Spengo l'ennesima sigaretta della giornata nel posacenere ormai pieno.
«Versamene un altro!» Mostro il bicchiere vuoto alla donna nuda davanti a me.
È pagata per questo per stare al mio servizio 24 ore su 24. Non la scopo, non più almeno. Mi stanco facilmente.
La bionda riempie il mio bicchiere. So che sta sbavando per un solo mio tocco, ma non glielo concederò. Non sono un tipo magnanimo, non lo sono mai stato.
Il lavoro è lavoro. Il sesso è sesso.
Io ho fatto del sesso il mio lavoro. Dirigo uno dei club più esclusivi in città. Solo gente ricca, le prostitute migliori, alcol, musica. Niente droga né minorenni, solo il lecito, diciamo.
Questo succede la notte, nei sotterranei del mio albergo. Di giorno è semplicemente un Hotel a cinque stelle, ospitiamo famiglie, sposi, gente di passaggio.
Le mie attività mi fruttano molti soldi. Alcuni leciti, altri meno. Sono un tipo ben voluto dalla società, faccio molta beneficenza agli ospedali, donazioni all'Università, in questi posti ho conosciuto i miei migliori clienti.
Il mio telefono squilla.
«Pronto?»
«Capo, abbiamo problemi di sotto!»
«Arrivo.»
Sanno che non devono disturbarmi.
Esco come una furia dal mio ufficio, entro nella sala principale. C'è un gruppo che suona, il barman che prepara cocktail, mentre le ragazze vendono i loro corpi. Ragazze, diciamo puttane, le donne questo sono, solo ed esclusivamente corpi che vanno usati a piacimento.
Già abbastanza scocciato, raggiungo Eduard che cammina avanti ed indietro e sembra molto agitato.
«Che cazzo è successo?»
«Una delle dominatrici della seconda sala c'è andata pesante.»
«E il problema dove sta?»
«Il cliente sta male, mi sa che bisogna portarlo in ospedale.»
«Fammi vedere.»
Entriamo nella seconda sala, riservata a chi piace sottomettersi e a chi piace sottomettere, cose che non capirò mai. È natura no? Uomo sottomette donna!
Mi avvicino al tipo steso sul letto, un uomo abbastanza orrendo. Pelato, ciccione e con un pene flaccido in mezzo alle gambe.
Guardo Eduard. «Respira?»
«Sì, ma non si riprende.»
Guardo la puttana davanti a me. «Che cazzo gli hai fatto?»
«Nulla, giuro, l'ho solo punito.» Trema dalla paura e fa bene.
Le stringo il collo fra le mani. «Ti uccido con le mie mani se succede qualcosa.» La spingo per terra. «Portalo al pronto soccorso, inventati che state insieme. Paga tutti per la massima riservatezza e convinci questo stronzo a stare zitto.» Eduard obbedisce al mio ordine. «Tu sei licenziata! Ma non te ne andrai da qui fino a quando la situazione non sarà risolta.»
Esco dall'hotel, ho bisogno d'aria.
Accendo una sigaretta e scendo i gradini che portano alla spiaggia privata. Il bello di avere la tua attività in California...Passeggio sulla battigia, c'è silenzio, solo la luna che illumina il mare. Da piccolo queste cose le potevo solo sognare, i soldi, il potere, il successo, ma non solo questo, anche il cibo potevo solo sognarlo, una casa, dei vestiti.
Ora invece ho tutto. Mi sono preso quello che la vita non mi ha dato Sono cresciuto in Messico, nella parte più povera. La mia genitrice era messicana, faceva la puttana in mezzo alla strada. Mio padre, non ho la più pallida idea di chi sia. Da quello che mi diceva mia madre era un americano. Come se sapesse distinguere un cazzo dall'altro.
Non so cosa sia l'amore, non mi fido delle donne, non potrei mai innamorarmi di qualcuna.
Il telefono vibra nella tasca, guardo lo schermo è Eduard.
Dimmi.
Si è ripreso, hanno creduto alla storia che gli ho rifilato. Il bastardo ha voluto 100.000 euro per non parlare.
Figlio di troia! Non lo voglio più nel mio club.
Sarà fatto.
Trova anche un'altra che lavori al posto di quella puttana.
Con Emily che devo fare?
Voglio fuori anche lei.
Ha un figlio...
Cazzi suoi. Se non vuoi perdere il lavoro pure tu esegui senza fiatare!
D'accordo.
Chiudo la conversazione e guardo il mare un'ultima volta prima di andare in camera. Per stasera non voglio più vedere nessuno, ho bisogno di sentire una sola persona.
Accendo il pc e invio la chiamata su Skype. Risponde subito. Sullo schermo appare il suo volto.
«Ciao.»
«Tesoro mio.»
«Gonçalo, che bello risentirti.»
«Come stai?»
«Bene, qui si sta bene, però preferirei stare con te.»
«Sai che non è possibile. Hai avuto più attacchi di panico?»
«Qualche volta, soprattutto la notte sento il respiro mancare, come ogni giorno da quando non c'è più.»
«Manca anche a me.»
«Verrai a trovarmi?»
«Appena posso verrò.» Mi mordo il labbro, perché so che è una bugia.
«Farò finta di crederci.»
«Buona notte, Fiore.»
«Buona notte a te...»
Lei è l'unica donna che non reputo una prostituta, l'unica cui sono affezionato, ma è anche la donna che ho distrutto.
Chiudo lo schermo del pc. Mi stendo sul letto, alzo gli occhi verso il tetto, guardo il mio riflesso sullo specchio. Odio il mio sguardo, odio le mie mani, odio tutto di me.
Tolgo la camicia, il mio corpo è ricoperto di cicatrici. Per essere quello che sono oggi ho lottato tanto. Quando parti dal basso come me devi vendere l'anima al diavolo per arrivare in alto.
Ammiro le corna del toro che escono fuori dai pantaloni. Ho un toro tatuato sopra il mio cazzo.
È così che mi chiamano nel giro.
Le prostitute per le mie misure, gli uomini perché non mi fermo davanti a niente e a nessuno. Se voglio una cosa io me la prendo.
Sono Gonçalo llanos, chi gioca con me gioca col fuoco...
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Bondings
ChickLitSiamo di nuovo noi, le pazze del Club della Frusta, con un nuovo progetto! Se vi aspettate di leggere una trama, resterete delusi: noi siamo le prime a non avere idea di quello che combineremo. Possiamo solo assicurarvi tanto sesso, quindi per chi a...