Capitolo 36
Karen?Inutile dire che sono stata tutto il giorno di Santo Stefano a scervellarmi sul motivo -o sui motivi, mi ero fatta una lista- per cui Matt se ne fosse andato così rapidamente da casa mia senza nemmeno degnarmi di un saluto.
Quando sono scesa per pranzo e ho trovato a tavola Leila, mi sono sentita ancora più in imbarazzo. E se mi avesse fatto delle domande su Matt? Cosa le avrei detto? Che se n'era andato prima ancora del buongiorno?
Avevo deciso di tenermi per me tutta la faccenda, anche perché non avevo nessuno con cui parlarne. Leila era la persona meno adatta. Pur avendomi aiutata la sera precedente, non ha ancora acquistato la mia fiducia al cento per cento e io tendo a non raccontare i fatti miei a nessuno. Lauren ha la testa impegnata con i suoi problemi e non voglio starle addosso. Mia zia è fuori questione, inizierebbe a fare domande su domande e si arrabbierebbe per averle mentito. E Natalie.. Natalie non dovrebbe nemmeno essere nella lista delle persone con cui sfogarmi, eppure c'è.
Comunque, mi ero preoccupata per niente perché Leila ha fatto finta di niente e non mi ha degnata di uno sguardo -esattamente come se non avessimo mai parlato.
D'altro canto, non ho notato nessun cambiamento in Edward o in Albert, segno che Leila ha tenuto la bocca chiusa e non ha spifferato nulla ai miei fratelli.
Oggi è il giorno dopo Santo Stefano e io non ho alcuna voglia di alzarmi dal divano, nonostante i ripetuti tentativi di mio padre per convincermi ad accompagnarlo in centro a fare la spesa -di solito se ne occupa mia zia e mio padre non è proprio ferrato.
Non riesco a togliermi dalla testa il modo in cui Matthew mi ha baciata e stretta a sé, al modo in cui ha scherzato sotto al vischio e come mi ha abbracciata e tenuta al suo petto mentre guardavamo la serie tv, della quale avevamo parlato più e più volte a scuola, stuzzicandoci fra di noi.
Trovare il letto vuoto dopo quella che è stata per me una prima volta, mi ha fatto sentire un peso al petto come se ci fosse un macigno, che, per quanto mi sforzi, non riesco a togliere.
«Allora?» Mi ripete mio padre, spronandomi ad alzarmi. «Non farti pregare, Maya.» Mormora spazientito.
Sbuffo, ma mi alzo dal divano e prendo il cappotto, la sciarpa e gli scarponi. Lego i capelli in una coda piccola e lo raggiungo sulla soglia della porta. «Contento?» Gli chiedo, mentre fingo un sorriso e arrotolo la sciarpa di lana intorno al mio collo.
Sfoggia un ampio sorriso e urla ai miei fratelli che torneremo presto, ma tanto né Albert né Edward lo stanno ascoltando. Lo so io e lo sa anche lui, perché continua a urlarglielo allora ogni volta?
Lo seguo fuori di casa e lo aspetto mentre chiude la porta dietro di sé. Ci incamminiamo verso la sua auto parcheggiata lì vicino, ma vengo richiamata da una piccola voce dietro di me. Mi volto e vedo Madison con tutti i suoi riccioli a incorniciarle il volto, un enorme cappotto che la rende una piccola palla viola e il cappello e la sciarpa dello stesso color pesca.
«Ciao.» Ricambio il saluto e intimo a mio padre di aspettarmi in macchina, così da poter parlare con Madison da sola.
Per un attimo temo che possa essere a conoscenza di quello che è successo la notte di Natale, ma poi mi rimprovero mentalmente per la mia stupida paura. «Come stai?» Mi chiede, infatti.
«Bene, grazie.» Sorrido cercando di mascherare il mio nervosismo. «Te?»
«Tutto bene.» Annuisce e si stringe nel suo cappotto, che sono sicura è molto peso e caldo. «Io e David abbiamo appena accompagnato Matthew alla stazione. Volevamo fermarci a prendere da mangiare per la mamma, ma indovina un po'? Il negozio di sushi accanto al supermercato è chiuso.» Le parole le escono veloci dalla bocca e per poco non mi sento male da quanto va rapidamente.
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Fallin all in you
Teen Fiction[COMPLETA] You know I've been alone for quite a while haven't I? I thought I knew it all Found love but I was wrong More times than enough But since you came along I'm thinking baby You are bringing out a different kind of me There's no safety net t...