Capitolo 44: Devo davvero calmarmi.

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Capitolo 44
Devo davvero calmarmi.

«E così non so che cosa fare, Maya.» Mi dice per la ventesima volta Lauren, ma non me la sento di farglielo notare perché è davvero troppo preoccupata. «Te che cosa dici? Dovrei dire a Davis che mi sono fatta un altro?»

La durezza delle sue parole e il modo volgare che ha usato per parlare dell'argomento non posso proprio condividerli, ma ormai ho capito com'è fatta Lauren e non dovrei più stupirmi.

«Sì, secondo me, dovresti dirglielo.» Le dico mentre scendiamo le scale.

Matthew mi ha scritto dicendomi che mi aspettava all'ingresso per andare a pranzo insieme. Lauren ed io stiamo uscendo ora dall'aula di economia all'ultimo piano.

«Ma si incazzerà a morte.» Ribatte lei e pressa le sue labbra in una smorfia contrariata. I capelli neri sono legati in uno chignon disordinato, mentre il viso è stranamente pallido e privo di make up.

«E se lo venisse a sapere da qualcun altro?» Le chiedo guardandola di sottecchi.

«Ma chi dovrebbe dirglielo?» So cosa sta cercando di fare: vuole convincermi a consigliarle di non dire nulla, ma non è così che funziona.

«Lauren.» La stoppo prima che possa continuare questa sua pagliacciata. «Questo è un mio consiglio, ma se non lo vuoi seguire non ci sono problemi. Devi fare ciò che ti sembra più giusto per te e per Davis.» I suoi occhi guardano i miei con evidente preoccupazione.

«Hai ragione, Maya. Hai assolutamente ragione.» Si lascia andare a un altro sfogo e ringrazio mentalmente Matthew che mi sta venendo incontro, salvandomi così da un altro racconto di Lauren su quella sera.

«Ehi, ragazze.» Ci saluta Matthew, ma Lauren gli dedica sì e no uno sguardo.

«Ciao Thompson.» Lo saluta e dopo avermi dato un bacio sulla guancia mi saluta con un «ci sentiamo dopo, bella» e se ne va.

«Grazie per avermi salvata.» Gli dico a bassa voce, facendolo ridere.

Quant'è bella la sua risata?

«Non c'è di che.» Iniziamo a camminare verso l'uscita della scuola. «Allora, dove ti piacerebbe pranzare?»

Ci penso un po' su e poi ho un'illuminazione. «Conosco un posto dove fanno degli hamburger buonissimi. Hai voglia di hamburger?»

Il suo sorriso mi fa ben capire la risposta. «A chi non piacciono gli hamburger?»

Ridacchio e lo seguo fuori dalla scuola. Il vento freddo si imbatte su di noi, ma per fortuna non piove. «Vedrai, ti piacerà.» Gli assicuro guardando di fronte a me. «Fanno anche gli hot dog e penso anche qualcosa tipo messicano, ma non lo so.»

«Adoro il messicano.» Ammette con voce sognante.

«Penso che tu adori tutto quello che si mangia.» Lo prendo in giro e lui fa una piccola smorfia da finto offeso. «Mi sbaglio?»

Fa un piccolo sorriso divertito. «E pensare che all'inizio non scherzavi quasi mai.»

«Cosa? Non è vero.» Mi difendo subito, ma devo ammettere che ho notato anche io un cambiamento nei miei modi, soprattutto nei miei modi nei suoi confronti.

«No? Tempo fa non mi avresti mai preso in giro così, prova a negarlo.» Mi sfida con il suo solito tono da superiore, ma pur sempre divertito.

«Touché.» Sorrido e mi mordo il labbro. Mi sembra tutto così perfetto da non essere reale.

«Com'è andata oggi?» Mi chiede prendendomi per mano e facendo legare le nostre dita.

«B-Bene.» Stupida insicurezza! «A te? Il compito di storia?» Gli chiedo realmente interessata.

Fallin all in youDove le storie prendono vita. Scoprilo ora