Sabato 14 luglio
La visione di Marie fuori alla porta del direttore e l'attesa qualche ora dopo nella hall dello stesso, mi sapeva di inverosimile. Non avevamo mai avuto un vero appuntamento. Il nostro fu un in contro fugace, concluso in un apice di passione.E quelle emozioni intese erano ancora vive dentro di me.
Lei era stata l'unica, la sola che in poche ore mi aveva reso quello che sono adesso. Un fotografo sedotto dall'espressività della carne femminile, l'uomo che coglie le sfumature dell'aurea che emanano, il sesso dietro il sorriso timido, la passione dietro un esplicito corpo sinuoso.
E ora riuscivo a vederla lì in un abito rosso, che le fasciava perfettamente i fianchi, le spalle scoperte, i capelli scuri ondulati e il cavaliere oscuro dietro di lei, come un ombra gigante.
Le si avvicinò e si scambiarono uno sguardo di intesa, le prese la mano affusolata dalle dite perfettamente laccate e le lasciò un bacio leggero seguito da un messaggio diretto a me.
«Trattamela bene.»
Come se ce ne fosse stato bisogno, non mi sarei comportato diversamente, non l'avrei trattata con poco rispetto, lei era la mia dea, il mio personale soggetto di culto.
«Non temere paparino» aprii la bocca automaticamente. Poi la scortai al bar dell'hotel.
Non sapevo cosa fare, come comportarmi era un'occasione insolita e non so perché, per la prima volta, mi sentivo come un pesce fuor d'acqua.
«Sei cambiato» ruppe il ghiaccio, mentre accavallava le sue gambe chilometriche lasciando che lo spacco rivelasse la tonicità dei sui meravigliosi arti.
«Ed è una cosa buona?»
«Ottima direi.»
Posò una mano sulla mia, fermando le dita che nervosamente tamburellavano sul bancone.
«Un negroni sbagliato...»
«Martini liscio per me, grazie.»
Ammiccò al giovane barista che cambiò il colore al volto per l'imbarazzo.
«Cosa ti porta qui Marie?»
«Cosa c'è, non sei contento, fotografo?»
«Certo che sono contento, guardati, sei una visione.. sono solo curioso.»
Continuava a giocare con le sue onde morbide e a sorridere, il suo sorriso estremamente bianco era tale da poter illuminare l'intera stanza.
«Se te lo dico poi devo ucciderti.»
«Già l'ho hai fatto quando sei andata via con Llanos.»
«Sei geloso, Jona.»
La sua risata era un suono soave per le mie orecchie.
«Semmai il contrario. Ma sai sono stanco di vedere cose importanti per me, passare fra le mani di Goncalo.»
«Allora sono importante.»
Le feci un occhiataccia, voleva sentirselo dire ma non lo avrei fratto. Sorseggiai il mio drink e lei fece lo stesso, rivolgendo il mio sguardo al giovane e mingherlino barista, che non smetteva di togliere gli occhi di dosso.
«Sai potrei dirti cosa abbiamo fatto stasera.»
«Fidati, posso immaginare.»
Potevo già vedere la scena, uno Llanos diviso tra cuore e testosterone. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, lui era ormai preso totalmente da Kay e ciò nonostante aveva dovuto provare a consolarsi tra le braccia di Kat. Voleva capire se si potesse tornare indietro, se il toro non avesse perso la sua prestanza, una donna non lo avrebbe cambiato?! Ah caro il mio Goncalo le donne ti fottono il cervello. E non c'è uomo duro e senza cuore che non possa cedere.

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Bondings
ChickLitSiamo di nuovo noi, le pazze del Club della Frusta, con un nuovo progetto! Se vi aspettate di leggere una trama, resterete delusi: noi siamo le prime a non avere idea di quello che combineremo. Possiamo solo assicurarvi tanto sesso, quindi per chi a...