Capitolo 45: Scoperte & Lacrime.

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Capitolo 45
Scoperte & Lacrime.

Non so davvero come sia riuscita ad uscire dal letto stamani, con quale forza ce l'abbia fatta, ma ormai è andata, sono qui seduta sulla mia sedia in attesa di consegnare il mio compito.

Penso di aver svolto tutto al meglio, anche se all'inizio ho riscritto più e più volte la stessa risposta perché non ero sicura di averla espressa al meglio. Ma non voglio pensarci ora, ho una tale nausea da non riuscire più a controllare il mio mal di stomaco, che mi tormenta da ieri sera.

Per fortuna, suona la campanella e prima ancora di girarmi per vedere come se la sta cavando Lauren o Natalie -nonostante non abbia alcun motivo di preoccuparmi di quest'ultima-, mi fiondo in bagno portando con me sia la cartella che il cappotto.

Entro nel bagno delle ragazze e mi stupisco di trovarlo vuoto. Entro nel primo degli scompartimenti e chiudo la porta a chiave. Mi siedo sul water e getto a terra lo zaino. Prendo la testa fra le mie mani e abbasso lo sguardo sul pavimento di mattonelle biancastre.

Il mal di stomaco non passa e il mio respiro si fa sempre più accelerato, nonostante i miei tentativi di farlo regolarizzare mi sento come in una bolla senza ossigeno.

Mi lego rapidamente i capelli in una coda disordinata e prego mentalmente che tutto torni alla normalità, perché questa sensazione mi sta mandando in tilt. Delle piccole lacrime sgorgano dai miei occhi e non riesco a farle smettere, sembrano la fonte di un ruscello di montagna.

Sì, ecco. Dovrei pensare a un posto tranquillo, sereno, dove posso stare tranquilla e respirare con più calma.

Via via che i miei pensieri si avvicinano al mio posto felice il respiro torna a farsi più tranquillo, anche se il mal di stomaco non mi abbandona.

Prendo un pezzo di carta igienica e lo uso per asciugarmi la faccia dalle lacrime e da un piccolo stato di sudore.

Prima di tornare in classe, preferirei riposarmi ancora un attimo qui sul cesso delle ragazze e so che non è il massimo, ma così non avrò molto da percorrere in caso dovessi vomitare nuovamente.

Sento entrare nel bagno delle ragazze qualcuno, ma posso vedere solamente le scarpe, dato che sono ancora chiusa qui dentro. In base a quello che ho visto passare davanti a me, sono entrate tre ragazze, ovvero sei piedi.

«Non potevo restare un minuto di più in classe con quel professore.» Dice una voce che mi pare di aver già sentito, ma che non mi ricordo dove. È acuta, stridula e assolutamente fastidiosa.

«A chi lo dici. Sembrava di stare un mortorio, invece che in classe!» Esclama un'altra voce, questa assolutamente sconosciuta.

«Smettetela.» Prorompe la ragazza finora rimasta in silenzio, ma che riconoscerei fra tante: Bea. «Siamo qui perché non vogliamo fare ginnastica, non perché vogliamo farci beccare dal preside.»

«Già, anche perché in classe nostra non c'è nessuno di interessante da osservare mentre gioca a basket.» Civettuola la prima ragazza ad aver parlato, possibile che sia un'amica di Bea, ma sinceramente non l'ho mai conosciuta di persona. «A proposito di basket.» Già dalla sua voce si capisce che è diventata improvvisamente più felice. «Bea, è vero quello che si dice in giro? Ieri un ragazzo della squadra di basket ti ha chiesto di uscire?»

«Brandon? Sì, lo ha fatto.» Non posso vedere la faccia di Bea, ma scommetto che troverei un sorriso malizioso a incorniciarle quelle labbra rosate. «Ma non so se accetterò.» Si siede sul lavabo, perché perdo di vista le sue scarpe firmate. «Voglio dire, non è mica il migliore fra quelli della squadra di basket.»

Mi acciglio, contenta di non poter essere vista, ma di poter ascoltare. Forse non è giusto stare qui ad origliare, ma in mia difesa posso dire che sono loro ad avere cominciato a parlare senza neppure controllare se ci fosse qualcun altro nel bagno. Cosa posso farci io se ero nel posto sbagliato nel momento sbagliato?

