Capitolo 1
Una mattina di sole.Un rumore fastidioso interrompe il mio sonno.
La cosa non mi è nuova. Vivendo con due fratelli maschi, mi capita di sentire strani rumori o urla di rabbia più spesso di quanto si possa pensare.Mi tiro su a sedere e noto che dalla finestra filtrano dei fasci di luce di sole. Almeno oggi sembra essere una bella giornata. È fine agosto, ma qui in Inghilterra il sole non va mai dato per scontato.
Mi alzo controvoglia dal mio letto e guardo il mio riflesso allo specchio di fianco alla scrivania. Ho i capelli neri racchiusi in una crocchia sfatta, che sembra più una cipolla spelata che altro.
Mi passo una mano sugli occhi e faccio uno sbadiglio rumoroso. Mi sistemo la canottiera che uso per dormire e apro la porta di camera mia, scendo le scale e raggiungo la cucina illuminata dalla vetrata che da sul giardino.
«Buongiorno, Maya.» Mi saluta cordialmente Leila, la fidanzata di mio fratello Edward.
«Giorno.» Le sorrido, ma solo per gentilezza perché in realtà non ho punta voglia di sorriderle.
Ad essere sinceri, mi sta antipatica. Non ha mai fatto nulla per il quale io possa considerarla tale, ma è il modo in cui si pone che non mi piace per nulla.
Leila ha i capelli castani corti fino alle spalle e la pelle sempre abbronzata, le labbra carnose e invitanti. Capisco perché mio fratello Edward abbia perso la testa. In fin dei conti, è una bella ragazza e ha anche delle belle curve -anche se forse un po' eccessive per i miei gusti-, ma non capisco davvero come possa dire che è simpatica.
Ha una voce assillante e stridula e la sua risata è simile a quella di un tricheco. E poi fa delle strane smorfie quando mangia il polpettone che fa Papà la domenica per pranzo.
«Ora me ne vado, eh.» Dice sorridendo e prende un bicchiere di succo all'arancia. «Ed sta ancora dormendo, glielo porto in camera.»
Annuisco e mi siedo al tavolo della cucina.
Per fortuna, dopo poco se ne va e io posso finalmente restare sola. Faccio colazione con un po' di tè e prendo un paio di pasticcini.Deve averli portati zia Judith perché qui in casa nessuno compra dei dolci, nonostante io ne sia una grande fanatica.
Sento dei rumori provenire dalla parete della cucina e borbotto qualche lamentala fra me e me. Spero non sia Albert che prova a suonare la batteria che gli ha regalato Ed per il compleanno perché non è il momento adatto.
Quando il rumore diventa ancora più assordante, decido di uscire a vedere in giardino cosa sta succedendo.
Apro la porta a vetri e faccio un paio di passi nella veranda, trovo sollievo nel toccare le mattonelle fredde. Mi sporgo per vedere meglio, ma vengo colpita sulla pancia da un pallone.
«Ahi!» Esclamo e guardo la palla ribalzare ai miei piedi.
«Scusa!» Sento urlare da oltre il muretto che divide la proprietà di casa mia da quella dei vicini. Alzo lo sguardo e noto una ragazzina, che avrà forse tredici o quattordici anni, dai capelli ricci e castani. «Scusa.» Ripete e scavalca il muretto con un salto.
Però, atletica la ragazza.
«Tranquilla.» Mormoro e mi ricordo di indossare il pigiama solo quando gli occhi verdi della ragazza scivolano su tutto il mio corpo.
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Fallin all in you
Teen Fiction[COMPLETA] You know I've been alone for quite a while haven't I? I thought I knew it all Found love but I was wrong More times than enough But since you came along I'm thinking baby You are bringing out a different kind of me There's no safety net t...