Capitolo 19: Mi piace.

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Capitolo 19
Mi piace.


Passo più tempo dentro questa dannata scuola che a casa mia. Assurdo.

Mi fermo a pochi metri dalla porta della biblioteca e infilo il diario nello zaino. Per fortuna che nel corridoio vuoto non c'è nessuno, probabilmente anche perché sono le quattro passate di pomeriggio.

Sono rimasta più del dovuto per uno stupido corso sulla storia contemporanea che era spiegato super male, infatti Lauren si è addormentata sulla sedia.

E sbuca dalle mie spalle proprio lei, mi mostra un radioso sorriso. «Ehi, ci vediamo domani.»

Annuisco e lei si volta per andarsene, facendo oscillare le trecce. Sì, lo ha fatto sul serio. Ha tolto il rosa dalle sue punte e si è fatta nera, dopodiché si è fatta fare le trecce ai capelli, a tutti i capelli.

Quando l'ho vista l'altra mattina stavo per cadere dalla sedia, devo ancora abituarmi a vederla così, ma sta bene

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Quando l'ho vista l'altra mattina stavo per cadere dalla sedia, devo ancora abituarmi a vederla così, ma sta bene. Beh, è bella quindi sta bene un po' con tutto.

Sistemo lo zaino sulla mia spalla e tiro fuori dalla tasca del cappotto le cuffie e il telefono. Oggi non piove, quindi credo proprio che me la farò a piedi fino a casa. Non mi farà male, magari a forza di camminare tutti i giorni per andare a scuola e tornare a casa mi farà perdere un po' di peso e migliorare queste orrende gambe che mi ritrovo.

Sto per mettermi le cuffie nelle orecchie quando sento delle voci provenire dal corridoio accanto all'entrata della biblioteca. Aggrotto le sopracciglia quando riconosco la voce di Natalie, cosa ci fa lei qui? Aveva detto che non avrebbe partecipato al corso sulla storia contemporanea per un impegno con sua madre, perché è qui allora?

Ammetto di essere curiosa e preoccupata perciò decido di seguire la voce, che scopre essere più di una. Mi appiattisco al muro, così che i due non mi vedano e mi sporgo giusto un po', quanto basta per vedere Natalie con il suo solito cardigan rosa sopra alla camicia bianca con lo stemma della scuola e Steven con ancora la divisa da basket addosso.

Il fatto che lei sia qui e per giunta con Steven non mi rassicura per niente, mi ha mentito e sono sicura che questa non è la prima volta.

Scuoto la testa, pensando tra me e me, che cosa ci sta succedendo, Nat? Da quando in qua ci nascondiamo le cose o addirittura ci mentiamo?

Mi concentro sulla scena di fronte a me, sono entrambi troppo occupati a urlarsi l'uno contro l'altra per accorgersi della mia testa che sbuca fuori nel corridoio.

«La devi smettere, cazzo.» Sento dire da Steven con la sua solita voce grossa. «Sei impossibile, ti ho detto che mi devi lasciare un po' in pace, cazzo.»

«Dobbiamo risolvere, Steven. Non puoi evitarmi per sempre.» Risponde lei, i capelli biondi legati in una coda alta e il viso è corrucciato, si vede bene dalla sua espressione che non è per niente realizzata. «Sei distante in questi giorni, che ti sta succedendo?»

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