Capitolo 1 {Prologo}

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Era una delle solite monotone giornate in quell'ospedale di Milano, sempre la stessa storia, sempre la stessa routine. Un infermiere entra nella camera di Federico, considerato ormai da tutti i medici come un caso perso ed irrecuperabile, portandogli da mangiare. Il ragazzo, come tutte le mattine, si rifiutò di toccare cibo.

《Federico quante volte ti devo ripetere che devi mangiare? Lo capisci che continuando così starai ancora peggio?》

Tutto ciò però, non faceva altro che spaventare il più piccolo.

《Lasciatemi in pace》

《Se mangi ti lascerò in pace》

《Ho detto di no》Urla Federico

Carlo, ormai rassegnato, decide di uscire dalla stanza senza replicare. Ormai nessuno poteva aiutarlo.

Federico si sentiva in gabbia, come un uccello senza ali, come una persona destinata a non avere futuro. Si sentiva perso e solo. Era seduto sul pavimento freddo della sua stanza e con le lacrime agli occhi ricordò quel giorno:

Flashback:
Era una notte buia e fredda, tutto era spento. Già da tempo ormai, il sole aveva lasciato il posto alla luna di splendere nel cielo illuminando la bellissima città di Milano. Tutto era in silenzio. La gente, stanca della lunga  giornata di lavoro, si era ritirata nelle proprie case per godersi il meritato riposo della notte...
Federico però non era tra quelli. Fin da piccolo, ha sempre avuto problemi di bullismo a scuola a causa del suo carattere troppo debole e della poca autostima che aveva di sè stesso.
L'unica persona in grado di capirlo e di difenderlo ogni giorno è Marco, il suo migliore amico che lo considera come un fratello. Quella sera Marco decise di portare Fede in una famosa discoteca nei pressi di Milano. Aveva intenzione di far svagare un po' il suo amico, trascinandolo per una sera in un mondo di sballo e di divertimento che libera la mente da qualsiasi pensiero. Si diressero, così, con la macchina di Federico nel posto della serata. Appena entrati il più piccolo avvertì subito la musica assordante e la forte puzza di alcool mischiata col fumo.

《Dai Marco, sai che odio questi posti》

《Ma smettila, vedrai che stasera ci divertiamo》

《No no, io voglio tornare a casa》

《Fede, amico mio, tu hai bosogno di svagarti. Non puoi continuare a vivere nella sofferenza, devi fidarti di me.》

《S-Si M-Mar-co io mi fido di te, però io...》 Federico aveva paura.

《Lo so, ho capito. Hai paura?》

Fede annuì.

《Ok, sta tranquillo. Ci sono io con te. Se dovessero prenderti in giro o cose simili ti prometto che prima gli spacco la faccia, a chiunque sia, e poi ti porto via da qui》

《Va bene, grazie Mar》 Mar, Federico amava chiamarlo così. È stato sempre il suo soprannome, fin da piccoli. Solo lui poteva chiamarlo così. Era speciale.

《Dai Dede》 Federico sorrise nel sentire il soprannome che anche l'amico gli aveva dato.

《Forza, andiamo a bere qualcosa Fè. Stasera voglio farti sballare》

...GRAVE ERRORE.

Erano ormai le 3:00 di notte, la discoteca era ancora piena di ragazzi che continuavano a ballare e ad urlare in quella mura. L'alcool, il sudore e il fumo non si potevano più nascondere. Alcuni preferirono abbandonare il locale, altri invece rimasero lì, sfruttando ancora per qualche ora il mondo "magico" dello sballo.

Federico era ubriaco. Marco aveva esagerato nel farlo bere. Voleva far divertire il suo amico, ma purtroppo non pensò alle conseguenze. Fede sentiva la testa girare e non riusciva più a percepire bene le parole dell'amico.

《Mar torniamo a casa, mi gira la testa》

Marco sospirò e poi annuì.

《Ok, andiamo》

Prese Fede per il braccio e uscirono.
Il più piccolo, al contatto con l'aria fredda della notte rabbrividì, sentendosi però subito meglio.

《Aria fresca finalmente. Non ce la facevo più lì dentro》 Disse

I due amici si sedettero sul muretto fino alle 4:30. A quel punto Marco, vedendo Federico molto meglio, decise di tornare a casa.

Era la fine...

Salirono in macchina e Federico accese i motori partendo verso casa di Marco. Ci volevano almeno 30 minuti di strada ed entrambi non immaginavano a cosa andavano incontro.
Nella macchina c'era un silenzio tombale, Marco preferì non accendere la radio per non accentuare il forte mal di testa del più piccolo. Lui però, sapeva che Federico non era nelle condizioni giuste per guidare. Purtoppo però, lui non aveva la patente e non poteva aiutare l'amico.
Si trovavano in una stradina di campagna quando Federico vide una luce. Non riusciva a vedere nitidamente e iniziò ad urlare. La luce si fece sempre più vicina.

《Cazzo Fede, è una macchina. Rallenta!》

Ma Fede sentiva la testa pesante, in quel momento non riusciva a distinguere la realtà dall'immaginazione. Era troppo tardi! Sentì solo due parole uscire dalla bocca di Marco:

《Dede scusami》

POI BUIO...

Fine flashback 

Sono passati sette mesi ormai da quella notte, ma Federico ogni giorno rivede davanti ai suoi occhi l'immagine del volto del suo amico, pieno di terrore che urlò di scusarlo.
...Poi il nulla.
Marco è stata l'unica persona che ha saputo vedere oltre la fragilità di Federico scoprendo tutto di lui, come se fosse un libro aperto. Marco quella notte morì e da quel momento iniziò l'inferno per Federico.
Quel ragazzo aveva bisogno di aiuto, di un appoggio fisico e morale...

Chissà, forse per una volta, il destinò giocherà a suo favore

Ciao a tutti, questa è la mia prima storia. Ho deciso di farla su Benji e Fede perchè sono i miei idoli e i miei cantanti preferiti. Li considero delle bellissime persone, sia fisicamente ma soprattutto caratterialmente. Cercherò di aggiornare tutti i giorni. Ah, nel prossimo capitolo farà la sua comparsa Benji, avrà un ruolo fondamentale nella storia... eh nulla. Fatemi sapere cosa ne pensate💕

Ho bisogno di te || FenjiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora