Venerdì 6 luglio
«Farai quello che dico io, quando lo dico io, perché lo dico io, e ti piacerà principessa.»
La risposta di Iris fu una ginocchiata sui gioielli di famiglia così forte da farmi piegare in due.
Tutta felice di quella che credeva essere un'astuta mossa, rideva sguaiata. Rise così tanto che non riuscì più a trattenere quello che aveva nello stomaco e lo vomitò sul pavimento.
Pensava di poter fare da sola, di essere indipendente e intanto con il suo comportamento non faceva altro che chiedere aiuto.
Le legai i capelli con le mani, aspettai che i conati terminassero, poi la presi in braccio e la portai in bagno, la lavai e la spostai in un'altra camera perché l'odore acido del vomito rendeva l'aria irrespirabile.
«Dormi» le dissi accarezzandole i capelli e lei questa volta, stremata, obbedì.
La osservai mentre riposava quieta, con il respiro regolare, delicata e fragile come una bambola di vetro. Aveva davvero intenzione di iniziare un viaggio di scoperta con me oppure no? Non potevo saperlo. L'unica cosa di cui ero certo era che passare tutta la giornata a guardarla non era una buona idea. Avevo tante faccende da sbrigare.
Quando rincasai quel giorno, di Iris non c'era più traccia. Era scomparsa in una nuvola di fumo. Mi chiesi se il giorno seguente alla conferenza per l'annuncio del cast del film si sarebbe fatta viva. Per avere una risposta non avrei dovuto far altro che aspettare.
Sabato 7 luglio pomeriggio
Guardarla e vederla Kat Reynolds. Tutto si riduceva a questo in fondo. Che lei lo credesse o meno, non sapevo che l'avrei trovata su quella spiaggia. Volevo solo scrollarmi di dosso la fatica di quella giornata interminabile, ma niente accade per caso, mai. Continuava ad inciamparmi tra i piedi troppo spesso per essere ignorata.
«Che ne dici di una cena?»
«Neanche se fossi l'ultimo uomo sulla faccia della terra» ribatté caparbia alzando il mento a mo' di sfida. Sorrisi. Non sapeva con chi aveva a che fare, su questo non c'erano dubbi.
«Come preferisce, signora Reynolds» finsi di assecondarla. «Sappi però che da solo mi annoio e mi basta un click per inviare le tue foto a tutte le agenzie pubblicitarie dello Stato.»
Arrossì di rabbia, trattenne il fiato. «Non può fare una cosa del genere. La denuncerei.»
Sorrisi e la fissai dritto in quegli occhi di cristallo. «Potresti sì, ma prima che mi arrivi anche solo l'ingiunzione del giudice le tue foto finirebbero in bella mostra su tutti i manifesti della città.»
Era difficile per una donna così determinata ammettere di essere stata messa in un angolo. Difficile accettare la sconfitta. Ero certo che avrebbe continuato a darmi del filo da torcere per tutta la serata.
«Non servirà a niente, lo sa?» borbottò iniziando a raccogliere le sue cose. «Qualunque cosa dirà non servirà a farmi ricredere sul suo conto.»
Era un sì, graffiante, ma era un sì.
«Allora non dirò un bel niente, mi godrò solo la cena in tua compagnia, Kat.»
Avevo usato di proposito il suo nome di battesimo, per farla infuriare ancora dato che sembrava essere la cosa che mi riusciva meglio. Mi feci da parte e con un mezzo inchino le indicai dov'era parcheggiata la mia auto.
«Dovrei cambiarmi» provò a protestare.
Eh, no signorina, pensai. Adesso che sei tra le mie grinfie non mi sfuggi. Le scoccai un'occhiata eloquente. «Stai benissimo così come sei» e misi in moto.
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Bondings
ChickLitSiamo di nuovo noi, le pazze del Club della Frusta, con un nuovo progetto! Se vi aspettate di leggere una trama, resterete delusi: noi siamo le prime a non avere idea di quello che combineremo. Possiamo solo assicurarvi tanto sesso, quindi per chi a...