Anche se ora uscissi di più, ormai sarebbe troppo tardi, perché loro inizierebbero a farmi mille domande o insinuazioni, alle quali non sono pronta a rispondere. Sì, molto meglio restare qui dentro sedute e zitte senza far rumore ed aspettare che se ne vadano senza farmi scoprire. Ne approfitterò per riprendermi del tutto e per distrarmi un po' dalla mia stupida ansia e paura.

«Chi c'è meglio di Brandon? Hai visto che muscoli?» Le chiede l'altra ragazza senza smettere di sghignazzare. Ma che razza di amiche ha Bea?

«Ehm.. un sacco di gente, forse?» L'ironia di Bea mi porta ad alzare gli occhi al cielo. Come può avere delle amiche con quel caratteraccio che si ritrova? «Per esempio, Davis.» Oh oh, questo non piacerà a Lauren quando glielo dirò. Tiene moltissimo a Davis e, nonostante tutto, ne è molto gelosa. «Steven.» Continua l'elenco e io mi ritrovo immediatamente a pensare a Natalie e a come sia finita ad essere la fidanzata di Steven. «Matthew.» Dice, infine.

I miei occhi si alzano rapidamente, ma non vedono altro che l'interno della porta chiusa. Perché ha fatto il suo nome? Cosa vuol dire? Lo reputa bello o ne è interessata?

«Matthew?» Domanda una delle due amiche e la ringrazio mentalmente per aver espresso a parole quello che io volevo assolutamente sapere, quello che mi martellava nella testa.

«Sì, il nuovo ragazzo di Londra.» Conferma Bea e fa un sospiro, che non riesco a decifrare. «Me lo sono fatto alla festa prima di Natale e devo dire che non è male.»

Apro di scatto gli occhi e mi mordo le labbra per non avere la tentazione di fare qualcosa di stupido tipo parlare o piangere.

Matthew è stato con Bea? A quella dannata festa a cui pensavo non sarebbe mai venuto. Li avevo visti ballare, ma non avrei mai creduto che sarebbero arrivati a tanto.

Per quanto non mi stia simpatica Bea non avrei mai creduto che fosse una di quelle ragazze da cedere così rapidamente, pensavo fosse talmente antipatica e difficile da comprendere che nessuno la avesse mai toccata con un dito.

E Matthew? Ora dice che gli piaccio, ma circa due settimane fa è andato a letto con un'altra ragazza. Come può dire che gli piaccio se intanto si fa tutte quelle che trova belle o soltanto disponibili? E soprattutto, com'è possibile che non lo avessi saputo?

«E come è successo? Io vi avevo visti ballare alla festa.» Vuol sapere la sua amica e io cerco di mantenere la mente lucida per capire cosa stanno dicendo.

«Sì, dopodiché siamo andati in una delle camere dell'appartamento e l'abbiamo usata. Niente di più.» Mi sembra di vederla sorridere e sogghignare, facendomi ancora più male.

«Non ci ho mai parlato con questo Matthew. Com'è?» Continua l'altra e sento il mio stesso respiro nelle orecchie.

«Simpatico, ma decisamente uno troppo allegro. Però, bacia bene.» Non posso credere che Bea abbia assaggiato le sue labbra prima ancora di me. E non credo neppure che Matthew sia «uno troppo allegro», è semplicemente meraviglioso e se lo avesse conosciuto meglio prima di finirci a letto lo avrebbe saputo.

Tuttavia, non posso che essere d'accordo nel dire che è un grande baciatore. Chissà con quante ragazze si sarà baciato prima di me. Per Dio, abbiamo solo sedici anni!

«Penso che dobbiamo rientrare, ma prima dimmi; è vero che Steven sta flirtando con un'altra ragazza?» Le sento mormorare prima di uscire fuori dal bagno.

Ora posso uscire di qui, ma nonostante questa grande liberazione mi sento ancorata al pavimento. I piedi non si vogliono muovere e le braccia sono improvvisamente pesanti.

Grandi lacrime escono dai miei occhi e non ci penso neanche di bloccarle. Sarebbe inutile.

Sono tante, numerose e, anche se le fermassi, non riuscirei a trattenerle a lungo. Ne ho bisogno. Piccole gocce solleticano le mie guance e le mie labbra tremano.

Mi sento dispiaciuta, mi sono sbagliata così tanto su Matthew? Pensavo fosse un bravo ragazzo, pensavo fosse interessato a me, ma sta solo cercando di portami a letto? E anche se le sue intenzioni fossero diverse, non posso trattenere la delusione nei suoi confronti. Cosa mi aspettavo? I ragazzi a diciassette anni sono tutti uguali, pensano tutti a una cosa.

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