«Matt.»
Faccio finta di non sentire, mentre strofino il bicchiere cesellato di cristallo e canticchio tra i denti.
«MATTHEW!»
Sussulto e per poco non perdo la presa sull’oggetto che ho tra le mani. Sollevo gli occhi scrutando il mio incubo personale da sopra le lenti tonde contornate dalla sottile montatura tartarugata.
«Clara, cara. Che piacere.»
Continuo a chiedermi come abbia fatto a scoprire dove lavoro, ma sono consapevole che i desideri di questa donna non hanno limite di realizzazione alcuno.
Si accomoda senza invito sullo sgabello di fronte alla mia postazione e con le dita laccate di rosso picchietta sul bancone in mogano.
«Non mi hai più richiamato.»
«Non sono pagato per farlo, Clara.»
Sono fermamente convinto che utilizzare il nome proprio di una persona alla fine di una frase a lei rivolta tenda a portarlo alla ragione; utilizzo sempre questo metodo, quando qualcuna delle mie clienti sconfina oltre il consentito.
«Ma potresti esserlo.»
In altri contesti, forse se non fossi io il soggetto di tali avances, avrei apprezzato la tenacia di questa donna, ma ora come ora mi risulta sgradevole come l’olezzo dell’eccessiva quantità di Chanel n.5 in cui sembra essersi letteralmente immersa. Improvvisamente il colletto della camicia bianca sembra soffocarmi in una morsa.
«Non sono interessato» taglio corto.
Clara mi afferra l’avambraccio e lo stringe con una forza insospettabile per una signora della sua età e del suo ceto. La luce del diamante che indossa all’anulare sinistro brilla impavida sotto le luci soffuse del bar.
Senza scompormi di un millimetro o smettere di dedicarmi al bicchiere old fashioned, sollevo lo sguardo e punto i miei occhi nei suoi.
«Toglimi le mani di dosso, Clara, sai che sono un gentiluomo. Non costringermi a comportarmi in altro modo. Sii ragionevole, da brava.»
La donna che ho di fronte sbuffa e mi lascia andare, assumendo una posizione più rilassata. Lo scollo a barca del tubino nero le ricade morbidamente sulle spalle.
«Preparami un Cosmopolitan.»
Senza rispondere, inizio a disporre gli ingredienti con una meticolosità quasi chirurgica. Verso l’esatta quantità di vodka, cointreau, lime e mirtillo nello shaker e agito vigorosamente, mentre i muscoli delle braccia tendono la stoffa della camicia. Clara osserva la scena come ipnotizzata. Rovescio il liquido rubicondo in un cocktail glass precedentemente raffreddato e guarnisco con un ricciolo di lime.
Adagio morbidamente la coppa sul tovagliolo adibito e la guardo negli occhi azzurri, contornati da troppo trucco per i suoi 60 anni.
«Ecco a te.»
Trattiene il respiro per qualche secondo e i suoi occhi si allacciano ai miei, nera ossidiana.
Impassibili.
Possiamo stare qui ad osservarci in questo modo fino a domani mattina, non riusciresti mai a leggermi l’anima, se anche ne avessi una.
Con un agile scatto del polso afferra il bicchiere e lo porta alle labbra, bevendo un lungo sorso e lasciando sul vetro un’impronta rossa come il peccato dipinto sulle sue dita.
«Non senti anche tu questo magnetismo che ci avvolge ogni volta che i nostri occhi si incontrano?»
La osservo divertito con un sorriso sghembo. «No, Clara.»
«E il calore, il calore che si sprigiona al solo sfiorarci?»
«Decisamente neanche quello.»
Riprendo a dedicarmi alle mie mansioni, ostinato ad ignorare la scomoda e profumata presenza.
«Matt, io ti amo.»
Rido di gusto, stavolta, prima di risponderle. Eccone un’altra.
«Tu non ami me, ami il mio corpo. Ami questa meravigliosa composizione di muscoli, tendini e ossa, ma non me. Ami il mio modo di amare, ami il modo in cui ti prendo, ami il modo in cui risveglio impulsi che credevi sopiti fino al momento in cui mi hai conosciuto, ami il modo in cui ti faccio urlare il mio nome nel corso di ogni orgasmo che ti dono, orgasmo che raggiungi ogni singola volta che ci incontriamo, peraltro. Ma non ami me.»
La guardo come una bambina a cui si cerca di spiegare qualcosa di ovvio, mentre lei abbassa lo sguardo e inizia giocare con la buccia di lime.
«Te lo dirò solo una volta, quindi ascoltami attentamente» proseguo. «Adesso tu uscirai da qui dopo esserti goduta il tuo Cosmopolitan e tornerai dalla tua famiglia: a casa hai un marito, dei figli, persino dei nipoti ad aspettarti. Non mi cercherai, non mi chiamerai, non dopo quello che hai tentato di fare. Se lo farai, non risponderò. Se userai altri numeri, lo scoprirò e non risponderò ugualmente. Non ci vedremo mai più dopo questa sera. I tuoi soldi non possono comprarmi.»
Clara mi lancia una stoccata al fiele con gli occhi. «Ogni volta che ti ho pagato prima di lasciare la camera, però, non sembravi dello stesso avviso.»
Le sorrido, cordialmente melenso. «Puoi comprare le mie prestazioni e le mie buone maniere, non me. Addio, signora Foster.»
In un attimo Clara abbandona il cocktail alzandosi stizzita, guadagnando l’uscita dall’alto delle sue Louboutin e dedicandomi un’ultima visuale del suo signorile didietro tornito dalle costosissime lezioni di yoga e pilates.
Deduco che per stasera offra la casa.
...
Sono oramai le due quando mi avvio con passi sicuri verso il Cayenne fermo nel parcheggio privato del bar. Mi accomodo sul sedile, chiudo gli occhi e inspiro il forte odore degli interni in pelle, accarezzando il volante nero come la notte.
La suoneria del cellulare rimbomba nell’abitacolo, imponendosi sul silenzio ovattato che lo permea.
«Sì.»
«Sono Joyce. Stasera puoi?»
«Stanza 256, solito posto. Tra mezz’ora.»
Posso sempre, sono sempre pronto. È questo che fa di me un professionista.
Interrompo la comunicazione e apro il vano portaoggetti della Porsche, estraendone la scatola con i gemelli Cartier che ho sempre con me per i casi d’emergenza come questo. Ripiego i polsini alla francese e vi aggancio le due piccole pantere d’oro; mi concedo un’occhiata allo specchietto retrovisore e provo a domare la chioma bruna, lasciandola infine spettinata e naturale.
Come piace a loro, come piace a tutte.
Accendo la radio e i Black Keys mi regalano la carica giusta per la serata, mentre giro la chiave nel quadro e mi immergo nel brulicante traffico notturno di San Diego.
Diamo inizio alle danze.
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Bondings
أدب نسائيSiamo di nuovo noi, le pazze del Club della Frusta, con un nuovo progetto! Se vi aspettate di leggere una trama, resterete delusi: noi siamo le prime a non avere idea di quello che combineremo. Possiamo solo assicurarvi tanto sesso, quindi per chi a...