Capitolo 4: Amicizie inaspettate.

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Capitolo 4
Amicizie inaspettate.

I primi giorni di ottobre per me sono i più tremendi. Hai i ricordi dell'estate appena passata ancora sulla pelle e vividi nella mente.
Quando chiudi gli occhi puoi ancora sentire il rumore chiassoso dell'estate, con i suoi alti e bassi come le tre del pomeriggio troppo silenziose e le dieci di mattina con il solito baccano infernale della gente che esce di casa e si organizza per la strada.

Perciò, mentre sono seduta nella caffetteria della scuola e sento il chiacchiericcio dei miei coetanei mi prende male, proprio non riesco a tollerare che l'estate sia finita così rapidamente.

Mi sembra ieri che io e Natalie andavamo a fare lunghe passeggiate per i giardini e ci fermavamo al parco fino alle sei di sera passate.

Ed ora sono qui. Seduta su una stupida sedia troppo rigida, tengo le gambe incrociate sotto il mio corpo e leggo un libro.

Ho prestato le cuffie a Natalie prima, quindi non posso neanche estraniarmi come vorrei. Soprattutto perché al tavolo vicino al mio c'è un gruppo di ragazze del terzo anno che fanno un chiasso assurdo.

Sento le loro risate acute e alte finirmi direttamente nelle orecchie e per quanto io cerchi di concentrarmi sulle parole di Jane Austen finisco per rileggermi sempre la stessa frase.

La mia impresa di leggere termina ufficialmente quando Natalie compare nella piccola caffetteria all'interno della scuola e si siede al mio tavolo vuoto.

«Indovina?!» Esclama entusiasta ed io alzo annoiata lo sguardo.

«Non mi piace indovinare.»

Il sorriso le si spegne in faccia, ma le basta qualche secondo per tornare di buon umore. «È appena successa una cosa meravigliosa.»

«Cosa?» Domando e chiudo il libro, tanto oggi non sarei riuscita a leggere; la caffetteria è troppo affollata per i miei gusti.

«Indovina chi ha appena avuto una conversazione con Steven SuperFigo della squadra di basket?» Abbassa la voce quando pronuncia il suo nome e si avvicina a me per non farsi sentire dagli altri, che comunque non sembrano interessati a noi.

«Suppongo te.»

«Sì!» Esclama e si raddrizza sulla sua sedia. «Ci siamo anche presentati, nonostante io sapessi tutto di lui perciò non avevo bisogno che me lo dicesse.»

«Che vi siete detti?» Voglio saperlo, Natalie è capace di farsi castelli per aria e inventarsi una storia d'amore solo per un "ciao" scambiato nei corridoi di scuola. 

Non mi sento di giudicarla, però, perché, andiamo!, chi non lo ha mai fatto?

«Eravamo entrambi in attesa che il prof di ginnastica si liberasse per andare a parlargli, così abbiamo iniziato a chiacchierare.» Ha gli occhi che le brillano e io so quanto questo non sia un bene. «È simpatico e, Maya, la sua bocca da vicino è ancora più bella di quello che avevo detto.»

«Che vi siete detti?» Insisto sorridendo nel vederla così entusiasta.

«Mi ha detto che era lì in attesa di parlare con il coach perché ha già organizzato una partita per fine mese.» Mi acciglio, di solito le partite vengono organizzate dai docenti, perché questa volta ci ha pensato un alunno? «Non fare quella faccia, Maya.» Mi ammonisce e continua a raccontare. «Gli ho chiesto contro chi giocheranno e dove; la partita si terrà qui a scuola e giocheranno contro una delle scuole private di Bath.»

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