Prologo

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Prologo

Maya aveva appena tredici anni quando i suoi genitori -il Signor e la Signora Cox- avevano deciso di trasferirsi a Bristol in Inghilterra. Non che Liverpool li avesse trattati male, si intende. Anzi, lì avevano passato agli anni più belli e dolci della loro vita. Maya era cresciuta in una piccola casa con un piccolo giardino, ma i suoi genitori erano entrambi in salute ed entrambi dediti al lavoro, mentre i suoi due fratelli maggiori erano ancora piccoli per poter fare le solite cazzate che gli adolescenti fanno. Certo, Albert ed Edward le facevano mille scherzetti, ma in fondo quale fratello non li fa?

Il problema, dunque, non era Liverpool. Non poteva essere Liverpool. Ma il problema non era neppure Bristol, perché da quando si erano stabiliti lì tre anni fa nessuno se ne era mai lamentato. Quindi, il problema non era Bristol, giusto? Non che a Maya piacesse Bristol, ma nemmeno le dispiaceva.

Maya era una piccola ragazzina dai lunghi capelli neri quando è arrivata a Bristol. Non aveva ancora le forme di una donna, ma aveva solo tredici anni, datele tempo! E poi, aveva questi lunghi capelli neri che si stendevano come onde sulle sue esili spalle chiare coperte da delle leggere lentiggini. La facevano sembrare delicata e ancora più piccola di quello che in effetti era. Ma Maya è sempre stata delicata, in tutti i sensi.

Maya era come piccolo fiore che sboccia in una sterpaglia di rovi e tu pensi come sia possibile che da un groviglio di spine ed erbacce sia uscito fuori un fiore tanto dolce e delicato. Stona.

La famiglia Cox aveva comprato una villetta a schiera in un silenzioso quartiere di Bristol vicino al centro. La casa affianco alla loro era stata messa in vendita da tempo, eppure nessuno sembrava esserne interessato, quindi la famiglia di Maya non aveva vicini.

Maya aveva avuto una camera abbastanza piccola, ma d'altronde lei era la più piccola in famiglia quindi cosa poteva chiedere? Prendeva quel che le davano e via. Ma dalla sua camera -che aveva arredato molto bene- c'era un terrazzo. Senz'altro la parte preferita di Maya, visto che ci passava tanto tempo. Era, infatti, solita sedersi in terrazza a leggere un libro se il tempo lo permetteva, tanto da quel lato non c'erano altre case quindi aveva la sua tanto amata quiete. Maya ci stava spesso, su quel balcone. Si rifugiava in un mondo che sapeva bene non esistere, ma nel quale preferiva vivere.

 Si rifugiava in un mondo che sapeva bene non esistere, ma nel quale preferiva vivere

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