Capitolo 33: Natale.

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Capitolo 33
Natale.

Ed eccoci qui. Natale. La festa più attesa dell'anno dalla maggior parte delle persone, o almeno dalla maggior parte dei miei familiari.

Stasera festeggiamo in famiglia con una cena a casa nostra, non potrei essere più annoiata. C'è persino Edward con la sua ragazza Leila. Dio, che imbarazzo che sarà stare seduta accanto a loro facendo finta che mi stiano entrambi simpatici.

Senza contare che Leila mi manda nel panico, mi guarda come se non mi stesse analizzando, come se dovesse studiarmi. Per fortuna, stasera ci sarà anche zia Judith: la mia salvezza.

Sono molto legata a mia zia. È la persona più fantastica, estroversa, simpatica e buona che io conosca. Riesce sempre a tirarmi su il morale anche quando sono triste e stressata. Mi ha un po' fatto da mamma e da sorella maggiore, visto che è abbastanza giovane.

Per questo le sto dando una mano in cucina a pelare le patate, mentre Albert, Edward e Leila sono seduti sul divano a guardare un film natalizio e Papà è nel suo studio a leggere qualcosa.

«Ti ho già detto tutto della festa: è stata noiosa e non mi è piaciuta.» Le ripeto, ma continuo ad omettere la parte in cui ho visto Matthew ballare con Bea in maniera davvero troppo confidenziale.

Non che gli altri ragazzi non ballassero così con le altre -ho visto anche di peggio quella sera-, ma credevo di conoscere Matthew e invece mi sono accorta che non è così.

«Per fortuna che c'era Lauren con me e mi ha fatto un po' di compagnia all'inizio. Abbiamo persino ballato un po', ma poi mi sono messa a chiacchierare con Robert.» Le racconto, mentre gli occhi di mia zia si muovono velocemente su di me.

«Dovresti presentarmi questa Lauren. Se è riuscita a farti ballare allora deve essere davvero una tipa in gamba.» Scherza mia zia prima di assaggiare qualcosa da una pentola, fa una faccia strana e poi annuisce. «Fa schifo, proprio come tutti gli anni.»

Rido, inclinando la testa. Sarà una lunga serata, ma almeno avrò mia zia a tenermi compagnia.

•••

Il resto della cena prosegue lentamente, ma per ora nessun dramma. Papà è sceso a tavola, ma a causa di una forte emicrania si è chiuso in camera prima ancora del dolce. Penso fosse solo una scusa per restare un po' con la mamma.

La zia ha preso, dunque, i panni di padrona di casa ed evita che cali il silenzio a tavola. Per questo riempie di domande Albert per quanto riguarda la scuola e Leila, dato che Edward non risponde a nessuna delle curiosità di zia.

«Quindi, ora lavori come cameriera?» Chiede zia guardando Leila, la quale ha la carnagione abbronzata nonostante sia Natale, ma come diavolo fa?

Io non riesco ad abbronzarmi neanche d'estate, figuriamoci avere quel bel colorito dorato che si ritrova. Vedo Albert fissarmi e gli mimo un «che c'è?», ma lui scrolla le spalle lievemente, tanto che non lo nota nessuno. Forse ha notato che Leila non mi sta simpatica e che ogni tanto la guardo male, ma è più forte che di me!

«Sì, circa.» Conferma la diretta interessata con la sua solita voce stridula. Edward tiene un braccio sullo schienale della sedia di Leila e sembra essere annoiato da tutte quelle domande. «Da ormai due mesi faccio la barista in un pub in centro.»

«Ohw, come si chiama? Magari ci sono stata.» Mia zia conosce bene il locale dove lavora Leila -glielo aveva detto una volta Ed- e da allora sta ben attenta a non passarci mai. Anche lei sembra non stravedere per Leila.

«Central Bar.» Che fantasia di nome.

«Sì, sì, ho presente.» Annuisce mia zia, intanto Albert ed Edward si mettono a parlare di qualche partita di calcio, creando così un po' di rumore in sottofondo. «Ormai non ho più l'età, ma se dovessi capitare lì chiederò di te.» Mente spudoratamente, ma Leila non se ne accorge perché non la conosce, ci avrà scambiato sì e no quattro parole fino a stare sera.

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