Capitolo 65: Chiacchiere a Liverpool.

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Capitolo 65
Chiacchiere a Liverpool.

Dopo la chiacchierata con mia Nonna abbiamo deciso di fare una passeggiata o forse è meglio dire che avevo bisogno di una passeggiata.

Matthew non ha fatto troppe domande, si è assicurato che avessi le chiavi di casa, il cappotto e il cellulare dopodiché ce ne siamo andati da quella casa.

Abbiamo camminato tanto e parlato poco. All'inizio non sapevo neppure cosa dire, gli argomenti sono venuti fuori dopo quando mi sono distratta. Matthew cercava di farmi ridere e di farmi notare tutte le piccolezze della città che fossero dei bambini che correvano per la strada o dei giocolieri nel parco. Ho apprezzato sinceramente ogni suo piccolo gesto e, ripeto, non so cosa abbia fatto per meritarmi un ragazzo del genere.

Dopo quella lunga passeggiata siamo tornati a stanca sfiniti, abbiamo cenato e poi siamo filati a letto senza neanche chiacchierare. Non ha fatto storie per le camere separate e lo ringrazio mentalmente per questo; non ce l'avrei fatta a sopportare una conversazione o discussione ieri sera.

Mentre stamani, mentre sorseggio il mio caffellatte, mi sento decisamente meglio. Stanotte ho dormito poco perché continuavo a rigirarmi nel letto e non riuscivo a smettere di pensare che dovevo assolutamente evitare che gli ultimi avvenimenti di ieri mi rovinassero la vacanza.

So che probabilmente sono stata un po' suscettibile e che a cose normali non mi sarei dovuta offendere per una simile domanda da parte di mia Nonna, ma mi sono accorta che ormai non sono più la stessa ragazza di prima né sono una ragazza come tutte le altre.

Per certi argomenti davvero non riesco ad essere tollerante. Ho bisogno di decidere io cosa dire e a chi, ma tutti nella mia vita pensano di poter prendersi tale responsabilità. Alle volte persino il signor Taylor si lamenta dei miei modi perché afferma che sono troppo lenta nell'aprirmi con qualcuno. Come se fosse colpa mia!

I miei pensieri vengono interrotti dal rumore di passi per le scale e sposto lo sguardo appena in tempo per vedere entrare in sala da pranzo Matthew. I capelli castani sono leggermente pettinati. Indossa una felpa larga e di un azzurro tenue e i pantaloni neri attillati, ai piedi le solite vans nere.

«'Giorno.» Mi saluta con un sorriso e si siede accanto a me. Siamo soli a fare colazione stamani poiché mia Nonna si è alzata presto perché lei e Gloria andranno a fare un giro in cimitero.

«Buongiorno.» Sorrido e gli passo una tazza. «Dormito bene?» Provo a mandare avanti la conversazione.

«Mh, sì sì.» Sembra essere ancora mezzo addormentato, perciò mi limito ad annuire e sorridere. «Te?»

«Sì, dai.» Decido di mentire per non appesantire ulteriormente la situazione.

«Piani per la giornata?» Domanda e si prende un pezzo di brioche che mia Nonna ci ha fatto trovare sul tavolo in sala da pranzo.

«Pensavo di andare a fare un giro al centro commerciale. Magari possiamo pranzare fuori oggi.» Propongo tutta allegra. Non so neanche io a cosa sia dovuta tutta questa positività. Proprio ieri sera cercavo di reprimere le lacrime contro il cuscino della camera degli ospiti.

«Mi sembra una buona idea.» Annuisce e poi prende un sorso di caffè. «Come ti senti stamani?» Chiede cautamente, forse è sorpreso come me da questo mio cambiamento di umore.

«Sto bene, Matt.» Lo rassicuro con un sorriso e mi giro per guardarlo mentre mangia. «Non succede spesso quindi approfittiamone.» Si volta verso di me e sorride, dopodiché si sporge in avanti per far incontrare le sue labbra con le mie. «Vado a lavarmi i denti e poi andiamo, okay?» Domando appena si allontana da me.

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