Capitolo XLIV

2.8K 121 137
                                    

TW: SMUT GAY

Villain - Kelsy Karter

29 Maggio 1974

Sirius era già in piedi, come tutti i malandrini. Erano stati svegliati dalle urla.

«Che succede?» chiese Regulus stordito dal sonno, si alzò solo con il busto dal sacco a pelo e si stropicciò gli occhi intontito. I ragazzi sapevano cosa stava succedendo, si affacciarono così velocemente alla finestra che Peter quasi cadde di sotto spinto da James. Niente, non videro niente.

Sirius assunse un colore giallognolo, non aveva dormito «Non è andata bene...»

«No...» mormorò Peter sospirando pesantemente. James si sedette sul letto e si spinse i palmi sugli occhi.

«Seriamente, che è successo? Dov'è Lupin?» riprovò Regulus ora completamente sveglio, nessuno gli rispose. Regulus odiava essere ignorato, non era abituato a non avere almeno una decina di Serpeverde attorno a lui pronti a servirlo e riverirlo ogni secondo.

«I-io...» deglutì Sirius non del tutto in sé, poi indicò la porta e si diresse verso di essa come un razzo.

«Ehi! Sirius!» lo richiamò il fratello fallendo miseramente nell'attirare la sua attenzione. «Eddai, qualcuno mi dica cosa diavolo è successo!»

«Regulus, stai zitto.» disse James all'ennesima lamentela di Black.

«Ma io...»

«Chetati.» dopo che Regulus chiuse effettivamente la bocca, i due uscirono dalla porta per andare da Sirius. Regulus decise di tornare a dormire.

*****

Quando arrivarono all'infermeria, Sirius stava già battendo furiosamente i pugni contro la porta dell'infermeria, sembrava aver perso completamente il senno. «Non mi lascia entrare! Quella vecchia stronza!» Remus urlò così forte che coprì la valanga di insulti che uscirono dalla bocca di Sirius.

«Hai scoperto che è successo?» chiese Peter con la vestaglia di James addosso, non avevano nemmeno avuto il tempo di mettersi qualcosa di decente e ora si ritrovava coperto dalla testa ai piedi di disegnini di boccini d'oro su una distesa bordeaux.

Sirius si girò velocemente verso Peter e i suoi occhi splendettero di paura, come gli animali che stanno per essere investiti «L'ho visto entrare ed era pieno di sangue! Io non so cos'è successo ma...» spiegò allarmato, continuò a sbattere le mani contro la porta. Aveva le ossa dei polsi scorticati dai colpi e la parte laterale delle mani leggermente insanguinata. «Mi faccia entrare, cazzo! Devo vederlo!»

Peter si morse un labbro mentre il senso di colpa cresceva: era stato lui ad appoggiare l'idea di Remus di andare da solo alla Stramberga Strillante quella luna piena, aveva detto che per una volta non gli sarebbe successo niente e Peter gli aveva creduto. In fondo, come avrebbero spiegato a Regulus l'assenza di tutti e quattro quella notte? Avrebbero potuto mandare con Remus solo uno di loro, Sirius si era proposto subito ma il suo ragazzo lo aveva bloccato dicendo che sarebbe stato troppo pericoloso.
Non andare era l'unica soluzione accettabile, si disse Peter prendendo un respiro, però Remus era ferito e Sirius stava urlando come un pazzo contro una porta chiusa imbrattandola di sangue. Non era la prima volta che Peter pensava di aver rovinato tutto, che non fosse abbastanza intelligente per aiutare i suoi amici. Sentiva come se ogni decisione che prendesse fosse quella sbagliata.

«Sirius...» provò a bloccarlo James mettendogli una mano sulla spalla, lo stava spaventando. Sirius si girò come una furia e gli strinse il polso in una morsa troppo stretta, poi gli buttò violentemente giù il braccio tornando a colpire la porta. Fece male a James. Gli si riempirono gli occhi di lacrime. «Eddai Sirius, non risolverai niente così...» continuò, ma più piano mentre si stringeva il polso dolorante. «Brutto coglione...» sibilò fra i denti guardando l'impronta delle dita sulla sua pelle.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora