Kaylee. Epilogo

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Due anni dopo
Dormire in completa beatitudine tra le braccia di Gonçalo era diventata una delle mie attività preferite. Eravamo sposati da nove mesi a questa parte ormai e nulla si era mai rivelato tanto bello quanto essere sua moglie, la signora Llanos.

<<Vuoi tu Kaylee Reese, prendere il qui presente Gonçalo Llanos come tuo sposo, per amarlo e onorarlo, in ricchezza e povertà, in salute e in malattia?>>
Passarono alcuni secondi nei quali, affogata dalle lacrime, non riuscivo neanche ad esprimermi.
<<Sì, lo voglio>> dissi poi con voce tremante.
<<E vuoi tu Gonçalo Llanos, prendere la qui presente Kaylee Reese come tua sposa, per amarla e onorarla, in ricchezza e povertà, in salute e in malattia?>>
<<Lo voglio>> rispose lui sorridente.
<<Con il potere a me conferitomi, vi dichiaro marito e moglie. Potete baciarvi.>>
Sorridemmo e poi le nostre labbra si unirono. Mi sembrò di essere in una bolla, la nostra bolla. Il nostro primo bacio da sposati per davvero e non solo su alcuni documenti falsificati.
Le pochissime persone presenti applaudirono. Ero grata di aver trovato persone a cui interessava davvero di noi e mi sarebbe bastato avere loro nella mia vita. C'erano Matthew ed Arleen, poi avevo recuperato i rapporti con Iris anche se con un po' di fatica. Il signor regista si era unito al gruppo, dato che lui e la principessa erano una coppia. Con Ryan e Veronika avevamo mantenuto i patti, fingevamo di non conoscerci. Gonçalo aveva più volte tentato di farsi perdonare dalla sua Fiore, ma lei si era rifiutata categoricamente e forse era meglio così.
Al matrimonio aveva partecipato anche mio padre che era tornato con Ivanna, che aveva capito che Luke non c'entrava con le mie faccende. Avevo comunque obbligato Gonçalo a chiederle perdono e anche io l'avevo fatto, lei aveva accettato le nostre scuse e si era più o meno scordata la faccenda.
Dopo la cerimonia eravamo andati a Las Vegas per un paio di giorni insieme alle altre due coppie ed era stato ad una cena lì che avevo rivelato di essere incinta.

Fui risvegliata da un pianto e feci per alzarmi dal letto, ma Gonçalo mi fermò.
<<Non ti preoccupare, vado io>> disse stampandomi un bacio sulla fronte.
Passarono un paio di minuti, durante i quali non avevo fatto altro che girarmi e rigirarmi nel letto senza prendere sonno. Mi diressi quindi verso la cameretta della nostra bambina. Lì trovai Gonçalo seduto sulla poltrona con Jasmine tra le braccia.
Mi poggiai sullo stipite della porta e lui non sembrò neanche notarmi, troppo rapito dagli occhi di ghiaccio di lei.
<<Chi è la bella principessa di papà? Tu, amore>> disse poi, mentre le faceva il solletico alla pancia.
La piccola iniziò a ridere ed io con lei.
Fu solo allora che lui mi notò e mi invitò ad avvicinarmi.
<<Che fai mi spii?>> chiese sorridente.
<<Può essere.>>
Gli chiesi se volesse darmi Jasmine per poi andare a dormire, ma Gonçalo si rifiutò categoricamente e mi disse che l'avrebbe fatta riaddormentare lui.
Quindi si alzò in piedi e con il biberon in una mano e la bambina nell'altro braccio iniziò a cullarla piano. Lei era così piccola rispetto a lui che quasi si perdeva.
Seduta sulla poltrona osservavo la scena che mi faceva sciogliere il cuore e dei ricordi riaffiorarono nella mia mente.

Un anno prima
Il petto di Gonçalo aderiva perfettamente alla mia schiena e sentivo il suo respiro regolare solleticarmi il collo.
Si era già addormentato.
Mi liberai delicatamente della sua presa per poi andare sul terrazzo. Mi misi comoda su una sdraio, soffiava una leggera brezza impregnata di salsedine che mi scompigliava i capelli.
Il buio attorno a me, mi impediva di vedere il mare, ma sentivo le onde infrangersi sui paletti che sostenevano il nostro resort. Se c'era una cosa che avevo imparato in queste nottate insonni alle Maldive, era a guardare il cielo. Era sempre così limpido che riuscivi a vedere praticamente qualsiasi costellazione.
Riflettevo spesso su come la mia vita fosse cambiata da quando ero andata a San Diego. Avevo conosciuto Gonçalo per iniziare. Uno stronzo, misogino, che però si era rivelato l'uomo della mia vita. Le giornate con lui non erano mai vuote, mai noiose, c'era sempre qualcosa di nuovo da provare o fare eppure in qualche maniera non mi sentivo completa. Avevo sviluppato in quell'anno la voglia di crearmi una famiglia, ma ero sempre stata troppo spaventata per parlarne con lui ricordandomi della reazione che aveva avuto al falso allarme. Avevo preso del peso negli ultimi mesi, ma nulla a che fare con una gravidanza, semplicemente la mia vita era diventata più sedentaria.
Avevo anche parlato con Arleen, che era diventata una grande amica e confidente, ed il suo consiglio era stato quello di essere il più sincera possibile con Gonçalo e che avrebbe capito sicuramente. Ero felice per lei e Matt, che nonostante le loro continue discussioni, si vedeva fossero innamorati persi l'uno dell'altra e avevo saputo anche i piani di lui di adottare un bambino. Sarebbe potuta andare meglio di così per loro?
Mi poggiai le mani sul ventre, pensando all'idea di me con il pancione e sorrisi, non sarebbe stato male per nulla.
<<Bambolina, che ci fai sveglia a quest'ora?>>
La voce impastata di Gonçalo mi destò dai miei pensieri.
<<Non riesco a prendere sonno in questi giorni, amore>> gli risposi, facendogli spazio accanto a me. Lui si sedette e mi accarezzò una guancia gentilmente.
<<Cosa ti passa per quella bella testolina?>> chiese sorridendo.
<<Nulla di importante.>>
<<Kaylee, sai che non puoi mentire a me.>>
<<Sì, lo so.>>
Ci furono un paio di secondi che precedettero un incitamento di Gonçalo a parlare. Continuai a non rispondergli, non sapendo nemmeno come iniziare il discorso.
<<Voglio un bambino o una bambina, non m'importa. Un esserino che ci somigli, che ci tenga svegli la notte, che sia motivo delle nostre gioie. Io voglio avere un figlio con te, perché sei l'unico uomo con cui posso immaginarmi tutta la vita, l'unico che mi capisce fino in fondo e mi completa.>>
Sputai tutto d'un fiato, perché sicura che se lui mi avesse interrotto anche solo un secondo il poco coraggio che ero riuscita ad accumulare sarebbe sparito.
Gonçalo non fiatò e preferì buttarsi direttamente sulle mie labbra.
<<Che fai?>> riuscii a chiedergli tra un sospiro e l'altro.
Lui si staccò e mi slacciò la leggera vestaglia di seta.
<<Mi sembrava scontato. Sto esaudendo il tuo desiderio.>>

Mi risvegliai con delle piccole manine appoggiate al viso e il sorriso splendente di Gonçalo che ci guardava.
<<Amore mio, alla buon'ora>> disse ridendo.
Da quando era nata la nostra bambina, lui era diventato molto più dolce e tranquillo del solito. Jasmine era diventata la luce dei suoi occhi, la adorava e si era affezionato a lei già da prima che nascesse.
<<Che ore sono?>> mormorai.
<<Le undici e venti, tra un'ora dobbiamo essere a pranzo con Arleen, Matt e il loro bambino.>>
<<Amore, ma potevi svegliarmi prima. Ti detesto!>>
Gonçalo si avvicinò a me che mi controllavo le occhiaie allo specchio, mi prese per i fianchi e mi avvicinò a lui.
<<Ti amo tanto bambolina>> mi sussurrò all'orecchio.
Mi girai e gli buttai le braccia al collo.
<<Anche io ti amo.>>
In quel momento Jasmine scoppiò a piangere, come se si sentisse troppo esclusa da quel momento d'affetto. Ci buttammo entrambi nel letto accanto a lei ed iniziammo a riempirla di baci e coccole.
Nella mia vita non avevo mai creduto che il mio destino fosse segnato. Ero sempre stata certa che le mie scelte avrebbero influenzato il mio futuro e nonostante tutti i miei errori, in quel momento più che mai ero sicura d'aver fatto le scelte giuste. La mia vita era diventata perfetta e non l’avrei cambiata per nulla al mondo. Mi bastavano Gonçalo e la mia piccola per essere felice e sarebbe stato così per sempre.

THE END

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