Capitolo 61
Cos'ho che non va?Ho deciso di aiutare Robert a scrivere questo saggio, pensando che sarebbe stato carino confrontarci con le idee, parlare e valutare i punti di vista l'uno dell'altro. Non mi sarei mai aspettata di trovarlo distaccato, preoccupato e con la testa da tutt'altra parte.
Siamo a casa sua, in salotto. Inizialmente non volevo accettare l'invito, ma non potevo davvero tirarmi indietro: ha un saggio importante da consegnare a breve e ha più volte ripetuto di fare schifo a scrivere.
Casa sua non è davvero male. Certo, è piccola, ma è davvero graziosa. Ci vive con suo fratello minore Travis e sua madre. Suo padre se n'è andato di casa quando Robert era piccolo, aveva dieci anni se non sbaglio. Non mi ha raccontato molto, solo questo, e non ho voluto fare domande perché non mi era sembrato tranquillo nel parlarne. Ma come biasimarlo?
Il salotto è grande abbastanza da far entrare due divani color crema, un tappeto lunghissimo marrone scuro, il tavolino basso al centro della stanza e la grande televisione sopra al mobile di legno antico. Le pareti sono di un beige chiaro, tenue e le ampie finestre che danno sul giardinetto sul retro riempiono la stanza di luce, anche se oggi ci sono le nuvole in cielo quindi abbiamo dovuto accendere le lampade per vederci qualcosa.
«Allora.» Ripeto indicando una frase che ho sottolineato. Non penso sia difficile da capire, Robert è pure un ragazzo intelligente, ma ha la testa da tutt'altra parte e mentre parlo lo vedo continuamente distrarsi. «Devi solamente leggere bene le fonti, sottolineare le parti che ti sembrano più convincenti e poi svilupparle per scritto sul tuo figlio di brutta.»
I suoi occhi verdi guardano le mille frasi sui fogli sparsi sul tavolino basso. Le sue gambe lunghe a malapena entrano sotto al tavolino e deve stare tutto piegato per stare comodo. Io, d'altro canto, sono piccolina quindi ci entrò perfettamente e le mie gambe, fasciate da dei jeans scuri, sfiorano le sue.
«Scusa, ho la testa da tutt'altra parte oggi.» Mormora Robert e si passa una mano sulle palpebre chiuse. «Sono sfinito. Agli allenamenti ci stanno massacrando.»
«Sì, lo so.» Annuisco mordendomi il labbro inferiore. I suoi occhi verdi e stanchi scattano nei miei. «Matthew non fa altro che lamentarsi degli allenamenti e del coach.»
«Ci credo.» Sbuffa in una risatina. «Il coach sembra aver preso di mira alcuni di noi tipo me e Matthew.»
«E perché mai dovrebbe averlo fatto?» Tiro su la schiena per stare ben dritta sul posto.
«Non lo so. Forse è solo una nostra impressione.» Scrolla le spalle. «Faccio un caffè?» Propone alzandosi dal tappeto.
«Io sono apposto, grazie.» Papà mi ha consigliato di non bere troppa caffeina finché la mia salute non migliora, nonostante io mi senta benissimo.
Va in cucina e io mi alzo dal tappeto per iniziare a girovagare nel piccolo salotto. C'è un mobiletto vicino alla finestra così mi avvicino lì e osservo tutte le fotografie che sono ben disposte in cornici d'argento; foto di Robert da piccolo, quando era in vacanza con i nonni -suppongo-, con il fratellino più piccolo e poi con una donna bionda, che identifico come sua madre. È una bella donna, dai lineamenti delicati ed eleganti, la pelle chiara come quella del figlio e i capelli dello stesso biondo chiaro. L'unica differenza sono gli occhi: quelli della donna sono marroni, mentre quelli di Robert sono di un verde acceso.
«Eccomi.» Dice facendo capolino nel salotto. «Che guardi?»
«È tua madre?» Gli mostro la fotografia che tengo fra le mani.
«Sì.» Si avvicina a me, percepisco il suo corpo a una spanna dal mio. «Sì, è mia madre.»
«È davvero una bella donna.» Commento e solo ora mi accorgo che non ci sono fotografie di suo padre né di lui con i suoi figli. Credo che sia una cosa più che normale dato che li ha abbandonati quando erano ancora piccoli, ma comunque mi dispiace per Robert, per tutta la sua famiglia. Deve essere stato un brutto colpo.
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Fallin all in you
Genç Kurgu[COMPLETA] You know I've been alone for quite a while haven't I? I thought I knew it all Found love but I was wrong More times than enough But since you came along I'm thinking baby You are bringing out a different kind of me There's no safety net t...