Capitolo 73: Farla finita.

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Capitolo 73
Farla finita.

Siamo alla fine di aprile e le giornate stanno diventando mano a mano sempre più lunghe, le temperature sono più miti e ogni tanto esce fuori il sole illuminando così il parco dove mi trovo. Ho deciso di passare qui un pomeriggio alternativo perché non ne potevo più di stare chiusa in casa a studiare, ma al tempo stesso non volevo stare sulle tribune della palestra ad aspettare che Matthew finisse il suo allenamento di basket. Si sta allenando molto in questi giorni perché a breve avranno una delle ultime partite dell'anno e il coach è sotto pressione, dato che da questi ultimi risultati ne andrà del suo futuro lavorativo.

Guardo una coppia di fidanzati seduti un po' più in là, dal lato opposto del parco e cerco di non farmi vedere, ma li sto praticamente fissando. So che non dovrei farlo, ma mi piace troppo analizzare le persone e inoltre sto anche riflettendo su di me e sulla mia relazione con Matthew.

Lo amo. Inutile mentire o nascondere la verità. Lo amo e sono così contenta che lui ami me. È la più grande fortuna che potesse capitarmi, il più grande riscatto in una vita di delusioni e sofferenze.

Eppure non riesco ad essere del tutto felice.

O meglio, sono felice quando sono con Matthew, sono felice quando lo vedo sorridere con me o quando mi prende in giro con il suo solito umorismo pessimo. Ma quando non siamo insieme mille paranoie mi attanagliano la mente e non riesco davvero a farle andare via. L'unico rimedio è la compagnia di Matthew, ma ovviamente lui non può stare con me tutto il giorno e tutti i giorni.

«Smettila di scervellarti su problemi che non esistono.» Mi ha detto il signor Taylor nella nostra ultima seduta della settimana.

«Non lo merito.» Ho sussurrato, ma il signor Taylor mi ha sentita forte e chiaro perché si è passato una mano sulla fronte e ha sospirato.

«Certo che lo meriti, Maya. E comunque, sta a lui decidere con chi stare e lui ha scelto te.»

La fa semplice lui. Non ha mai avuto a che fare con una mente contorta e buia come la mia.

Ogni volta che penso a Matthew penso a quanto lui faccia tanto per me, ma io? Io cosa faccio per lui?

Matthew deve sopportarmi quando sono in ansia -ovvero sempre-, quando piango, quando mi lamento, quando mi faccio paranoie su paranoie per le altre ragazze.

Sarebbe tutto più facile se fossi bella, se mi sentissi bella. Invece, in questi ultimi giorni non riesco neanche a guardarmi allo specchio senza provare una forte ondata di disgusto nei miei confronti.

Non sono bella, non lo sono mai stata probabilmente. Ho le guance triplo gonfie, che stonano con il mio viso piccolo. E poi gli occhi, gli occhi sono proprio brutti, normali, niente di speciale.

Vedo intorno a me -a scuola, in biblioteca, a giro- ragazze bellissime, con lunghi capelli biondi e gli occhi svegli, brillanti. Vedo ragazze truccate benissimo e con vestiti che fasciano perfettamente i loro corpi perfetti, i loro corpi senza un filo di cellulite o di imperfezioni di qualsiasi genere. Persino i loro atteggiamenti e i loro modi sono migliori dei miei. Alcune forse sono troppo rumorose o estroverse, ma almeno non sono timide e spaventate come me. Almeno loro riescono a vivere la loro vita senza essere costantemente seguite dalla paura della loro stessa ombra.

Matthew è bellissimo. Ha i capelli ricci e castani e sono così morbidi. Quando muove la testa o anche solo quando cammina per i corridoi le ciocche saltellano come piccoli coniglietti. È carino, è dolce. E poi quel bellissimo sorriso allegro che mostra praticamente a tutti. A volte gli si formano persino delle fossette sulle guance scarne e biancastre.

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