Capitolo XI

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2all - Catfish And The Bottlemen

29 Luglio 1973

«Alice Prewett!» disse Sirius allargando le braccia in modo esagerato, Marlene lo guardò interdetta e un po' indispettita. Si avvicinò al ragazzo abbastanza da parlare senza essere ascoltata, ma non da essere abbracciata.

«Lo sai che sei a tanto così da essere lasciato?» sussurrò inviperita dall'errore del suo ragazzo, improvvisamente il gelato che aveva preso poco prima a Diagon Alley le pesava nello stomaco.

«Reggimi il gioco, i miei genitori sono...» Marlene rabbrividì quando sentì una mano poggiarsi saldamente sulla sua spalla e si scansò velocemente, solo per ritrovarsi davanti i coniugi Black «... qui.»

«Signorina Alice!» disse la mamma di Sirius con un tono falsamente sdolcinato, il ragazzo si lasciò sfuggire un sorrisetto furbo «Non la vedevo da quando era piccolissima! Come stanno i suoi genitori?»

«Oh, loro stanno bene, si ecco, molto bene. Sono sicura che sarebbero stati molto contenti di vedervi, purtroppo sono dovuti rimanere a lavorare al...» Marlene lanciò uno sguardo impanicato a Sirius, dove diavolo lavoravano i genitori di Alice?! «Ministe...» Walburga le lanciò un'occhiata confusa «San Mun...» Ora Orion la guardò stranito «la Gazzetta del Profeta?»

«Ho letto l'ultimo articolo di Judith, molto interessante.» confermò Walburga facendo riprendere a respirare la povera Marlene.

«George mi ha scritto che aveva iniziato una produzione di sidro di mele ritoccato con Whisky incendiario, come sta andando?» chiese Orion accennando un sorriso cordiale.

«Sono sicuro che vada molto bene, padre.» concluse Sirius, il quale si era stufato di guardare i genitori comportarsi quasi da umani. «Ora io e Alice dovremmo andare, sapete, a parlare di quanto il nostro sangue sia puro, magari di come lo mescoleremo fra qualche anno in un matrimonio per niente incestuoso combinato da voi.» i signori Black annuirono come se il tutto avesse perfettamente senso e se ne andarono a ritrovare Regulus, forse avevano solo bisogno di una scusa per abbandonare il figlio da qualche parte.

Marlene si girò verso il suo ragazzo ridendo e ansimando come se avesse corso una maratona, non aveva mai avuto così tanta ansia nella sua vita da quando aveva seguito i malandrini nella stanza della McGranitt di notte per vedere se dormisse in forma umana o felina.

«Cosa cavolo mi fai fare!» squittì per poi colpirlo giocosamente al petto, era quello che gli piaceva di Sirius, non si annoiava mai.
Le lettere che le aveva inviato durante l'estate erano sempre piene di aneddoti di come facesse arrabbiare la madre o di progetti di scherzi che avrebbe fatto l'anno dopo. Magari non c'erano grandi dichiarazioni d'amore o smielature varie, ma Marlene quelle cose non le voleva e a sua volta non le scriveva, amava baciare Sirius quanto amava averlo come amico.

«Ti aspettavi che ti facessi conoscere la Racchia e lo Spaventapasseri come una persona normale?» chiese con un tono sarcastico Sirius avvicinandosi per un bacio, Marlene gli tappò velocemente la bocca con la mano.

«Nah, combina guai che non sei altro. Prima mi spieghi perché mi hai fatto fare questa pagliacciata e poi magari ti do un bacio.» disse lei senza riuscire a trattenere un sorriso contento. Sirius le leccò la mano. «Ew, non sei un cane!» urlò per poi spiaccicargli la sua stessa saliva sulla guancia. «Ora mi dici perché mi sono resa ridicola davanti ai tuoi genitori?»

«Non ti sei resa ridicola! Sono sicuro che i genitori di Alice lavorino al "Minister... San Mungo... Gazzetta del profeta?"» Sirius si beccò un'altra botta. «E poi bella Marlene-barra-Alice io sono un cane, specificatamente una cagna, la tua cagna, e se vuoi la verità devi darmi un incentivo...» disse sporgendo le labbra come un pesce verso la bionda, che lo accontentò con un bacetto scarso.

The Way He Looks At The Moon || Wolfstar & MalandriniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora