,ma Leo non aveva disponibilità di mezzi e andare fin lassù con il treno sarebbe stato davvero stancante,soprattutto per tre giorni,così Giacomo aveva fatto opera di persuasione nei confronti del padre,che alal fine aveva ceduto.

Arrivati a destinazione faticarono non poco per trovare lo splendido chalet dei D'Alauri,non essendo pratici del luogo, si persero varie volte. Una volta individuato furono felici come se se avessero avvistato un'oasi nel deserto,tanto si sentivano stanchi e affamati;per risparmiare non avevano preso neppure un caffè lungo il tragitto.

Furono accolti da un maggiordomo il livrea che con fare piuttosto gelido disse loro di seguirlo.

Leo già si pregustava l'ambiente lussuoso ed estremamente raffinato dei Conti,ma rimase deluso quando si rese conto che il maggiordomo li stava conducendo verso un'entrata secondaria,avendo imboccato un vialetto buio,adiacente al viale principale.

"Scusi"Leo tentò di monopolizzare l' attenzione dell'uomo, ma quello imperterrito continuava a camminare rigido ed impettito lungo quella stradina "Scusi,Monsieur!"Implorò quasi.

L'uomo sentendosi chiamato con insistenza si fermò e piantati gli occhi severi in quelli del ragazzo disse:"Prego?" in italiano.

"Non so se ha capito bene i nostri nomi,siamo Leo Minelli e Giacomo Squadrani,siamo stati invitai dalla Contessa..." non lo lasciò finire."certo,ho compreso benissimo chi siete" e riprese a camminare,mente Giacomo dava degli strattoni alla giacca dell'amico per richiamarlo al dovere.

"scusi,ma la Contessa.."

"la signora contessa vi riceverà prima di cena,ora se volete seguirmi..."

Leo tacque,mentre una rabbia sorda lo stava invadendo, si era vantato con Giacomo di essere un privilegiato nella cerchia di conoscenze della famiglia D'Alauri ed invece si vedeva relegato in una dependance,infatti erano arrivati di fronte alla porta della piccola costruzione che sorgeva vicino allo chalet.

"ecco,siete arrivati" fece un po' brusco Henrie,scostandosi per farli passare.

"La contessa vi attenderà per le venti nella sala principale dello chalet.Quando dovrete tornare qua, basterà suonare ed il concierge vi aprirà.Buona sera".

Leo si guardò intorno desolato.L'ambiente era bello,ma ricordava più un albergo che una casa di lusso ed il pensiero che di là,poco lontano da loro ci fossero stanze extralusso magari vuote,lo gettava nello sconforto,aveva fatto tutta quella strada per niente! avrebbe voluto la piscina, la sauna, il frigorifero stracolmo di cose buone,la musica,lo sfarzo,i camerieri intorno..."

"Leo,ma che hai?" chiese Giacomo a cui tutto sembrava perfetto

"niente,niente,sono di cattivo umore,ma ti sembra giusto essere messi qua ,mentre "loro" i "signori" sono di là a spassarsela con tutti gli agi?"

"a me qui sembra bellissimo!"allargò le braccia per indicare quello che li circondava, parquet lucidissimo,la camera da letto spaziosa con mobili nuovi e moderni,la stanza da bagno enorme, con vasca e doccia, un soggiorno con televisione dal grande schermo e frigobar pieno,un cesto di frutta sul tavolo,specchi scintillanti...

"io voglio tutto quello che hanno loro di là" si impuntò il ragazzo.

"scusa,ma chi ti dice che non lo avremo anche noi?Mi sembri un bambino dell''asilo! siamo stati invitati in questo posto splendido,abbiamo a disposizione questo appartamento,che se è anche separato dalla villa,è molto accogliente,anzi, di più! La contessa ci riceverà e avremo modo di sapere di cosa potremmo usufruire e poi -ci pensi?-andremo a sciare sul Monte Bianco e festeggeremo la notte di San Silvestro qua!".

Elena e JulianDove le storie prendono vita. Scoprilo ora